Elio: la spiegazione del finale

Come finisce Elio, il nuovo film Disney Pixar? E quale è il vero significato del film? Scopritelo nel nostro approfondimento!

Elio, 29º lungometraggio Pixar, al cinema dal 18 giugno 2025, vede nuovamente Domee Shi alla regia, dopo Red, insieme a Madeline Sharafian che nel 2020 ha diretto il cortometraggio Pixar dal titolo Burrow. Elio, con le voci originali di Zoe Saldana, Jameela Jamil, Brad Garrett, Matthias Schweighöfer e le voci doppiate di Alessandra Mastronardi, Gaia Bolognesi, Adriano Giannini, Lucio Corsi e Neri Marcorè sta conquistando il pubblico italiano e internazionale, guadagnandosi l’appellativo di “portatore di un messaggio di pace”, che lo ha reso fin da subito attuale, importante, e oggi più che mai necessario, in linea con ciò che la Pixar ha sempre desiderato fare.

Elio: la trama nel dettaglio

Elio - cinematographe.it

La storia è quella di Elio, bambino di undici anni che fatica a fare amicizia, sia per un trauma che lo porta spesso ad allontanarsi da tutti e cioè quello di aver perso di recente entrambi i genitori e sia perché si sente realmente diverso dalle altre persone che lo circondano. Elio vive con sua zia Olga, sempre a lavoro, in particolare a un progetto top secret per decodificare possibili messaggi alieni. Elio vede l’idea di adattarsi al mondo in cui vive come qualcosa di impossibile: nessuno lo capisce davvero, nessuno vuole realmente essere suo amico e nessuno condivide con lui la sua più grande passione: il mondo degli alieni. Elio sogna di essere teletrasportato sul loro pianeta, invia messaggi nello spazione e spera di ricevere risposta. A causa di un equivoco il suo sogno si avvera, anche se gli alieni del mondo chiamato Comuniverso lo scambiano per il leader della Terra inviato come ambasciatore galattico. Non sanno che è un bambino e non sanno che non ha alcuna capacità di negoziazione. La carica di ambasciatore gli verrà infatti affidata a seguito di un trattato di pace che dovrà ottenere con Lord Grigon, capo di un altro pianeta dotato di un’imbattibile armatura di ferro e di armi esplosive.

Lord Grigon vorrebbe entrare da anni nel Comuniverso, ma da anni la sua richiesta viene rifiutata. Questo ha scatenato le sue ire ed è adesso pronto ad invadere il Comuniverso. Quando Elio, nel tentativo di negoziare, stringe amicizia con Glordon, simile a un bruco gigante figlio di Lord Grigon, i due inscenano un finto rapimento: Glordon sarà merce di scambio che il Comuniverso restituirà a Lord Grigon in cambio della pace. Glordon in realtà non vuole tornare sul suo pianeta dove tutti sono obbligati a diventare delle macchine da guerra, così come Elio non vuole tornare sulla Terra. Il Comuniverso permette però di creare dei cloni di gomma, ecco che un clone di gomma viene inviato sulla Terra con le sembianze di Elio. Ed Elio, di nascosto dai membri del Comuniverso, crea un clone di Glordon per far sì il clone torni sul pianeta con il padre Grigon e il vero Glordon rimanga nel Comuniverso con Elio. Tutto però va storto: Olga, la zia di Elio, si rende conto che il clone di gomma si comporta in modo troppo diverso da Elio e Grigon riconosce subito che il clone di Glordon non è il suo vero Glordon.

Il Comuniverso scopre così che Elio ha creato un Glordon di gomma, che è un bambino e non il leader della Terra e lo rimanda indietro. Per un errore Glordon, a bordo di una navicella dove Elio lo ha nascosto per far sì che Grigon non lo trovi, viaggia nello spazio con direzione la Terra. Lì viene subito catturato e imprigionato. Elio, quindi, con l’aiuto del suo clone, costretto a dire la verità ad Olga, cerca in tutti i modi di aiutare e riportare indietro Glordon, che non può sopravvivere alle temperature della Terra. Inaspettatamente è Olga stessa ad aiutarlo, riallacciando così un rapporto con Elio e riguardandosi l’uno la fiducia dell’altra. 

