Stephen Lang: 8 film imperdibili di un caratterista diventato icona
8 titoli per rileggere una grande carriera.
Ci sono attori che restano impressi per l’intensità e la solidità con cui sanno incarnare personaggi memorabili. Al di là di ruoli più o meno rilevanti all’interno della diegesi del film. Stephen Lang appartiene senza dubbio a questa categoria. Nato a New York nel 1952, figlio di un uomo d’affari che aveva costruito un impero nell’industria delle telecomunicazioni, Lang sceglie di imboccare una strada diversa, fatta di teatro e di cinema. Dopo essersi formato sulle tavole di Broadway e aver affrontato con passione ruoli shakespeariani e classici, l’attore ha trovato nel cinema il terreno ideale per mettere a frutto la sua capacità di trasformarsi, di dare corpo a figure dure, ambigue, spesso tormentate. Lang non ha mai cercato la via facile del divismo: il suo percorso è quello di un caratterista di ferro, un interprete che dà spessore anche ai ruoli secondari e che, in alcuni casi, riesce addirittura a rubare la scena ai protagonisti.

La sua carriera si estende su decenni e attraversa generi molto diversi, dal thriller alla guerra, dal western al fantasy, dal dramma intimista al blockbuster miliardario. In questa selezione di otto titoli, tra cinema d’autore e grandi produzioni, ripercorriamo alcuni snodi fondamentali della sua filmografia, per capire come Stephen Lang sia diventato uno dei caratteristi e (a poco a poco) villain più rispettati e riconoscibili del panorama americano.
1. Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986), di Michael Mann

Nel thriller visionario di Michael Mann, primo adattamento cinematografico della saga di Hannibal Lecter, Stephen Lang veste i panni del giornalista tabloid Freddy Lounds, figura scomoda e invadente che finirà travolta dal male che cerca di raccontare. È un ruolo breve ma incisivo, che permette a Lang di mostrare una delle sue qualità principali: la capacità di rendere tridimensionale anche un personaggio apparentemente antipatico o negativo. Il Freddy Lounds interpretato da Lang non è solo un avvoltoio mediatico, ma un uomo complesso, dominato dalla paura e dall’ambizione, che diventa vittima delle sue stesse scelte. Mann, con la sua regia stilizzata e notturna, costruisce un universo visivo che amplifica la presenza degli attori, e Lang, pur senza essere il protagonista, riesce a imprimere la sua impronta su un film che sarebbe diventato un cult, aprendo per lui la strada a ruoli sempre più caratterizzati dalla tensione psicologica.
2. Ultima fermata Brooklyn (1989), di Uli Edel
Tratto dal romanzo di Hubert Selby Jr., il film di Uli Edel è un affresco cupo e corale sull’America marginale degli anni ’50. Stephen Lang interpreta Harry Black, un sindacalista che lotta per la propria identità in un mondo che sembra non concedere spazio alle fragilità personali. Qui l’attore offre una prova intensa, scavando nelle contraddizioni di un uomo diviso tra il ruolo pubblico e le proprie inclinazioni più intime. È una performance che testimonia la sua capacità di affrontare senza paura personaggi scomodi, raccontandone le debolezze e i conflitti senza mai giudicarli. Il film, accolto con polemiche e scandali per i temi trattati, diventa anche una prova di coraggio per Lang, che consolida la sua reputazione di interprete disposto a rischiare.
3. Gettysburg (1993), di Ronald F. Maxwell

