Lo Squalo compie 50 anni: perché dopo tutto questo tempo continua a spaventarci

Perché dopo 50 anni Lo Squalo continua a popolare i nostri incubi e farci paura?

Buon compleanno a Lo Squalo: il cult di Steven Spielberg compie 50 anni. In questo stesso giorno di quel lontano 20 giugno 1975, la pellicola che avrebbe lanciato la carriera del leggendario cineasta americano usciva nei cinema, dando vita al blockbuster estivo. Spielberg aveva all’epoca 28 anni, e mai nessuno avrebbe immaginato che quel vecchio Bruce, l’animatronic meccanico del mascellone protagonista, sarebbe diventato iconico fino ai nostri giorni. La trama de Lo Squalo è ormai nota a tutti: tratto dal romanzo omonimo di Peter Benchley, a sua volta ispirato a una vicenda realmente accaduta, è incentrata sulla caccia a un grande squalo bianco che sta seminando il panico sulle coste di una tranquilla spiaggia dell’isola di Amity, nel New England. Il capo della polizia Brody (Roy Scheider), l’oceanografico Hooper (Richard Dreyfuss) e il cacciatore di squali Quint (Robert Shaw) partono alla volta del mare aperto per cercarlo e ucciderlo. Mezzo secolo è passato dal suo debutto: perché Lo Squalo continua ancora a popolare e terrorizzare i nostri incubi?

Lo Squalo: un classico senza tempo che risveglia i nostri istinti primordiali

La musica inquietante di John Williams che accompagna le riprese di un fondale marino nei titoli di testa de Lo Squalo è impressa da sempre nella nostra memoria. Un’immagine iniziale difficile da dimenticare. La spensieratezza di una ragazza che si immerge per fare il bagno di notte è sinonimo di felicità. Quel momento apparentemente tranquillo viene ben presto interrotto da qualcosa che nell’ignoto la colpisce e poi la trascina. In quel buio, il mare diventa il nemico per eccellenza da cui è impossibile scappare. Per un’ora di film, il grande squalo bianco non fa mai la sua comparsa; si fa vedere timidamente con una pinna sul filo d’acqua, e percepiamo la sua presenza tramite le urla disperate di una madre che cerca suo figlio (e poi scopre che è stato ucciso dall’animale marino), e dai bagnanti che fuggono in preda al panico per rifugiarsi in spiaggia. Una scelta registica quella di Spielberg, che sceglie di mostrare lo squalo solo dopo metà film, che si rivela eccellente e funzionale, e che ha anche un’altra motivazione.

La paura dell’ignoto accompagna l’essere umano fin dagli albori della civiltà. Il non sapere cosa ci attende in terre inesplorate è qualcosa che affascina perché ci spinge ad andare oltre e superare i nostri limiti. Allo stesso tempo, però, ci inquieta, perché non sappiamo cosa aspettarci. Lo squalo è un animale misterioso ancora oggi. All’epoca in cui uscì il film, ben presto l’animale venne etichettato come un mostro da uccidere, alimentando il falso mito che fosse un mangiatore di uomini. In realtà, il film ha anche contribuito ad accrescere l’interesse verso questo maestoso predatore, tristemente minacciato oggi a causa della caccia.

Lo Squalo e quella frase che cambiò il corso del film

Ritorniamo quindi alla domanda iniziale: perché Lo Squalo continua a terrorizzarci anche dopo 50 anni? Spielberg sceglie di mostrare ‘Bruce’ per intero solo dopo la prima ora di film, quando Brody, Hooper e Quint partono per il mare aperto. In questo modo, il regista ha permesso al pubblico di essere spaventato abbastanza e di essere pronto per lo scontro finale che avverrà tra i tre uomini sventurati e l’animale. Il film quindi ci prepara a quella che sarà la scena madre quando il predatore comincerà a giocare con le sue prede, apparendo e scomparendo sempre sul filo d’acqua – da brividi la scena in cui Brody sparge l’acqua con della carne e sullo sfondo appare lo squalo che spalanca le sue mascelle. Spielberg tiene sempre fissa la telecamere sul capo della polizia e su ciò che sta facendo, quasi come lanciasse un messaggio allo spettatore: occhio, che qualcosa sta per emergere sullo sfondo. Dopo aver visto da vicino il potente pesce, Brody pronuncerà una battuta destinata a diventare cult: “Ci serve una barca più grossa.” La frase è molto indicativa: fino a quel momento, nessuno dei presenti si era reso conto delle vere dimensioni dell’animale.

Da quel preciso istante, i tre uomini capiscono che la presenza dello squalo è reale e rappresenta una minaccia per tutti loro. Con Lo Squalo, Spielberg risveglia i nostri istinti più primordiali, spingendoci a compiere una scelta pur di sopravvivere. L’ignoto, quello che si teme di conoscere, si trasforma in un incubo ad occhi aperti e a quel punto si hanno solo due possibilità: scappare, oppure affrontarlo. E l’uomo, dall’alba dei tempi, è dotato di un libero arbitrio che lo spinge sempre a seguire il suo istinto. Sia pure esso quello di soccombere al suo stesso destino, facendo la fine dell’impavido Quint. Oppure affrontare la paura dell’oceano, come Brody, e uscirne vincitore.

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