Come finisce Elio

Elio

Quando Elio e la zia Olga, con la navicella spaziale dove era tenuto Glordon, tornano nel Comuniverso, sotto il controllo di Lord Grigon, Glordon sembra ormai senza vita. Sia Grigon che Olga rimangono scioccati, addolorati, ma anche sorpresi, nel vedere quanto Elio fosse affezionato e Glordon. Di come Elio abbia cercato in tutti i modi di portarlo in salvo. Ecco che Grigon, distrutto dalla visione del figlio inerme, si libera della sua armatura, fino ad allora l’unica cosa che lo rendeva fiero e orgoglioso di sé, e che non vedeva l’ora di far portare anche al figlio. Grigon, anche lui simile a un gigante bruco, culla e avvolge Glordon per riscaldarlo, nella speranza che riprenda la sua temperatura corporea. Quando Glordon mostra dei segni di vita, è Elio stesso a spingerlo a dire la verità a suo padre. Glordon gli confessa così di non voler “essere una macchina da guerra. Nonostante per Grigon questa non sia una scoperta, ammette infatti di averlo sempre saputo, sospira, dispiaciuto, di questa realtà. Ma ciò che è più importante è dire al figlio che, nonostante questo, l’amore per lui non cambia e non cambierà mai.

Elio, dopo aver quindi salvato Glordon, e liberato il Comuniverso, viene promosso ambasciatore, come ha sempre desiderato, e la sua nuova posizione viene accolta con entusiasmo e affetto. Da tutti, tranne che dalla zia Olga, forse però pronta ad accettare che Elio sia felice con questa nuova famiglia. Elio, contento della fiducia dimostratagli dal Comuniverso, ha capito però che non appartiene a quel mondo. Per quanto Glordon sia stato il suo primo vero unico amico e la vita nel Comuniverso sarebbe stata quella che aveva sempre desiderato, Elio sa che la Terra è la sua casa, Olga è la sua famiglia e, nelle ultime ore, nel tentativo di impossessarsi della navicella e portare Glordon sul suo pianeta, ha avuto modo di vedere quel mondo dal quale voleva scappare, con occhi diversi. È sintomatica, oltre che straordinaria, la scena dove vediamo Olga ed Elio aiutati da varie persone collegate alla navicella da diversi Paesi del mondo, unite per far sì che riescano a ritrovare la rotta e non finire dispersi nello spazio.

Perché Elio torna sulla Terra

Elio

Un lieto fine sotto tutti gli aspetti avrebbe potuto vedere Elio scegliere di rimanere ambasciatore del Comuniverso, essendosi guadagnato questa carica dopo aver dimostrato le sue capacità, aver salvaguardato la pace e insegnato in qualche mondo agli adulti, sua zia Olga e Lord Grigon, di collaborare e comprendersi, invece che scontrarsi e far del male agli altri. Ma come la Pixar sa di parlare a un pubblico di tutte le età e non ha mai realizzato film di solo intrattenimento, con Elio vuole trasmettere un messaggio più elaborato. L’amico che ha trovato in Glordon, ciò che ha condiviso con i membri del Comuniverso e l’intera esperienza con gli alieni è un qualcosa che Elio porterà sempre con sé. Gli rimarrà tutto di quei momenti e l’insegnamento che ne trarrà in futuro renderà quel periodo ogni giorno indimenticabile.

Quando Elio vede il suo clone di gomma comportarsi come un qualsiasi bambino, anzi, come un bambino apparentemente “perfetto”, forse troppo, e quindi poco credibile agli occhi di chiunque, viene colpito da una profonda tristezza. Inizialmente sembra che sua zia Olga sia immensamente felice che Elio sia finalmente diventato quel bambino che lei ha sempre desiderato. E non più fonte di problemi come aveva lasciato intendere che lui fosse. Ecco che si insinua nel vero Elio il dubbio di essere lui ad avere qualcosa di sbagliato. Di non riuscire ad avere amici e di non vivere serenamente sulla Terra per causa sua, e non per colpa degli altri come aveva sempre pensato. Elio non vede l’altra faccia della medaglia: sua zia Olga sente che quel bambino, il clone di Elio, ha qualcosa di strano. Per quanto le infonda tranquillità e stabilità, quello non è Elio. Spesso infatti ci si lamenta di chi si ha di fronte, sembra suggerire la Pixar, ma non per questo l’affetto è minore o assente.

