Channing Tatum: “l’industria cinematografica incentiva a fare prodotti scadenti”
Il politically correct può attendere: Channing Tatum non risparmia Hollywood.
Channing Tatum non si tira indietro. Nemmeno davanti alle ali più scomode. Tra una salsa micidiale e l’altra, l’attore, 45 anni e una carriera che va ben oltre Magic Mike, si è messo a chiacchierare con Sean Evans per di Hot Ones, lasciandosi scappare ricordi e confessioni che di solito restano chiusi nei camerini.
Le rivelazioni di Channing Tatum sul cinema e sulle piattaforme streaming

Tatum ha raccontato la volta in cui Mark Ruffalo gli ruppe il timpano: “Gli ho detto di mollarmi uno schiaffo vero, per non doverne ripetere cento. Lui lo fa… solo che mi cuppa l’orecchio e mi esplode il timpano. Ancora oggi non è tornato come prima. Ma se proprio doveva succedere, meglio da uno come Mark: è l’essere umano più bello che tu possa incontrare”.
Poi, il momento cult di The Lost City: Sandra Bullock che gli toglie le sanguisughe dal fondoschiena. “Era solo il secondo giorno di riprese. Mi presento e dico: ‘Piacere, sono Chan, oggi vedrete il mio c***o. Dopo ci scambiamo i nomi’. Il difficile non era lei che mi toccava il sedere, ma il monologo che doveva recitare mentre lo faceva. Surreale”.
E la stoccata di Channing Tatum all’industria è servita: “Adesso sembra che ti paghino più per fare roba brutta che per creare film buoni, quelli che sognavo da ragazzino. È tutto capovolto. Però credo che questa scossa servisse. I servizi di streaming hanno cambiato le regole, e da qui nascerà qualcosa di nuovo”.

Il ballo migliore della carriera? Per Channing Tatum resta Ave, Cesare! dei fratelli Coen: “Pensavo di fare solo una battuta e due passi di danza. Poi è arrivato il tip tap, poi pure il canto. Gli ho detto: vi adoro ma f*** you, mi state facendo venire i capelli bianchi!”.
Infine, un’ammissione: non è riuscito a fregarsi il costume dal cameo in Deadpool & Wolverine. “Mi manca solo quello, ma ho un piano. È scacchi, baby. Alla fine li avrò tutti”. È una promessa…
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