Ritorno al futuro: la versione originale era molto più inquietante (e un po’ Breaking Bad)
Una domanda ci tormenta da 40 anni: come diavolo hanno fatto Marty McFly e Doc Brown a diventare amici?
Ritorno al futuro è un film che ha acceso l’immaginazione di milioni di spettatori, regalandoci viaggi nel tempo, paradossi temporali e DeLorean volanti. Ma c’è sempre stata una domanda che, al di là dei loop temporali e delle mamme troppo affettuose, ha tormentato i fan: come diavolo hanno fatto Marty McFly e Doc Brown a diventare amici? Un ragazzino di 17 anni e uno scienziato solitario sulla sessantina non hanno esattamente molto in comune. Non sono parenti, non sono vicini di casa, non condividono alcun hobby apparente. Il film ce li presenta già legati, con Marty che bazzica nel laboratorio di Doc per strimpellare la chitarra, senza spiegazioni.

La versione alternativa (e inquietante) del 1984
Una risposta sorprendente arriva da una bozza della sceneggiatura del 1984 mai girata, svelata da Treehouse Detective: in quell’abbozzo, Doc Brown aveva sperperato il patrimonio di famiglia costruendo la sua macchina del tempo. Alla disperata ricerca di soldi, si metteva a gestire un’attività clandestina… di pirateria di film per adulti. E indovinate chi reclutava per spacciarli tra i compagni di scuola? Esatto: il giovane Marty McFly. Diciamo che, come premessa, era già parecchio borderline per una pellicola che aveva già l’incestuosa crush di Lorraine per suo figlio. Gli studios pensarono bene che fosse meglio lasciar perdere: l’idea venne cestinata insieme ad altre trovate poi leggendarie (tipo la macchina del tempo che inizialmente non era la DeLorean, bensì un frigorifero).
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La spiegazione “canonica”
Per fortuna, la versione definitiva ha preso tutt’altra strada. E per una risposta ufficiale basta chiedere a Bob Gale, co-sceneggiatore del film, che nel 2011 ha chiarito la questione a Mental Floss.
Secondo Gale, Marty era incuriosito dalla fama da scienziato pazzo che circolava su Doc Brown. Da bravo ribelle, invece di scappare, ha deciso di avvicinarsi per vedere se le voci erano vere. I due si sono scoperti anime affini, “pecore nere” a modo loro, e Doc finì per offrirgli un lavoretto part-time come assistente di laboratorio. Insomma, niente traffici loschi o VHS imbarazzanti: solo l’incontro tra un teenager fuori dagli schemi e uno scienziato un po’ matto. Un legame improbabile, certo, ma decisamente più adatto a un film che sarebbe diventato un classico immortale del cinema anni ’80.