Il processo di crescita è un costante rendersi conto di qualcosa

Elio

Spesso quelli che sembrano difetti e nodi da sciogliere, sono ciò che caratterizzano la personalità di un individuo. Elio che non parla più di alieni, che non si mette continuamente nei guai e che è un modello di regole che segue alla lettera, non è Elio. E la zia Olga vuole bene al vero Elio. In più sua zia Olga si è rivelata diversa da come credeva. Quando il vero Elio torna sulla Terra e i due ammettono quanto l’uno sia mancato all’altra, c’è un primo momento di consapevolezza. Elio si rende conto di quanto la Terra sia la casa che ha sempre conosciuto, magari criticato e odiato, ma per cui un senso di appartenenza e legame c’è, è presente e innegabile. Tutto inizia davvero a modificarsi, in lui, quando vediamo la zia Olga infrangere le regole, sfidare colleghi e superiori per aiutarlo. Per di più fuggire, scappare e rischiare la vita per aiutare Glordon, unico amico di Elio. Lei stessa non crede ai propri occhi quando capisce che si tratta di una specie di bruco gigante.

Ma non esita a portarlo lontano dal mondo degli umani che, come lei stessa sospetta, non cercheranno di salvargli la vita. Quando Elio quindi torna e viene accolto nel Comuniverso avendo insegnato anche agli alieni la forza dell’amore e dell’unione, il rapporto con Olga è cambiato. Ci sono altre persone che li hanno aiutati nella loro impresa e forse quel mondo che tanto lo ha fatto soffrire ha qualcosa in più oltre che un’infinità di problematiche. Elio, a undici anni, quindi, in un momento di profonda crescita, scende a patti con tutto quello che la Terra ha da offrirgli. E come lui stesso dice “deve continuare a provare“. Perché forse, convinto in passato che non avrebbe mai trovato amici, ha smesso di tentare. La sua infanzia sta giungendo al termine e tutto sta cambiando: le esigenze, i desideri e le difficoltà dei rapporti con gli altri si modificano drasticamente in quegli anni ed è giusto che Elio accetti e faccia di tutto, a volte sforzandosi anche, per trovare sulla Terra quello che ha trovato nel Comuniverso.

Il senso metaforico e quello più realistico del concetto di solitudine in Elio

Elio

Non è impossibile né facile per Elio dare una seconda, ma forse non ultima, possibilità al pianeta Terra. Lasciare Olga e abbandonare la possibilità di scoprire cosa la Terra ha in serbo per lui, non sarebbe giusto per il bambino che Elio è diventato. Elio accetta una vita che può essere caotica e a volte densa di difficoltà, ma che regala anche qualcosa che non ci si sarebbe mai aspettati. È questo che gli insegnano i suoi giorni nel Comuniverso. Ignaro forse di quanto lui abbia insegnato a sua volta a Lord Grigon, ad Olga e a tutti gli alieni con i quali è entrato in contatto. Il finale di Elio cerca anche di mostrare che spesso si crea una falsa correlazione tra due sensazioni che sono in realtà completamente differenti: unicità e solitudine. Essere unici, o sentirsi, a volte, diversi, anche estranei, non è sinonimo di solitudine. La stessa solitudine, che è spaventosa e vista come un male incurabile all’inizio di Elio, nel corso del film acquista una serie di connotati che la rendono oggi, un fenomeno purtroppo ampio, ma di cui parlare. Ci si può sentire soli anche quando non lo si è. C’è inoltre una grande differenza tra essere soli e sentirsi soli. Per quanto sia un ossimoro, la solitudine è una delle emozioni più condivisibili che esistano.

La solitudine, nell’era del digitale, dei social e in un mondo che sembra essere più pronto a sopraffare l’altro, è una sensazione che può far parte molte volte dell’uomo. Nel corso della vita è quindi normale sentirsi soli, ma accettarsi e accettare ciò che accade intorno, collaborando con gli altri, è il primo passo per capire quanto è importante essere uniti, essere insieme. Rendendosi conto di non essere soli. Elio non esula dalla domanda: “siamo soli?” riferita maggiormente a quella miriade infinita di stelle e pianeti che costituisce un universo sconfinato e immenso. La presenza degli alieni, l’esistenza di altre forme di vita extraterreste non è in Elio solo un pretesto. È sicuramente un modo per riflettere sulla natura dell’essere umano, sulla paura del diverso e un invito ad accogliere e comprendere, invece che allontanare ciò di cui si è all’oscuro. È la curiosità di fronte a qualcosa che si studia e si cerca di capire. È il mistero dello spazio, di ciò che c’è oltre la Terra. Un pianeta che è uno dei più piccoli del sistema solare. “Siamo soli?” in Elio è anche quella domanda assillante che ci si faceva negli anni ’70, tra avvistamenti UFO e attività paranormali. Una domanda che rimane, ancora oggi, senza risposta.

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