Javier Bardem agli Emmy 2025: “Israele fermi questo genocidio”

Sul red carpet della 77ª edizione degli Emmy Awards, Javier Bardem ha lanciato un appello politico forte e chiaro

Sul red carpet della 77ª edizione degli Emmy Awards, Javier Bardem ha scelto di mettere da parte la promozione della sua serie Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story per lanciare un appello politico forte e diretto: “Israele deve fermare questo genocidio”, ha dichiarato ai microfoni di The Hollywood Reporter, parlando della guerra in corso tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.

Javier Bardem agli Emmy 2025 cinematogrpahe.it

“Alla fine di agosto, l’IAGS – l’Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio – ha definito genocidio ciò che sta accadendo oggi a Gaza. Ed è per questo che chiediamo il blocco commerciale e diplomatico e le sanzioni contro Israele per fermare questo genocidio. Palestina libera”, ha detto l’attore spagnolo, aggiungendo: “Stiamo creando Film Workers for Palestine, un sindacato che sta coinvolgendo sempre più persone”.

Bardem ha voluto precisare che l’iniziativa non mira a colpire individui “in base alla loro identità”, ma le istituzioni e le case cinematografiche “complici nel mascheramento o nella giustificazione del genocidio e del regime di apartheid di Israele a Gaza”. Il premio Oscar ha anche affermato di non essere disposto a lavorare con aziende che non condannino apertamente quanto accade: “Il fatto che io non ottenga lavoro è assolutamente irrilevante rispetto a quello che sta succedendo lì”.

Candidato come miglior attore non protagonista in una miniserie o film antologico per il ruolo di José Menendez in Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story, Javier Bardem ha condiviso la scena con Chloë Sevigny, Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch.

All’inizio di settembre, Film Workers for Palestine aveva annunciato un impegno collettivo a boicottare collaborazioni con istituzioni e aziende cinematografiche israeliane “coinvolte nel genocidio e nell’apartheid contro il popolo palestinese”. Più di 1.300 professionisti del settore hanno già sottoscritto l’appello.

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Fonte: HR