Esprimi un desiderio: recensione del film di Volfango De Biasi

Esprimi un desiderio (2025) di Volfango De Biasi è una commedia delicata e intelligente che esplora il confronto tra generazioni con ironia e sensibilità.

“Stai maturando e hai solo 30 anni, non sarà troppo presto?”, esclama il personaggio di Herbert Ballerina al protagonista Simone (Max Angioni). Una battuta che riassume bene il dilemma dei millennial, generazione nata tra gli anni Ottanta e Novanta: forse la più preparata e ricca di titoli accademici, ma al tempo stesso sottopagata e spesso senza prospettive certe. È anche il dilemma di Simone, ragazzo con un passato in orfanotrofio e un futuro incerto e nebuloso. In Esprimi un desiderio (2025) di Volfango De Biasi, al cinema dal 25 settembre, l’età conta, ma non così tanto. Il film narra le disavventure di Simone che, a seguito di un incidente sul lavoro ai danni di un’anziana signora, viene condannato a prestare servizio in una casa di riposo. Un luogo popolato da persone di un’altra generazione che gli ricordano il trauma personale: l’abbandono da parte del nonno in un istituto. Una figura che, in parte, ritroverà in Ettore (Diego Abatantuono), tra scontri, incontri, avvicinamenti e ostacoli da superare.

Prodotto da Notorious Pictures e Tramp Limited, in associazione con Sony Pictures International Productions e con il contributo di FVG Film Commission – PromoTurismoFVG, Esprimi un desiderio arriverà in sala il 25 settembre 2025 distribuito da Notorious Pictures. La sceneggiatura è firmata da Volfango De Biasi, Irene Girotti, Adriano Ricci, Gianluca Belardi, Max Angioni e Diego Abatantuono.

Esprimi un desiderio racconta con semplicità il conflitto generazionale: utile, necessario e fondamentale per due epoche che si scontrano

Recensione Film Esprimi un desiderio Cinematographe.it

 Per crescere, inevitabilmente, si passa attraverso lo scontro con i “grandi”. È una legge non scritta che si ripete da tempo immemore: ogni generazione ha avuto le proprie montagne da scalare, le sue lotte personali contro lo status quo, le barriere anagrafiche e intellettuali con cui confrontarsi. Esprimi un desiderio, sulla falsariga della commedia, mette in scena proprio questo: due mondi che si scontrano, pur avendo bisogno l’uno dell’altro. Simone ricerca in Ettore la figura paterna che non ha mai avuto, mentre Ettore rivede in quel ragazzo le mancanze di attenzione del figlio. Ognuno cerca sé stesso nel confronto con l’altro.

È questo l’aspetto più interessante del film: il continuo dialogo tra le parti, non sempre fruttuoso. Anzi, spesso prevalgono silenzi, incomunicabilità, vecchie ferite e rancori. Eppure i personaggi diretti da De Biasi non rimangono fermi: ciascuno si muove verso il proprio personale “desiderio”, che sia un po’ di affetto, una ricerca di attenzione o di comprensione. Che cosa significa infatti desiderare? Tutti ci siamo trovati almeno una volta davanti a delle candeline, pronti a soffiare sui nostri sogni più intimi. Ma a cosa serve davvero desiderare? È un monito personale che ci spinge ad agire, o un’ambizione troppo grande da restare soffocata nel cuore? Il film, con delicatezza e sensibilità, prova a dare una risposta.

Il cast è ampio e ben diretto, a partire da Diego Abatantuono, capace di muoversi con naturalezza sia nei momenti leggeri che in quelli più drammatici.

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La prima prova cinematografica di Max Angioni è ampiamente superata, e il resto della compagnia contribuisce con misura: Nunzia Schiano, Gaetano Bruno, Elisabetta De Vito, Elisabetta De Palo, Giorgio Colangeli, Marco Messeri, Neva Leoni, Herbert Ballerina e Antonio Gerardi.
La casa di riposo diventa un luogo in cui le diverse personalità prendono vita: dall’anziano complottista alla sensibile cartomante, passando per una coppia di coniugi eleganti. La scrittura dedica più attenzione agli ospiti anziani che ai giovani inservienti o all’amico di Simone, descritti in maniera più superficiale. Restano però le performance e la sintonia del cast a rendere il racconto solido.

Il film è una commedia riuscita, mai sopra le righe, scritta con ironia leggera e delicata

 Il genere comico richiede percorsi narrativi precisi, in cui le trasformazioni dei personaggi vanno di pari passo con lo sviluppo della storia. Spesso però, verso la fine, capita che si inceppino, virando in direzioni un po’ affrettate o discutibili. Anche Esprimi un desiderio cade talvolta in questo rischio: alcune scelte narrative non sono del tutto coerenti con ciò che è stato raccontato, preferendo spiazzare lo spettatore e confermare il “fatal flaw” del protagonista. In questo caso Simone, che se da una parte trova l’affetto sperato, dall’altra vede l’amore allontanarsi ancora una volta. Ahimè, i colpi di fulmine esistono, soprattutto al cinema, dove spesso non c’è il tempo di giustificarli.

L’happy ending, quello hollywoodiano classico, è una soluzione che in commedia funziona sempre. Ma certe volte può risultare troppo prevedibile. Se c’è una pecca da evidenziare in Esprimi un desiderio, è proprio questa: il finale rischia di cadere nel tranello della soluzione facile, perdendo un po’ della sua freschezza.

Esprimi un desiderio: valutazione e conclusione

Recensione Film Esprimi un desiderio Cinematographe.it

Esprimi un desiderio è una commedia delicata, scritta con intelligenza e interpretata con grande efficacia. La regia dinamica valorizza le performance del cast e restituisce con naturalezza l’intensità delle loro interazioni. Si esce dalla sala con qualche risata in più, ma anche con domande profonde sull’età che avanza e sul senso del desiderare. Il film riesce in un compito non semplice: ricordarci che non conta l’età anagrafica, ma quella interiore, e che vicinanza, dialogo e confronto – soprattutto tra generazioni diverse – sono sempre sinonimo di crescita e maturità. Una visione che lascia addosso una bella sensazione, fatta di leggerezza e interrogativi autentici sulla vita e su ciò che ci attende “dopo di noi”.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.7