Olympo: recensione della serie TV sportiva spagnola di Netflix

Olympo, la serie sportiva spagnola di Netflix che si ferma lontana dal podio.

Cosa si è disposti a fare pur di raggiungere i propri obiettivi? È quello che si chiedono i giovani protagonisti di Olympo, la serie spagnola di Netflix, disponibile dal 20 giugno 2025, e incentrata sul mondo dell’atletica e degli sport competitivi. Diretta da Marçal Forés, Daniel Barone e Ana Vázquez, lo show segue le vicende di alcune promesse olimpioniche mentre si sfidano tra loro per sperare di poter accedere alla manifestazione sportiva più antica e famosa al mondo. Tra gli atleti del prestigioso istituto sui Pirenei C.A.R. (Centro di Alto Rendimento) c’è Amaia (interpretata da Clara Galle), capitana della squadra di nuoto sincronizzato. Una ragazza molto ambiziosa, che pretende tanto da sé stessa e dagli altri. Quando la sua compagnia di squadra nonché migliore amica Nuria la supera e ha un incidente che la mette in serio pericolo, Amaia comincia a chiedersi il motivo dietro questi inspiegabili miglioramenti di alcuni atleti. Quanti rischi si stanni prendendo i suoi colleghi per cercare di raggiungere la perfezione agonistica?

Olympo, una serie “spenta”, che tuttavia offre un’interessante riflessione sul tema del doping

Olympo; cinematographe.it

Le premesse di Olympo sono interessanti fin dall’inizio. Zoe (interpretata da Nira Osahia) è un’atleta velocissima nella corsa. Dopo una tragedia che coinvolge la sua amica, la ragazza accetta con riluttanza di entrare a far parte della prestigiosa accademia sportiva C.A.R., dove il suo talento verrà perfezionato per lanciarla alle Olimpiadi. Subito si scontra con Amaia, bella quanto letale: due personalità agli antipodi, che svilupperanno un’accesa rivalità. La parte interessante di Olympo si articola alla fine del primo episodio quando Nuria, l’amica del cuore di Amaia, ha un incidente in vasca che la conduce quasi alla morte. È chiaro che la giovane sta assumendo qualche sostanza che la porta ad esibirsi ad un livello molto superiore. Il problema è che quando espone i suoi dubbi, nessuno le crede poiché Amaia è competitiva, e sarebbe disposta a tutto (anche gettare fango sulla sua migliore amica) per riuscire a raggiungere il suo obiettivo, che è quello di partecipare alle Olimpiadi.

Olympo è una serie molto interessante per la tematica che propone. Si parla di sport agonistici e di doping, e ciò porta lo spettatore a mettersi nei panni di questi giovani atleti che inseguono i suoi sogni. Peccato che per arrivarci, alcuni di loro finiscano letteralmente per vendere l’anima al diavolo, ossia alla Olympo, una società che offre sponsorizzazioni e che rappresenta il loro trampolino di lancio verso la più grande manifestazione sportiva a livello internazionale. Il tema del doping viene centrato abbastanza bene nella storia, e la scrittore segue passo passo gli atleti mentre si piegano a queste “pratiche”. In particolare, la narrazione segue i due punti di vista di Zoe e Amaia. La prima è una sportiva riluttante che non crede nel suo potenziale, e perciò si rifiuta di farsi somministrare sostanze che possano aiutarla. La seconda, invece, fa totalmente affidamento su se stessa: sa di essere brava, ma tuttavia cerca sempre la perfezione per compiacere sua madre. Il contorno, fatto di storie secondarie che potrebbero benissimo essere diluite, è quello che rende la serie tv un po’ “spenta”. È il problema che si pone quando si ha a che fare con troppi personaggi con cui difficilmente si riesce a trovare uno spazio. Alcune storyline vengono abbandonate, altre meriterebbero più approfondimento. Un altro tema interessante, che propone spunti di riflessione, è l’omosessualità nello sport. Roque (Agustín Della Corte) è un giocatore di rugby gay che vorrebbe vivere la sua storia alla luce del sole, ma per ovvi motivi non può esporsi. E se lo facesse, come cambierebbe la sua immagine?

Olympo: valutazione e conclusione

Olympo appare come una sorta di Elite ma ambientate nel mondo dello sport. Abbondano i personaggi, così come le storie. C’è sesso (a volte troppe scene non necessarie), sequenze ad alto erotismo ed è un pullulare di corpi che si intrecciano tra loro non solo tra le lenzuola, ma anche sulla scena agonistica. Olympo è una serie come tutte le altre, senza particolare brio o storie interessanti. Tra loro spicca solo Amaia, un personaggio a cui Clara Galle dona zone grigie: non è una presenza né positiva, né negativa, eppure è questa sua dualità a renderla affascinante. Unico spunto interessante di Olympo è il modo in cui viene raccontato il doping e le sue conseguenze.

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Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.7

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