Robert Redford in 5 film. Le scene che l’hanno reso una leggenda

Robert Redford ha dato vita a una memorabile serie di personaggi, contribuendo a creare le scene più iconiche del cinema internazionale.

Con la scomparsa di Robert Redford, il cinema mondiale perde una delle sue figure più emblematiche. Attore dalla presenza magnetica, regista e produttore, Redford ha attraversato oltre sei decadi di storia cinematografica, interpretando personaggi complessi, spesso in conflitto con le convenzioni sociali, morali o politiche. La sua eleganza discreta e il talento naturale hanno lasciato un’impronta indelebile.
Ripercorriamo i 5 ruoli più iconici della sua carriera, con le scene che ne hanno creato la leggenda.

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1. A piedi nudi nel parco (1967) e la chimica con Jane Fonda

A piedi nudi nel parco robert redford cinematographe.it

In questa commedia romantica diretta da Gene Saks, Redford interpreta Paul Bratter, un giovane avvocato neo-sposo, costretto a convivere con la moglie esuberante Corie (Jane Fonda). Il film, tratto dalla pièce teatrale di Neil Simon, è un perfetto equilibrio tra commedia fisica e romanticismo sofisticato, con un ritmo serrato e dialoghi brillanti che mostrano il talento di Redford nel reggere una narrazione leggera e brillante.
La scena più iconica del film è la corsa nel parco. Poco dopo che Paul e Corie si sono trasferiti nel loro nuovo appartamento. Corie, entusiasta della vita a New York e del parco vicino casa, trascina Paul a fare una corsa all’aperto, cercando di convincerlo a godersi l’aria aperta e a lasciarsi andare. Paul, invece, è rigido, impacciato e poco abituato all’improvvisazione, quindi la scena diventa comica: lui inciampa, fatica a tenere il passo e mostra tutta la sua goffaggine, mentre Corie corre spensierata e sorridente, dimostrando la sua natura allegra e ottimista. Fonda, a sua detta, era perdutamente innamorata di Redford sul set.

2. Butch Cassidy (1969) – L’eleganza nel mito western

Butch Cassidy, un film di George Roy Hill

Diretto da George Roy Hill, il film racconta le avventure dei fuorilegge Butch Cassidy (Paul Newman) e Sundance Kid (Redford). La pellicola rivoluziona il western tradizionale, mescolando dramma, azione e ironia con una colonna sonora iconica di Burt Bacharach. Redford incarna Sundance con grazia naturale e ironia sottile, conferendo al personaggio una dimensione più introspettiva rispetto ai classici anti-eroi western.
La scena più iconica è la fuga a cavallo verso il tramonto: è un capolavoro cinematografico. L’uso del controluce, la composizione dei piani e la colonna sonora evocano un senso di leggenda e malinconia, trasformando un semplice inseguimento in un momento poetico. La sequenza ha ridefinito la costruzione dell’immagine dell’“outlaw romantico” nel cinema americano.

3. Il candidato (1972) –Robert Redford tra politica e introspezione

Redford interpreta Bill McKay, un giovane avvocato idealista catapultato in una campagna elettorale per il Senato della California. La regia di Michael Ritchie punta sulla realtà politica americana degli anni ’70, mostrando il contrasto tra ideali e compromessi, manipolazione mediatica e responsabilità pubblica. Redford riesce a trasmettere vulnerabilità e determinazione, offrendo una performance intensa e credibile.
La scena più iconica è discorso finale davanti agli elettori: è costruito con un uso magistrale dei primi piani e dei piani lunghi della platea, sottolineando isolamento e pressione psicologica del candidato. Redford trasmette tensione e sincerità senza artifici, rendendo la scena un modello di eloquio e performance cinematografica.

4. La stangata (1973) – Suspense, stile e la maestria interpretativa di Robert Redford e Paul Newman

la stangata robert redford cinematographe.it

Redford e Newman incarnano due truffatori ingegnosi. La regia di George Roy Hill miscela suspense, humor e eleganza visiva, con movimenti di macchina calibrati per creare tensione e sorpresa. Redford dà vita a un personaggio brillante, misurato, capace di guidare lo spettatore attraverso inganni complessi senza mai perdere fascino e naturalezza.

La scena più memorabile è la partita di poker finale: rappresenta un esempio perfetto di climax, con una c’è crescente tensione cinematografica. Ogni dettaglio, dal gesto di Redford alla composizione in campo lungo e ravvicinato, costruisce suspense. Il ritmo delle inquadrature, alternato a pause silenziose e sguardi significativi, rende la sequenza un esempio perfetto di come la recitazione e la regia possano creare un’esperienza visivamente e emotivamente memorabile.

5. Tutto è perduto (2013) – Minimalismo e pura recitazione

tutto è perduto robert redford cinematographe.it

Redford è l’unico protagonista, naufrago in mare aperto. Il film è un dramma di sopravvivenza minimale, dove il silenzio diventa linguaggio cinematografico. La regia di J.C. Chandor utilizza luci, onde e tempeste come co-protagonisti, e Redford comunica paura, determinazione e disperazione senza dialoghi, dimostrando il potere della recitazione fisica e del volto cinematografico.
La scena più poetica è senza dubbio l’ultima tempesta, un capolavoro di tensione visiva e narrativa. Redford lotta contro le onde mentre la barca si distrugge, inquadrature ravvicinate e piani sequenza in movimento enfatizzano la vulnerabilità e la resistenza dell’uomo. La scena è un esempio di cinema puro, dove il corpo e lo sguardo raccontano più delle parole.

Robert Redford ha trasformato ogni ruolo in un’esperienza cinematografica unica, lasciando un’impronta indelebile. Dal romanticismo leggero alle epopee western, dal cinema politico al minimalismo estremo, la sua capacità di incarnare personaggi complessi con naturalezza rimane un punto di riferimento per generazioni di attori e spettatori. La sua scomparsa a 89 anni segna la fine di un’era, ma il cinema continua a celebrarne l’eredità.