The Conjuring – Il Rito Finale: 5 curiosità che (forse) non sai
L’ultimo capitolo dei Warren nasconde segreti inquietanti: scopri 5 curiosità su The Conjuring – Il Rito Finale.
Dal 4 settembre 2025 è arrivato nelle sale The Conjuring – Il Rito Finale, l’ultimo capitolo della celebre saga horror con protagonisti i demonologi Ed e Lorraine Warren. Diretto da Michael Chaves, il film si presenta come la conclusione di una delle serie più amate del genere paranormale, iniziata nel 2013 con il primo The Conjuring – L’Evocazione.
In questo articolo ti raccontiamo 5 curiosità che forse non conoscevi sul film e sulla produzione.
1. The conjuring – il rito finale è il capitolo finale?

Anche se l’universo narrativo di The Conjuring potrebbe continuare con spin-off e progetti collaterali (come è successo con Annabelle o The nun), Il Rito Finale è pensato come la chiusura ufficiale della trilogia principale. Patrick Wilson e Vera Farmiga tornano nei panni dei Warren per l’ultima volta, regalando al pubblico un epilogo che intreccia casi irrisolti e riferimenti a tutti i film precedenti.
2. Ispirato ad un caso reale
Come gli altri capitoli, anche questo affonda le radici in un dossier autentico dei Warren. La trama prende spunto da documenti e testimonianze su presunti rituali demoniaci avvenuti negli anni ’80 negli Stati Uniti. Il film mescola fedeltà storica e invenzione, ma diversi dettagli sono stati ricavati da archivi originali custoditi dal museo degli oggetti maledetti appartenuto ai due demonologi.
3. Budget più alto
Se il primo The Conjuring era stato girato con circa 20 milioni di dollari, Il Rito Finale ha potuto contare su un budget notevolmente maggiore, stimato intorno ai 45 milioni. Questo ha permesso effetti visivi più sofisticati, scenografie imponenti e un respiro narrativo più ampio, pensato proprio per dare una conclusione spettacolare alla saga. Le scenografie sono state costruite con una cura quasi maniacale, alternando set realistici ad ambientazioni simboliche che giocano con l’iconografia religiosa e il linguaggio esoterico
4. Ritorno alle origini gotiche
Michael Chaves, già regista de La Llorona e The Conjuring – Per ordine del Diavolo, ha dichiarato di voler riportare il franchise a un tono più cupo e gotico, ispirandosi ai classici di William Friedkin e Roman Polanski. Il film gioca meno sulla spettacolarità delle possessioni e più sull’atmosfera, con un uso intenso di luci e ombre che richiama i primi film della serie. Il film riduce al minimo i jump scare facili, per concentrarsi invece su ambienti claustrofobici, dettagli simbolici e un uso delle ombre che richiama il cinema espressionista. La messa in scena si sposta spesso in case antiche, cripte e chiese sconsacrate, restituendo al pubblico quel senso di inquietudine primordiale che aveva reso unico il primo capitolo della saga.
5. Easter egg per i fan

Nel corso del film sono disseminati numerosi riferimenti agli altri capitoli dell’universo Conjuring: una bambola di Annabelle appare fugacemente in una scena; viene citato il “caso Enfield”, protagonista del secondo film; c’è un richiamo alla leggenda della suora demoniaca (The Nun).
Piccoli dettagli che gli appassionati più attenti potranno scovare, creando un legame diretto con l’intera saga.
The Conjuring – Il Rito Finale rappresenta un addio a una delle saghe horror più longeve e redditizie degli ultimi dieci anni. Con atmosfere inquietanti, effetti visivi curati e il ritorno della coppia Warren, il film chiude un cerchio che ha ridefinito il genere paranormale sul grande schermo, nel bene e nel male, tra stereotipi e jump scare, tra sotto trame intriganti e strizzatine d’occhio al grande pubblico.
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