Il James Bond di Denis Villeneuve ingaggia lo sceneggiatore di una delle serie più importanti del secolo

Steven Knight alla sceneggiatura del nuovo 007

Quattro anni dopo No Time to Die, l’agente segreto più famoso del cinema torna a far parlare di sé. Ancora non si conosce il volto del nuovo James Bond, ma il progetto del 26° capitolo della saga prende sempre più forma. Il nome che ha acceso l’entusiasmo dei fan è quello di Denis Villeneuve: il regista di Dune e Blade Runner 2049 sarebbe pronto a sedersi dietro la macchina da presa una volta terminato Dune 3. E ora arriva un altro tassello che alimenta le aspettative: la sceneggiatura è stata affidata a Steven Knight, uno degli autori più influenti della televisione britannica contemporanea.

Knight, 65 anni, è l’uomo che ha creato Peaky Blinders, serie diventata culto planetario, e che negli anni ha dimostrato di saper gestire storie dal respiro epico e personaggi dal carisma incandescente. Non solo: è anche il creatore di Chi vuol essere milionario?, il format televisivo che ha cambiato il panorama dei quiz show internazionali. Con lui alla scrittura, il nuovo Bond promette di avere un impianto narrativo solido e, soprattutto, un tono capace di bilanciare tradizione e innovazione. Non sarà un compito semplice: raccogliere l’eredità lasciata da No Time to Die, con il suo finale dirompente, è una sfida che mette pressione a qualsiasi sceneggiatore.

Le prime stime indicano che il film non arriverà prima del 2028. Tempi lunghi, ma quasi inevitabili per un progetto di questa portata, soprattutto considerando la complessa macchina produttiva alle spalle: Amazon, Amy Pascal e David Heyman seguiranno il percorso creativo, che dovrà passare attraverso numerose revisioni e approvazioni. Un dettaglio significativo è l’assenza, questa volta, di Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, storici custodi del franchise. Una discontinuità che segna una nuova era per 007 e che potrebbe aprire la strada a scelte stilistiche più audaci.

Knight non è nuovo alle grandi responsabilità. Negli ultimi due anni ha firmato sei serie tv e sceneggiato film come Spencer di Pablo Larraín e il biopic Maria Callas. Ma questa è la prima volta che prende in mano una saga non sua, una macchina culturale globale con sessant’anni di storia e un pubblico abituato a non perdonare passi falsi. È una scommessa per lui e per Villeneuve, ma l’accoppiata fa intravedere un Bond diverso: più cerebrale, più atmosferico, meno legato al cliché e più vicino a una visione autoriale.

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