Il Signore degli Anelli: perché Sam non è stato corrotto dall’Anello? L’assurda teoria che vi farà alzare gli occhi al cielo

Se siete stanchi di sentire le lamentele su Il Signore degli Anelli e sulle aquile, preparatevi a un'altra, ancora più fastidiosa, teoria (però questa volta è sensata).

Se siete stanchi di sentir parlare delle aquile che avrebbero potuto risolvere tutto in dieci minuti, preparatevi: c’è una nuova, fastidiosa – ma legittima – ossessione nella Terra di Mezzo. No, non è l’urlo di dolore di Viggo Mortensen quando calcia l’elmo. E nemmeno l’eterna domanda su cosa si siano detti Legolas e Gimli dopo l’assalto al Fosso di Helm. È qualcosa di ancora più assurdo. Qualcosa che sta facendo impazzire Reddit e gli appassionati de Il Signore degli Anelli: com’è possibile che Samwise Gamgee non sia stato minimamente influenzato dall’Anello del Potere?

Il Signore degli Anelli e il dilemma dell’Unico Anello

Come ha fatto Sam a portare l’Anello senza crollare sotto il suo peso spirituale e psicologico? Anzi: come ha fatto addirittura a toccarlo, a infilarlo in tasca, a tenerlo appeso al collo in una catena – e non solo sopravvivere, ma anche restare totalmente indifferente alla sua oscura seduzione? Questa non è solo una domanda da meme, tipo “perché non l’hanno attaccato a un topo?” (grazie, Internet). È una questione che mette in discussione uno dei concetti centrali della trilogia: l’Anello corrompe tutti. Boromir, Frodo, Gollum, perfino Gandalf e Galadriel temono di avvicinarsi troppo a esso. Eppure Sam, l’umile giardiniere dell’hobbit medio, lo prende in mano come fosse un mazzo di chiavi. Perché?

La risposta canonica ci porta alla natura stessa degli hobbit. Come razza, sono descritti da Tolkien come resistenti, modesti, poco inclini all’ambizione e molto legati alle piccole gioie della vita: tè, torte e secondi pranzi. In più, Sam è forse il più “hobbit degli hobbit”: leale, generoso, privo di vanagloria. L’anello prova ad aggrapparsi alla sua mente, ma non trova nulla a cui aggrapparsi. Alcuni fan avanzano un’ipotesi più sottile: Sam è stato toccato dall’Anello, solo in modo meno evidente. Durante il suo breve periodo come portatore, mostra segni di gelosia verso Frodo, una possessività che si affaccia per un attimo. Ma la sua forza emotiva – e il suo amore per Frodo – lo riportano sempre indietro. Non è che l’Anello non provi a corromperlo. È che Sam ha già tutto ciò che vuole: “una pinta di birra, un fuoco acceso e qualcuno che torni a casa con lui”.

Il vero eroe della storia?

Questo ci porta a una lettura ormai molto diffusa e sempre più accettata tra i fan: Sam è il vero eroe de Il Signore degli Anelli. Frodo può essere il protagonista, ma senza Sam, non solo non sarebbe arrivato a Mordor – non sarebbe mai nemmeno partito. Sam è la prova vivente che a volte non serve la spada di un re, la magia di uno stregone o l’astuzia di un ladro per salvare il mondo. Basta qualcuno che ti porti sulle spalle quando non riesci più a camminare. E allora, sì: potremmo chiederci perché non abbiano affidato l’Anello a lui fin dall’inizio. Oppure potremmo arrenderci al romanticismo della narrazione, accettare che ci sono cose che non hanno bisogno di spiegazioni logiche – perché appartengono al cuore e non alla mente. In un mondo in cui anche i più grandi possono cadere, Sam resta in piedi. E forse, proprio per questo, l’Anello non ha mai potuto nulla contro di lui.

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