Weapons e la tragedia personale che ha ispirato il regista
Anche se può essere difficile da credere, Weapons è basato su eventi reali.
Ogni 40 secondi negli Stati Uniti un bambino scompare o viene rapito. Una statistica agghiacciante, riportata dal Child Crime Prevention & Safety Center, che ci fa comprendere perché storie di sparizioni e traumi collettivi continuino a trovare spazio tanto nei film quanto nella cronaca. Con numeri del genere – 840.000 bambini all’anno – non stupisce che il cinema horror e thriller si abbeveri spesso da questo bacino di paure reali.

Ma in realtà Weapons, l’ultimo film di Zach Cregger (già regista del cult Barbarian), non prende spunto da un caso di cronaca. La sua origine è ancora più intima. “Ho avuto una tragedia nella mia vita che è stata davvero dura. Qualcuno a me molto, molto vicino è morto improvvisamente e, onestamente, ero così sopraffatto dal dolore che ho iniziato a scrivere Weapons”, ha raccontato il regista a Entertainment Weekly. “Non lo facevo con ambizione, ma solo per capire le mie emozioni”.
Cregger preferisce non svelare troppo: teme che, spiegando in dettaglio il senso del film, possa condizionare lo sguardo dello spettatore. Eppure ammette che alcuni capitoli della pellicola sono autenticamente autobiografici: “Li ho vissuti sulla mia pelle”, dice.
La scommessa, a giudicare dai risultati, è stata vinta. Weapons non solo è stato salutato dalla critica come uno dei film più originali e disturbanti del 2025, ma si è rivelato anche un successo commerciale, incassando quattro volte il suo budget iniziale. In un panorama dominato da sequel e franchise, l’opera di Cregger rappresenta un raro esempio di cinema personale che riesce anche a conquistare il grande pubblico. Chissà che non sia davvero uno dei primi segnali di una nuova stagione per Hollywood.
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