Paul Walter Hauser: i 6 film migliori, da vedere per conoscere l’attore

6 titoli per dare un'occhiata alla carriera dell'interprete.

Paul Walter Hauser non è il classico protagonista hollywoodiano. Eppure, nel corso degli ultimi anni, si è imposto come uno degli attori più versatili e sorprendenti. Nato nel 1986 nel Michigan e cresciuto in una famiglia profondamente religiosa, Hauser ha iniziato dalla televisione per poi passare a film a basso budget, alternando ruoli comici a performance drammatiche. Il suo viso rotondo, la voce riconoscibile e una sorprendente capacità di incarnare outsider, emarginati o personaggi apparentemente marginali ma sempre tridimensionali, lo hanno reso una presenza unica nel panorama contemporaneo. In un’industria che spesso premia l’uniformità, Hauser ha scelto una strada personale, costruendo un percorso fatto di scelte non convenzionali, esplorazioni complesse dell’identità americana e un’intelligenza attoriale che ha trovato nella vulnerabilità una forza espressiva. Dai biopic alle black comedy, dalle storie vere ai ruoli secondari che rubano la scena, questi sei film rappresentano i momenti chiave della sua affermazione, delineando un attore capace di sorprendere ogni volta per empatia, misura e intensità.

1. Richard Jewell (2019), di Clint Eastwood

Paul Walter Hauser - Cinematographe.it

È con Richard Jewell che Paul Walter Hauser conquista il centro della scena. Diretto da Clint Eastwood, il film racconta la storia vera di un uomo comune che, dopo aver sventato un attentato durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996, viene ingiustamente accusato di essere lui stesso l’attentatore. Hauser è Richard Jewell, guardia di sicurezza goffa, gentile, fedele alla legge ma spesso fraintesa, travolta dalla macchina dei media e da un sistema giudiziario spietato. La sua interpretazione è magistrale: priva di manierismi, sincera, straziante. Con uno stile asciutto e un’intensità emotiva quasi documentaristica, Hauser riesce a restituire tutta la tragedia di un uomo semplice trasformato in capro espiatorio. Eastwood, che ha sempre avuto un occhio per i volti autentici e non convenzionali, lo dirige con mano sicura, lasciandogli spazio per far emergere l’umanità del personaggio. Il film diventa così anche una riflessione sul pregiudizio e sulla solitudine, e Hauser è il cuore pulsante di questa narrazione. La sua performance gli vale numerose nomination, tra cui quella ai Critics’ Choice Awards, segnando il suo ingresso tra i grandi interpreti del cinema americano contemporaneo.

2. BlacKkKlansman (2018), di Spike Lee

Nel film di Spike Lee vincitore del Grand Prix a Cannes, distribuito in Italia con il titolo BlacKkKlansman, Hauser interpreta Ivanhoe, membro del Ku Klux Klan, accanto a un cast che include John David Washington e Adam Driver. È un ruolo di secondo piano, ma ancora una volta Hauser riesce a far emergere una personalità disturbata e disturbante. Il suo Ivanhoe è un razzista ottuso, impacciato e pericolosamente ingenuo, che incarna con sinistra credibilità il fanatismo ideologico camuffato da banalità quotidiana. Nonostante il tono satirico del film, l’attore riesce a evitare il ridicolo e a suggerire la minaccia strisciante dell’odio normalizzato. La collaborazione con Lee, che tornerà l’anno successivo in Da 5 Bloods – Come fratelli, conferma come Hauser sia in grado di adattarsi a visioni autoriali forti, portando sullo schermo personaggi che riflettono i lati più cupi della società americana. È il tipo di interprete che lavora nell’ombra, ma che rende più credibile e inquietante l’intero universo narrativo del film.