Con Gettysburg, Lang si confronta con l’epica della guerra civile americana, interpretando il generale George Pickett. È un ruolo che gli consente di calarsi nel contesto del film storico con una naturalezza sorprendente, restituendo al suo personaggio non solo la rigidità militare ma anche la vulnerabilità dell’uomo. La recitazione di Lang è costruita con un senso del dettaglio quasi maniacale: i gesti, le pause, gli sguardi parlano di un ufficiale che porta il peso delle scelte belliche sulle spalle. L’attore, in questo caso, contribuisce a dare profondità umana a una pellicola che rischiava di essere schiacciata dalla retorica, e invece diventa uno dei ritratti più complessi della guerra civile mai realizzati sul grande schermo.
4. Tombstone (1993), di George Pan Cosmatos
Western crepuscolare con un cast corale di altissimo livello, Tombstone è uno dei film che hanno contribuito a rinnovare il genere negli anni ’90. Lang interpreta Ike Clanton, uno dei fuorilegge della famigerata banda dei Cowboys. In questo ruolo, l’attore mostra tutta la sua fisicità e la sua energia, creando un villain memorabile, crudele e codardo allo stesso tempo. L’abilità di Lang sta nel trasformare un personaggio che avrebbe potuto essere stereotipato in una presenza disturbante, che rende palpabile il clima di violenza e instabilità dell’epoca. Il confronto con i protagonisti, interpretati da Kurt Russell e Val Kilmer, diventa anche un banco di prova che Lang supera con brillantezza, confermando la sua capacità di reggere il confronto con star affermate.
5. Gods and Generals (2003), di Ronald F. Maxwell

Dieci anni dopo Gettysburg, Stephen Lang torna a collaborare con Maxwell per un nuovo capitolo sulla guerra civile americana, questa volta nel ruolo del generale confederato Stonewall Jackson. È una delle interpretazioni più celebrate della sua carriera, tanto che molti critici lo hanno definito “il cuore del film”. Lang riesce a costruire un personaggio carismatico e contraddittorio, un leader militare guidato dalla fede e dalla disciplina, ma anche un uomo segnato da profonde inquietudini. Il lavoro di sottrazione e rigore con cui affronta Jackson restituisce un ritratto quasi epico, in cui la grandezza dell’uomo si intreccia con la fragilità. È la prova definitiva della sua abilità di attore drammatico, capace di reggere il peso di un ruolo centrale in un kolossal storico.
6. Nemico pubblico – Public Enemies (2009), di Michael Mann
A più di vent’anni da Manhunter, Stephen Lang torna a lavorare con Michael Mann in un film che esplora il mondo del crimine durante la Grande Depressione. In Public Enemies, l’attore interpreta Charles Winstead, uno degli uomini del Bureau incaricati di dare la caccia al leggendario gangster John Dillinger, interpretato da Johnny Depp. Il personaggio di Lang è quello di un uomo pragmatico, freddo e determinato, che rappresenta la faccia più spietata della legge. La sua recitazione asciutta e disciplinata ben si inserisce nell’estetica iperrealista del film, costruendo un contrasto netto con il fascino ribelle dei criminali. Lang dimostra ancora una volta di saper lavorare perfettamente all’interno di un cast corale, ritagliandosi uno spazio incisivo con pochi, calibrati gesti.
7. Avatar (2009), di James Cameron

Forse il ruolo più iconico della carriera di Stephen Lang è quello del colonnello Miles Quaritch in Avatar, il kolossal di James Cameron che ha rivoluzionato il cinema contemporaneo. Quaritch è il tipico militare senza scrupoli, pronto a sacrificare tutto in nome della conquista e della sopravvivenza, ma Lang lo interpreta con un’energia che lo trasforma in un villain epico. La sua presenza fisica, la voce roca e l’intensità dello sguardo contribuiscono a renderlo indimenticabile, al punto che il pubblico lo ha elevato a simbolo della resistenza del genere umano, nel bene e nel male. Pur muovendosi all’interno di un blockbuster ricco di effetti speciali, Lang dimostra che un grande attore può dominare lo schermo anche senza protesi narrative, semplicemente affidandosi al proprio corpo e alla propria presenza scenica.
8. Man in the Dark (2016), di Fede Álvarez
In Don’t Breathe (Man in the Dark), Stephen Lang affronta uno dei ruoli più complessi e disturbanti della sua carriera: quello del vecchio cieco che diventa carnefice dei giovani intrusi nella sua casa. L’attore riesce a ribaltare le aspettative dello spettatore, passando in pochi minuti dalla figura apparentemente indifesa a quella di predatore spietato. La sua interpretazione è un concentrato di tensione fisica e psicologica, che tiene lo spettatore incollato allo schermo. Lang dimostra di saper gestire magistralmente il linguaggio del corpo, costruendo un personaggio che comunica più con i silenzi e i gesti che con le parole. Il risultato è un villain moderno e inquietante, che ha contribuito a fare del film uno dei thriller-horror più sorprendenti degli ultimi anni.
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