Storyland: recensione dell’episodio finale della webserie, dal Milano Comics & Games

Storyland: un cult in divenire, tra ironia, commozione e amore per la cultura nerd. L'ultimo episodio della webserie è un omaggio a Robin Williams e una lezione sul "saper lasciare andare".

Il 14 settembre 2025 nella cornice della Sala Metropolis durante il Milano Comics & Games, è stata presentata in anteprima la quinta puntata di Storyland, la webserie ideata e diretta da Raffaele Tamarindo.
In sala, presente anche il regista e creatore della webserie, che ha rielaborato ancora una volta l’immaginario pop mescolando comicità, dramma e citazioni stratificate. Una formula che non smette di sorprendere e che in questo episodio raggiunge una maturità narrativa inattesa.
La serie, che ha visto andare in onda il suo primo episodio lo scorso anno su YouTube, nasce da un’idea semplice ma ambiziosa: rielaborare l’immaginario pop in chiave comica e drammatica, giocando con le figure più amate della cultura nerd e cinematografica.

Storyland, dalle origini a oggi

Storyland, webserie, Cinematographe.it

Il primo episodio di Storyland è andato in onda il 24 gennaio 2021, aprendo un universo narrativo che fin da subito ha scelto la via più complessa: mixare linguaggi, giocare con la cultura dei meme, trasformare il collage in racconto. Da allora la serie è cresciuta, costruendo un seguito fedele e diventando un laboratorio creativo dove tutto può accadere. Con la 1×05, mescolando leggerezza e malinconia, Tamarindo mostra però un volto nuovo, più emotivo e più consapevole.

In questo nuovo episodio, infatti, la webserie Storyland porta lo spettatore in un’avventura che intreccia personaggi iconici e inaspettati. Robin Williams – ricreato in maniera rispettosa e doppiato in italiano dal suo storico interprete, Carlo Valli –  si trova accanto a Peter Parker, a cui dà voce Alex Polidori, noto doppiatore ufficiale di Tom Holland. Insieme a loro compare un’inedita alleata: Nina, un robot ideato da Tamarindo che aggiunge una sfumatura di freschezza e ironia all’episodio.

Il trio, affiancato da Hera Syndulla, la celebre eroina di Star Wars Rebels, affronta una missione dal respiro epico: fermare l’origine della misteriosa tempesta rossa, una minaccia che ha il sapore di metafora, simbolo del caos interiore e del peso delle memorie che ciascuno porta con sé.

Il cuore della puntata resta però l’omaggio a Robin Williams, intessuto nel tema del “saper lasciare andare”. È impossibile non pensare alla perdita dell’attore e al segno indelebile che ha lasciato nel cinema e nella cultura pop. Tamarindo riesce a parlare di lutto e memoria senza rinunciare alla leggerezza, con un equilibrio che sorprende.

Il genio creativo di Raffaele Tamarindo

Nonostante il linguaggio di Storyland rimanga divisivo – il montaggio talvolta frenetico, le citazioni continue e la grammatica da meme sono irresistibili per chi vive di internet culture, ma rischiano di spiazzare chi cerca una narrazione più lineare – la webserie di Tamarindo è un prodotto che non vuole piacere a tutti e questo in fondo è il suo punto di forza.

I limiti di budget restano evidenti anche in questo episodio: alcuni effetti visivi hanno un aspetto artigianale e certe soluzioni tecniche rivelano la natura indipendente del progetto. Ma anziché soffocare la creatività, questa condizione sembra alimentarla. Tamarindo trasforma i vincoli in stile, costruendo una narrazione che non nasconde le proprie fragilità ma le usa come materia viva.

Ciò che colpisce maggiormente è la capacità di Tamarindo di reinventare continuamente il proprio universo. Con l’introduzione del robot Nina, non solo amplia il cast di personaggi, ma crea una dinamica di gruppo nuova che rende l’episodio più coeso e accessibile. L’inserimento di figure provenienti da mondi diversi – Robin Williams, Peter Parker, Hera Syndulla –  in una stessa missione è il segno di una fantasia che non ha paura di osare.

L’abilità sta proprio qui: prendere elementi disparati della cultura pop e cucirli insieme con ironia e malinconia, riuscendo a mantenere un filo emotivo forte. Tamarindo non si limita a parodiare, ma costruisce un linguaggio personale che ha il coraggio di parlare anche di perdita, memoria e resilienza.

Il vero punto di forza di Storyland è quindi la creatività registica. Tamarindo non ricicla icone pop a casaccio, ma le rielabora in chiave nuova, mescolando comicità slapstick e malinconia, trovando un tono personale che raramente si incontra in prodotti del genere.

Per comprendere Storyland, inoltre, bisogna anche entrare nel mondo dei Poop: video-montaggi surreali e comici, popolari su YouTube, che manipolano in maniera ironica e talvolta nonsense scene di film, cartoni e programmi TV. Tamarindo parte da questo linguaggio “sporco” e anarchico, elevandolo però a un racconto più strutturato, che non rinuncia alla risata ma prova a inserirla in una cornice narrativa più ampia.

Storyland 1×05: valutazione e conclusione

Storyland 1×05 è un episodio che mostra la crescita di un progetto nato come webserie indipendente e diventato fenomeno di culto. Non è perfetto – il linguaggio rimane di nicchia e il budget basso si nota – ma è autentico, coraggioso e soprattutto creativo.
L’omaggio a Robin Williams, l’introduzione del robot Nina, la presenza vocale di Carlo Valli: tutti tasselli che compongono un mosaico pop sorprendente. Tamarindo firma un episodio che ridefinisce la sua serie, spingendola verso territori più universali pur restando fedele alla sua identità sperimentale.
Alla fine, la missione contro l’origine della Tempesta diventa anche una metafora: affrontare ciò che ci sovrasta, saper dire addio e continuare a camminare. Storyland trova qui la sua forma più pura: un’opera che, con i mezzi che ha, riesce a farsi memoria, gioco e poesia.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.2