3. Tonya (2017), di Craig Gillespie

Paul Walter Hauser - Cinematographe.it

Il film che ha imposto Paul Walter Hauser all’attenzione del grande pubblico è Tonya, biopic atipico e scanzonato dedicato alla controversa pattinatrice Tonya Harding. Hauser interpreta Shawn Eckhardt, l’amico paranoico e maldestro del marito di Tonya, coinvolto nel famoso attacco alla rivale Nancy Kerrigan. Il personaggio, ispirato a una figura reale, avrebbe potuto facilmente diventare una macchietta comica, ma Hauser gli dona un’umanità scomoda e inquietante. Con la sua aria da eterno adolescente sovrappeso, gli occhi spenti e le dichiarazioni deliranti, costruisce un ritratto esilarante e grottesco, ma mai disumanizzante. La sua performance, tutta giocata tra l’eccesso e la vulnerabilità, è una delle rivelazioni del film. In mezzo a un cast di altissimo livello (Margot Robbie, Allison Janney), Hauser riesce a ritagliarsi uno spazio autonomo, segnando l’inizio di una collaborazione fortunata con Gillespie e facendo intuire le sue potenzialità nel fondere registro comico e drammatico.

4. Crudelia (2021), di Craig Gillespie

Dopo Tonya, Hauser torna a lavorare con Gillespie in Crudelia, rilettura in chiave punk e fashion delle origini della villain Disney. Qui interpreta Horace, uno dei due goffi scagnozzi di Cruella, accanto a Joel Fry nel ruolo di Jasper. Il duo comico, già noto nel classico animato, viene reinventato con brio e Hauser offre una versione sorprendentemente affettuosa e tridimensionale del personaggio. Horace, infatti, non è solo un ladro maldestro, ma un compagno leale e insospettabilmente acuto, capace di intuire ciò che si agita nel cuore della protagonista. Hauser si diverte visibilmente nel ruolo, bilanciando comicità slapstick con una tenerezza che dona equilibrio alla narrazione. In un film visivamente travolgente e dal ritmo vorticoso, la sua performance rimane impressa proprio per la sua semplicità disarmante. Crudelia dimostra ancora una volta la sua abilità nel brillare anche in ruoli apparentemente marginali, elevandoli con dettagli di recitazione e profondità emotiva.

5. The Instigators (2024), di Doug Liman

Paul Walter Hauser - Cinematographe.it

In The Instigators, Paul Walter Hauser si inserisce in un heist movie ad alta tensione diretto da Doug Liman e con un cast d’eccezione guidato da Matt Damon e Casey Affleck. Hauser interpreta Roy, un complice dal passato turbolento coinvolto in una rapina andata male e in una successiva fuga rocambolesca. Il film, distribuito da Apple TV+, mescola commedia nera, azione e dramma, e Hauser sfrutta ogni sfumatura per costruire un personaggio memorabile: impacciato ma furbo, cinico ma capace di empatia, sempre sull’orlo di esplodere ma anche capace di gesti inaspettati di umanità. In mezzo a una narrazione frenetica e carica di tensione, la sua presenza offre momenti di respiro e profondità. The Instigators dimostra come Hauser sia ormai un attore ricercato anche in progetti mainstream, capace di passare con disinvoltura da film autoriali a produzioni più commerciali senza mai perdere identità.

6. Delia’s Gone (2022), di Robert Budreau

In questo dramma cupo e intimista, Hauser interpreta Louis, un uomo con disabilità intellettiva ingiustamente accusato dell’omicidio della sorella, Delia. Dopo aver scontato la pena, intraprende un percorso di vendetta e verità. È un ruolo che richiede sensibilità estrema, e Hauser lo affronta con una grazia quasi invisibile. La sua performance è contenuta, calibrata, fatta di gesti minimi e pause significative. Louis è un personaggio fragile ma determinato, e l’attore riesce a trasmettere il trauma, l’innocenza e il dolore di un’esistenza deformata dall’ingiustizia. In un film che si affida alla forza dei volti e al silenzio dei paesaggi rurali, Hauser è una presenza magnetica. La sua interpretazione conferma la sua capacità di incarnare outsider non convenzionali, portando in scena una dignità profonda che buca lo schermo. Delia’s Gone non è solo un thriller, ma una riflessione sull’identità e sul perdono, e Hauser ne è l’anima silenziosa ma determinante.