Strange Days: 9 curiosità che non sai sul cult di Kathryn Bigelow
9 aneddoti di grande interesse sul cult del 1995.
Kathryn Bigelow e James Cameron hanno creato Strange Days, un film che oggi viene ricordato come un cult visionario, anche se all’epoca non ebbe il successo sperato. Ambientato negli ultimi giorni del 1999 a Los Angeles, la pellicola unisce fantascienza, noir e una profonda analisi della società, esplorando temi come la violenza, la tecnologia e la solitudine. Dietro questo film ci sono storie incredibili, segreti di produzione e scelte artistiche particolari. Volete sapere quali? Ve ne raccontiamo alcune.
1. L’idea di Strange Days nasce da Cameron

L’idea originale del film venne a James Cameron durante la lavorazione di Aliens nel lontano 1986. La mente del regista, già piena di storie epiche, immaginava un futuro in cui la tecnologia avrebbe permesso di vivere letteralmente le esperienze altrui, ma all’epoca non era ancora pronto a realizzare la pellicola. Anni dopo, Cameron ne parlò con la moglie Kathryn Bigelow, e insieme decisero di sviluppare la sceneggiatura. Quello che rende la vicenda interessante è che quando il film entrò in pre-produzione, i due erano già divorziati, ma questo non impedì loro di collaborare e portare in sala un progetto ambizioso, dimostrando che la visione artistica può superare anche rapporti personali complicati.
2. La sceneggiatura prende forma con Jay Cocks
La sceneggiatura originale di Cameron era piuttosto breve, appena novanta pagine, e necessitava di un’espansione per diventare il film complesso che conosciamo. Qui entra in gioco Jay Cocks, noto per il suo lavoro su L’età dell’innocenza. Cocks non solo ampliò la storia, ma la arricchì con dettagli psicologici e sociali che rendono i personaggi più tridimensionali. Senza il suo contributo, Strange Days rischiava di rimanere una semplice trama fantascientifica; grazie a lui, invece, le relazioni tra i personaggi e il contesto urbano distopico acquistano profondità, rendendo il film memorabile e disturbante allo stesso tempo.
3. La canzone dei Doors nel cuore del film

Il titolo del film deriva dalla canzone omonima dei Doors, e la musica gioca un ruolo fondamentale nell’atmosfera della pellicola. Non si tratta di una semplice traccia di sottofondo: nel film si può ascoltare una cover eseguita dal gruppo Prog insieme a Ray Manzarek, storico tastierista dei Doors. La scelta musicale non è casuale: il brano accompagna sequenze visionarie e drammatiche, creando un legame diretto tra la psicologia dei personaggi e il mondo sonoro in cui si muovono. La musica diventa quasi un personaggio aggiuntivo, capace di guidare le emozioni dello spettatore e sottolineare l’intensità di certe scene.
4. Il cast di Strange Days: la scelta di Michael Wincott per Philo Grant
Originariamente la parte di Philo Grant, hacker e informatore del film, era stata offerta a Bono degli U2, che però declinò l’offerta. La produzione si trovò allora a cercare un attore capace di incarnare un personaggio ambiguo e misterioso, e la scelta cadde su Michael Wincott. Con la sua presenza inquietante e il tono grave, Wincott riuscì a dare corpo a un uomo intelligente e pericoloso, aggiungendo tensione a ogni scena in cui compariva. Un casting alternativo che ha modificato completamente la dinamica e la percezione di un personaggio sullo schermo.
5. L’invenzione della camera POV

Una delle caratteristiche più innovative di Strange Days sono le sequenze in prima persona, i cosiddetti POV “filo-viaggio”. Per realizzarle, il team di Lightstorm Entertainment lavorò per un intero anno su una piccola camera da 35 mm che fosse leggera, resistente e mobile. Questa tecnologia permetteva al regista e agli operatori di catturare l’azione dal punto di vista dei personaggi, immergendo letteralmente lo spettatore nelle scene più intense. Grazie a questa innovazione, certe sequenze di inseguimenti e violenza diventano quasi tangibili, trasmettendo ansia e adrenalina in modo unico.
6. Juliette Lewis canta dal vivo
Nel film, Juliette Lewis interpreta Faith Justin, una cantante di strada, e canta due brani originariamente scritti e cantati da PJ Harvey. Lewis scelse di esibirsi dal vivo, senza playback, aggiungendo autenticità e immedesimazione al suo personaggio. Il risultato è sorprendente: emozione vera e scene musicali che diventano momenti di reale intensità narrativa, in cui la musica non è decorativa ma parte integrante della storia.
7. Strange Days diventa un fumetto

Poco dopo l’uscita del film, nel dicembre del 1995, la Marvel Comics pubblicò un adattamento a fumetti intitolato “Strange Days: Movie Adaptation”. La versione a fumetti esplora ulteriormente l’universo distopico creato da Bigelow e Cameron, dando ai fan la possibilità di approfondire la psicologia dei personaggi e alcune scene non mostrate nel film. L’opera era dunque considerata talmente ricca e complessa da meritare di essere trasportata su altri media.
8. La frase iconica di Angela Bassett
Un momento memorabile del film è la frase urlata da Mace, interpretata da Angela Bassett: “This is your life! Right here! Right now!”. La frase, così potente ed evocativa, è stata campionata da Fatboy Slim nella hit del 1998 “Right Here, Right Now”, diventando un piccolo tributo alla forza della performance di Bassett. La frase incarna perfettamente il tema del film: la vita vissuta in maniera totale, intensa, senza filtri, e la tensione tra desiderio e realtà che attraversa tutta la storia.
9. La festa di fine anno 1999

Una delle scene più complesse da girare fu la festa di Capodanno del 1999, ispirata a un vero evento del 1994 chiamato “Millennium”. Diecimila persone pagarono dieci dollari per entrare, e tra DJ e gruppi dal vivo, tra cui gli Skunk Anansie, l’atmosfera era completamente reale. La scena fu interrotta per ragioni di sicurezza, ma l’esperienza della folla, il caos e la musica contribuirono a rendere il film incredibilmente autentico. Bigelow e il suo team cercavano insomma di catturare la realtà del mondo che raccontavano, pur in chiave distopica.
Leggi anche A House of Dynamite: recensione del film di Kathryn Bigelow, da Venezia 82