Occupante senza titolo: recensione del cortometraggio, dal Sole Luna Doc 2025

Occupante senza titolo è un cortometraggio documentario di Gabriele Armenise e Dario Leani, prodotto dal Centro sperimentale di Cinematografia – sede Sicilia.

Occupante senza titolo, il documentario di Gabriele Armenise e Dario Leani, presentato durante la 20ma edizione del Sole Luna Doc Film Festival e in concorso per il Premio Cinematographe.it, racconta la battaglia per la casa, portata avanti dallo storico e attivista palermitano Tony Pellicane. I registi, attraverso un’attenta osservazione della realtà, ci fanno entrare dentro le complessità di una lotta, solitamente non affrontata dai media mainstream e dalla politica istituzionale. Ci mostrano quanto sia difficile creare unità fra gli stessi occupanti e danno voce a persone come Pellicane o Giusy, sua compagna di lotta da una vita.

Occupante senza titolo: tra cinema del reale e impegno politico

Occupante senza titolo Cinematographe.it

Armenise e Leani adottano un stile rigoroso e privo di fronzoli. Costruiscono immagini semplici ma d’impatto e privilegiano il punto di vista dei protagonisti. Si tratta dunque di un cinema che ha radici nella tradizione documentaristica sociale e militante, tipica di registi come Antonello Branca. L’obiettivo del film è quello di scardinare i preconcetti sulla criminalizzazione delle occupazioni abitative. La cultura e l’informazione dominante, infatti, non solo non le comprende, ma le tratteggia con toni macchiettistici e manichei, descrivendole come abusi violenti perpetrati da gente prepotente contro la proprietà privata di qualche povera vecchietta. Nulla di più lontano dalla realtà. Occupante senza titolo cerca di farlo comprendere allo spettatore spiegando le ragioni e le problematiche contro cui vanno incontro coloro i quali sono costretti a occupare immobili pubblici sfitti o case popolari non assegnate – non le case di qualche poveraccio – perché lo Stato, come al solito prono alla legge del profitto e del mercato, non si cura di garantire quello che dovrebbe essere un diritto per tutti, cioè un tetto sopra la testa.

Occupante senza titolo: estetica come presa di posizione etica

Una simile tematica sembra quasi spingere i due autori ad adottare un linguaggio filmico scarno e diretto. Ogni immagine si fa icona di una quotidianità esclusa dalle rappresentazioni ufficiali della società italiana. Gli scorci popolari di Palermo, i volti degli occupanti, le assemblee, le incursioni in comune, diventano tutte segni di un altrove escluso dalla narrazione del reale del tardo capitalismo italiano. Si tratta di un mondo fatto di dolore e difficoltà, in cui la sopravvivenza diventa, ancora una volta, una lotta. Un mondo altro, che segue regole ataviche e in cui è difficile abbattere le barriere dell’individualismo utilitarista, imposto dalla cultura dominante.

Ecco allora che saggiamente i due autori, per sottolineare la dimensione contraddittoria di una simile realtà, dividono la loro attenzione fra il ritratto/narrazione di Tony e i discorsi/proclami di Giusy. Se infatti il primo ha la funzione di essere un po’ il traghettatore che accompagna il pubblico in questa realtà-altrove, che vive fra le pieghe della quotidianità, Giusy è colei la quale ne enuncia la verità sottostante: bisogna unirsi e lottare. Non si deve delegare, ma rischiare in prima persona per prendersi i diritti che vengono negati!
Anche il cinema, se vuole ritrovare un senso in questo presente sempre più distopico, deve scegliere da quale parte della barricata stare. Il documentario di Armenise e Leani, non si pone dubbi al riguardo e si configura come megafono che dà voce mediatica a chi non ne ha, scardinando con un’estetica poco accomodante le forme di rappresentazione sociale volute dal potere.

Occupante senza titolo: valutazione e conclusione

La fotografia semplice e il montaggio, che non rifiuta la narrazione, ma anzi utilizza tutti gli stilemi della trasparenza, per rendere fluido e comprensibile un racconto altrimenti frammentario e difficile, sono sicuramente fra i punti di forza del lavoro dei due autori emergenti. È il punto di vista scelto, però, il vero elemento distintivo di questo lavoro, il che per dei registi è forse la cosa più importante.
In definitiva, Occupante senza titolo, è un ottimo cortometraggio, che lascia presagire un futuro interessante per i due registi, a patto, ovviamente che essi riescano a continuare su questa strada e conservino, magari ampliandolo, il loro sguardo diretto e privo di compromessi, sulla realtà siciliana e italiana, in generale.

Regiaì - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.4