Incanto: recensione del film con Vittoria Puccini e Giorgio Panariello
Incanto, diretto da Pier Paolo Paganelli, con Mia McGovern Zaini, Vittoria Puccini e Giorgio Panariello, arriva nei cinema dal 3 luglio 2025.
Prodotto da Propaganda Italia con Rai Cinema, in coproduzione con Potemkino e Shelter Prod, Incanto è il primo lungometraggio di finzione diretto da Pier Paolo Paganelli, negli anni regista di numerosi cortometraggi e documentari. Tra i maggiori punti di forza di Incanto, film per famiglie dedicato in particolare ai giovanissimi, il cast, composto da Mia McGovern Zaini, Vittoria Puccini, Giorgio Panariello, Claudio Gregori. Affiancati da Stefano Pesce, Mia Benedetta, Massimo Pio Giunto e Zachari Delmas. Al cinema dal 3 luglio 2025 Incanto è la storia di Margot, una bambina tenuta prigioniera dalla perfida governante Felicia, e inconsapevole di essere lei la vera erede della casa del padre, dove Felicia vive in attesa di trovare un modo per vendere la residenza e sbarazzarsi di Margot. L’incontro di Margot con Charlie, presentatore e clown di un circo, cambierà la sua vita per sempre.
Incanto sono gli occhi di una bambina pieni di stupore e meraviglia
Incanto è un film per tutta la famiglia, con elementi da tipica favola per bambini e altri più oscuri, che forse potrebbero leggermente spaventare i più piccoli, senza però mai abbandonare un tono fiabesco, ironico e rassicurante, con uno stile che preferisce raccontare la realtà per quella che è, con le sue difficoltà e i suoi problemi. Un coefficiente soprannaturale si lega al circo e principalmente ai personaggi interpretati da Panariello e dalla Puccini, con un doppio scenario. Il primo sono gli occhi di una dolcissima Margot che vede nella bontà della figura di Charlie, volto appunto di Panariello, quella meraviglia, quella magia e quell’incanto, simboli di una vita diversa, fatta di amore e affetto, opposta a tutto ciò che invece ha sperimentato negli anni con la governante Felicia. Il circo, centrale in Incanto, è quindi un mondo fatto di scoperta e relazione con se stessi.
Allo stesso modo Felicia, interpretata dalla Puccini, si lega alla componente ultraterrena in ciò che le accade nel momento in cui la magia la raggiunge, una magia pronta a diventare oscura, ad assomigliare alla stregoneria, in base all’animo umano che ne diventa sede. È così negli occhi di chi guarda l’idea che ci sia veramente qualcosa di sovrumano, e appunto, magico, all’interno di quel tendone che sembra solo l’entrata di un circo e che potrebbe nascondere ciò che di più straordinario esiste al mondo. L’interpretazione di Vittoria Puccini è uno degli elementi più riusciti e anche divertenti del film: non solo vederla nel ruolo di villain è in parte una novità, ma quest’antagonista detestabile, senza mezzee misure e quasi impossibile da salvare, è una figura che convince fino in fondo. E contrappone per antonomasia a Charlie, Giorgio Panariello nel ruolo della sua nemesi.
Guida esistenziale e nemico da sconfiggere
Non c’è una reale lotta tra Charlie e Felicia ma è evidente come siano uno contrario dell’altro. E lo sono anche nel rapporto con la piccola Margot: Felicia vuole metterla a tacere, Charlie riesce a farla parlare, Felicia la tiene rinchiusa e segregata, Charlie è la prima finestra sul mondo; nel circo Felicia è la stregoneria e Charlie l’incantesimo più fatato. La caratterizzazione di Charlie è interessante: un eroe misterioso, del quale non si conosce la storia. Si intuisce però la sua attinenza con la vita di Margot: un’isolata sofferenza che diventa condivisibile solo nell’evidenza della sua similitudine con un’altra. Regia e fotografia sono quelle del classico film per bambini: semplicità e rispetto delle regole della narrazione, che predilige quindi non solo la limpidezza ma anche l’evoluzione del racconto, che descrive ed espone, dando modo all’azione di seguire il più sostanziale andamento nel principio di causa-effetto.
Incanto: valutazione e conclusione
La tecnica: la scenografia, i costumi e le acconciature ben ritraggono l’epoca e anche l’atmosfera favolistica. Anche se differentemente dal dubbio sul soprannaturale legato al circo la verosimiglianza è maggiore nel piccolo universo di Felicia. Anche la sceneggiatura segue il proposito della linearità e della chiarezza, salvo i monologhi di Charlie, dove è lampante una maggiore vena poetica. Con estro, sensibilità e genio artistico alla base di un filtro di una nuova realtà. Incanto si segue e alcune componenti risultano anche non scontate, come l’ingrediente dark che non sempre viene inserito nelle favole, ma che qui si addice con opportuna ricerca del reale, sia all’imprevedibilità che alla disparità dell’esistenza. Per il resto Incanto è anche un classico family movie, quindi sono individuabili quei passaggi già pre-annunciati e standardizzati del genere. Il pubblico dei giovanissimi potrà essere conquistato, anche perché gli ingredienti ci sono tutti: protagonista, antagonista villain a tutti gli effetti, mentore e struttura in tre atti tra climax, false risoluzioni, chiamate all’azione e lieto fine.