Stranger Things: il vero motivo per cui i suoi creatori passano a Paramount (un desiderio che Netflix non ha soddisfatto)

Per i Duffer, la questione non era mai stata di soldi, bensì di forma

Dopo dieci anni di successi e un fenomeno globale come Stranger Things, i fratelli Duffer cambiano casa. Matt e Ross, che hanno iniziato a lavorare alla serie quando avevano trent’anni e la concludono ora a quaranta, hanno deciso di lasciare Netflix per approdare alla Paramount. Una scelta che segna la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova fase nella loro carriera: quella del grande schermo.

“Anche se ho un buon proiettore a casa, porto ancora mia figlia di quattro anni al cinema. Le compriamo una bibita gigante e dei popcorn. È un’esperienza che abbiamo sempre desiderato vivere da autori”, ha raccontato Matt Duffer in un’intervista a Variety. “Presto compiremo 42 anni, e ci siamo detti: se dobbiamo fare un film per il cinema, facciamolo adesso.”

I fratelli Duffer lasciano Netflix: “Vogliamo fare cinema, non solo streaming”

Non un addio burrascoso, ma una separazione dettata da una visione diversa. Netflix, spiegano i Duffer, ha dato loro libertà e mezzi illimitati per creare una delle serie più iconiche del nuovo millennio. Ma non poteva offrire ciò che ora cercano: la magia del cinema. “Non vogliamo entrare nei dettagli – precisano – ma la cosa più importante per noi era poter fare qualcosa destinato al grande schermo. Netflix non lo fa.” La Paramount, invece, sì. E soprattutto ha accettato la loro unica condizione: piena libertà creativa. “Siamo abituati a raccontare le storie che vogliamo, nel modo in cui vogliamo. La Paramount ci supporta al 100%”, hanno sottolineato.

Pare che Netflix abbia provato fino all’ultimo a trattenerli, rilanciando anche l’offerta economica, ma invano. Per i Duffer, la questione non era mai stata di soldi, bensì di forma: Stranger Things era nato per lo streaming, ma il prossimo passo doveva essere diverso. La loro frustrazione, del resto, era chiara da tempo. “Le persone non possono rendersi conto di quanto lavoro ci sia dietro l’audio e le immagini di una serie come la nostra, se la guardano su uno schermo compresso o con le cuffie”, ha detto Ross. “Vorremmo che vivessero l’esperienza insieme, come accade in una sala.”

Dalla parte opposta, però, Netflix non sembra sentirsi sconfitta. “Molte, moltissime persone hanno guardato Stranger Things su Netflix”, ha ribattuto Bela Bajaria, responsabile dei contenuti dello streamer. “Non ha sofferto di mancanza di pubblico o di passione. Pubblicarlo su Netflix significa dare ai fan esattamente ciò che vogliono.” Eppure, dietro i toni diplomatici, la realtà è chiara: perdere i Duffer è una ferita aperta per Netflix. Certo, i fratelli continueranno a collaborare con la piattaforma su altri progetti televisivi, ma la loro anima creativa – quella che sogna le luci della sala e l’emozione collettiva del cinema – ora guarda altrove. Forse è semplicemente arrivato il momento di cambiare dimensione. Perché, come dimostra la loro storia, quando si è al culmine della creatività, restare fermi nello stesso mondo può essere la vera minaccia.

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