Aragorn non era così unico come pensavamo: la verità sui Dúnedain de Il Signore degli Anelli
Quando Théoden dice a Éowyn che Aragorn aveva combattuto al fianco di suo nonno, lei lo guarda come se le avesse detto che è un fantasma. E in effetti, ci va vicino: Aragorn confessa di avere 87 anni, con l’aspetto di un uomo nel fiore degli anta. Com’è possibile? Facile: è un Dúnedain, discendente dei mitici Númenóreani. Ma ecco il colpo di scena che non tutti i fan si aspettano: “quell’abilità speciale” di Aragorn, ovvero la sua lunga vita, non era poi così unica.
Nella trilogia cinematografica di Peter Jackson, i Dúnedain vengono citati appena. Aragorn stesso, interpretato da Viggo Mortensen, li descrive come un popolo quasi scomparso. “Siamo rimasti in pochi”, dice ad Éowyn. Eppure, scavando tra le righe degli scritti di Tolkien, la storia diventa molto più sfumata.
Chi erano i Dúnedain?

I Dúnedain erano i discendenti dei Númenóreani, il popolo dell’isola di Númenor, benedetti dai Valar con una lunga vita per aver combattuto contro Morgoth, il primo Oscuro Signore. Quando Númenor fu sommersa dal mare (spoiler: per colpa di Sauron e un eccesso di hybris), alcuni sopravvissuti guidati da Elendil e Isildur fuggirono nella Terra di Mezzo, fondando i regni di Arnor e Gondor. Lì iniziò la stirpe dei Re… e dei Ranger. Non sappiamo quante persone salirono su quelle famose nove navi, ma si presume diverse migliaia, cui si aggiunsero le colonie númenóreane già presenti sulla terraferma. Insomma, all’inizio i Dúnedain erano tutt’altro che pochi.
La lunga vita non è bastata a salvare i Dúnedain dall’estinzione. Guerre continue, perdita dei regni e l’inevitabile incrocio con altri popoli portarono al graduale diluirsi del loro sangue “nobile”. Già alla fine della Seconda Era, dopo la Guerra dell’Ultima Alleanza contro Sauron, Elrond dice chiaramente: “Da quel giorno, la razza di Númenor è decaduta.” Il Regno del Nord, Arnor, fu poi distrutto nella Guerra di Angmar, lasciando solo pochi superstiti: i Rangers del Nord. A Gondor, invece, i Dúnedain sopravvissero in maggior numero, ma anche lì il sangue númenóreano si diluì nel tempo, perdendo parte dei suoi tratti distintivi. Solo alcune casate, come quella di Denethor e Faramir, ne conservavano una traccia più “pura”.
Quindi Aragorn non era l’unico?

Aragorn era senza dubbio uno dei pochi Dúnedain di sangue reale rimasto, ma non era l’ultimo. I suoi compagni Ranger – quelli che lo accompagnano nei Sentieri dei Morti nel capitolo Il trapasso della Compagnia Grigia – condividevano probabilmente lo stesso lignaggio. Nel libro, se ne contano una trentina, ma si sottolinea che sono solo quelli “radunati in fretta”, il che fa pensare a una popolazione ridotta, ma non inesistente: forse qualche centinaio in tutto.
D’altra parte, anche altri personaggi importanti avevano sangue númenóreano nelle vene. Éomer ed Éowyn, ad esempio, discendevano da Morwen Steelsheen, una donna di Gondor; Boromir e Faramir erano eredi di una linea quasi pura, e Faramir visse fino a 120 anni. Ma nessuno poteva competere con Aragorn, che vive fino a 210 anni. Tolkien lo definisce “della razza dell’Ovest incontaminata”. Un vero e proprio fossile vivente della nobiltà di Númenor.
Aragorn non era un caso isolato, ma era certamente un esemplare raro. I suoi tratti – la longevità, la saggezza precoce, la resistenza – erano il retaggio di una stirpe ormai sull’orlo dell’oblio. I Dúnedain esistevano ancora, ma sparsi, pochi e in parte dimenticati. Quindi sì, la sua abilità non era esclusiva, ma era eccezionale. E come spesso accade nella Terra di Mezzo, ciò che sopravvive non lo fa per caso: Aragorn era il simbolo vivente di un’eredità antica, l’ultimo baluardo di un tempo perduto. Non era il solo… ma era l’unico ad avere ancora un Regno da reclamare.
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