Gioja22: recensione del documentario di Stefano De Felici
Gioja22 di Stefano De Felici, un docu-corto intenso e coraggioso che invita a restare umani attraverso arte, attivismo e disobbedienza civile.
“Stay Human“. Mai come oggi, l’umanità ne avrebbe sempre più bisogno. In un mondo che assiste troppo spesso con indifferenza a tragedie silenziose e confini che si alzano, Gioja22, il documentario di Stefano De Felici, arriva come un grido necessario, coraggioso, nitido. Un gesto fuori dal comune — scalare una gru nel cuore del nuovo skyline milanese — si trasforma in atto poetico e politico insieme, un inno alla pace e all’autodeterminazione, un monito visivo per ricordarci chi siamo e da che parte vogliamo stare. In poco più di dieci minuti, il film restituisce profondità e forza a un semplice messaggio: restare umani è oggi il gesto più radicale che possiamo compiere.
Fregiatosi del Premio Cinematographe.it durante la prima edizione del CortoCircuito Film Festival, Gioja22 il documentario è prodotto da Moovie Film Service, Lampo TV, DLQ Creative Factory e Almost Videolab.
La disobbedienza civile come atto di resistenza attiva

Di cosa parla Gioja22? Il documentario mette in scena un gesto coraggioso e simbolico di disobbedienza civile: Carlo, un giovane milanese, si arrampica su una gru alta circa 150 metri, nel cuore del nuovo distretto finanziario di Milano (in via Melchiorre Gioia), per attirare l’attenzione pubblica sul tema delle migrazioni e invitare a “restare umani”. In dieci minuti vediamo Carlo prepararsi e, in parallelo, una serie di immagini simboliche legate alle operazioni di soccorso in mare.
Non è passato molto tempo dai fatti di Cutro (tra il 25 e il 26 febbraio 2023), così come da tanti altri naufragi nel mar Mediterraneo. Utilizzare immagini di questa portata significa sottoporre allo spettatore un’urgenza reale, cruda, che continua a mettere a dura prova le nostre coste e la nostra coscienza collettiva. Ed è qui che il messaggio si amplifica, facendosi portatore di un’empatia come forma di resistenza civile.
Insieme alla storia di Carlo, viene raccontata anche quella di Jamila, una migrante salvata in mare. Le biografie si intrecciano, i destini si incrociano, e dialogano grazie alla potenza del mezzo cinematografico: due esperienze di confine – fisico e mentale – danno vita a un unico racconto visivo e morale, che mette in comunicazione palco e realtà. È proprio questa l’idea originale del progetto cross-mediale Stay Human a rendere coerente e suggestiva l’intera tessitura tra fumetto, documentario e live performance.
Gioja22: valutazione e conclusione
Gioja22 è un docu-corto che riesce a unire arte e attivismo in modo originale: racconta il gesto di un individuo che sfida le strutture simboliche del potere per richiamare l’umanità di fronte alla crisi migratoria. La sua forza visiva — tra skyline scintillanti e il gesto sospeso in quota — restituisce un’esperienza audiovisiva intensa, breve e capace di lasciare un segno.
Il cinema come mezzo di impegno civile, capace di indicare la direzione giusta per un mondo migliore. O, quantomeno, un mondo in costante ascolto verso chi soffre, lotta e muore per guerre, fame e carestie.