Love, Death and Robots – Stagione 4: la spiegazione del finale della serie TV
Nel finale di stagione della serie TV Netflix l'eterna lotta tra il bene e il male è affidata a un mucchietto di gatti.
Su Netflix è disponibile la quarta stagione di Love, Death and Robots, lo spettacolo animato ideato da Tim Miller e David Fincher, che ha sconvolto il modo di fare animazione e di narrare storie sul piccolo schermo. I nuovi episodi continuano a sorprendere i fan con storie uniche animate in modo innovativo: una serie di corti affidati a vari autori e studi di animazioni in una panoramica di storie avvincenti che spaziano dal tono ironico a quello drammatico passando anche per l’horror più puro. Tra gli episodi più interessanti c’è il finale di stagione Poiché può strisciare, che vede protagonisti dei gatti presentati come esseri antichi e divini che sono in grado di fare del male anche al diavolo stesso (tengono a bada l’oscurità – letteralmente e figurativamente).
Love, Death and Robots – Stagione 4: nel finale l’eterna lotta tra il bene e il male affidata a un “mucchietto di peli”

Londra, 1757. Nell’ultimo episodio si presentano i personaggi: un gatto parlante di nome Jeoffrey, che è stato di nuovo a caccia e torna dal suo padrone (un poeta che si trova in un manicomio) e il diavolo che invita Jeoffrey a seguirlo perché ha una proposta per lui. Il diavolo cerca di prenderlo per la gola, vuole che il gatto si faccia da parte in quanto il suo obiettivo è persuadere il poeta a scrivere con la sua guida “la poesia delle poesie” – così come la definisce – “per mettere a ferro e a fuoco la creazione“, cioè per distruggerla e appropriarsi dell’anima dell’uomo. Jeoffrey però non accetta di stringere alcun patto con Satana che quindi prova ad ucciderlo per far intervenire il poeta. E sia, ci riesce. Quest’ultimo chiede al demonio di risparmiare la vita al suo Jeoffrey e di essere pronto a fare qualsiasi cosa per salvarlo.
Satana combatte contro un gatto per l’anima di un poeta i cui versi potrebbero assicurargli il dominio sulla Terra ma Jeoffrey s’intromette e chiede consiglio ai “guerrieri di Dio”
Il buon Jeoffrey si accorge della pericolosità della richiesta di Satana e va a chiedere consiglio agli altri gatti randagi, che affermano che per sconfiggere il male oscuro bisogna negare al diavolo proprio ciò che desidera (cioè la poesia). Gli amici gatti poi profetizzano la vittoria di Jeoffrey sempre più desideroso di salvare il mondo intero e il suo padrone ( “Jeoffrey tu avanzerai strisciando“).
Lo scontro finale fra i Gatti e Satana negli spazi tra i mondi

I gatti sono intenzionati a distruggere i piani di Satana, mentre il poeta è ignaro di tutto. Inizia lo scontro tra il bene e il male. Tra i gatti ci sono pupa la cacciatrice e Jeoffrey ma Satana non sa ancora che questi animali discendono dagli angeli e riescono a spostarsi negli spazi tra i mondi! Jeoffrey distrugge la poesia che il poeta intanto aveva scritto sotto le influenze demoniache. E l’ultimo atto vede il Demonio infuriato che si ritira nel suo mondo tenebroso.
Love, Death and Robots – Stagione 4: la spiegazione dell’episodio finale della serie TV Poiché può strisciare
La creazione è salva, viene distrutta ogni poesia anti-creazionista. Resta la sola lirica dedicata dal poeta al suo adorato Jeoffrey: “poiché considero Jeoffrey il mio gatto, poiché neutralizzerà il potere dell’oscurità con la sua pelle elettrica e i suoi occhi abbaglianti. Poiché egli neutralizzerà il diavolo che è morte. Poiché egli può strisciare“. Il vero protagonista del finale, che è il gatto, avanza appunto strisciando. L’avanzare, in tal contesto, non si riferisce a un movimento fisico ma a un processo, un’azione che si svolge in modo non evidente. Jeoffrey avanza con difficoltà, lentamente e con gli ostacoli creati da Satana, ma lo fa in modo sottile e qui si aggiunge un’ulteriore sfumatura di significato, suggerendo che l’avanzamento avviene con un movimento che può essere insidioso. Qual è allora il significato di “poiché può strisciare”? Benché scelga una strada diversa, il bene è in grado di neutralizzare il male poiché “può strisciare”. Cioè può combatterlo sullo stesso terreno. Essere sottile e avanzare di nascosto, con un movimento insidioso e senza essere notato. La lirica che vale la pena scrivere – che è degna di rimanere- ha come guida esclusiva il bene. Il cui ultimo verso qui dà il titolo all’episodio finale dello spettacolo che propone quindi una profonda riflessione sulle potenzialità del bene e sulla lotta spirituale del nostro tempo.