Francis Ford Coppola difende Megalopolis e svela la sua nuova strategia

Francis Ford Coppola difende Megalopolis e adotta una strategia alternativa: “Come con Apocalypse Now, la gente tornerà al cinema”. Un paragone un po' azzardato, se si considera la realtà.

Francis Ford Coppola non ha mai avuto paura di rischiare, e Megalopolis ne è la prova più recente. Il leggendario regista ha impiegato oltre 40 anni per dare vita a questo ambizioso progetto di fantascienza, investendo personalmente ben 120 milioni di dollari. Tuttavia, il risultato, almeno dal punto di vista commerciale, è stato un disastro: solo 14 milioni di dollari incassati a livello globale e un’accoglienza critica tutt’altro che calorosa. Eppure, Coppola non si arrende. Anzi, rilancia, adottando una strategia che definisce “visionaria” e che paragona apertamente a quella adottata per Apocalypse Now.

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In un’intervista concessa a GQ, Coppola ha chiarito perché Megalopolis sia praticamente introvabile, sia sulle piattaforme di streaming sia nei formati fisici più comuni, in particolare negli Stati Uniti: “Non voglio che nessuno ne sia il proprietario. Il film è ancora in programmazione nei cinema. Dopo le elezioni, la gente sta comprando i biglietti per vedere Megalopolis, proprio come andrebbe visto. È stato profetico, affermare che l’America è come Roma, forse sul punto di perdere la sua repubblica. Ora la gente si sta affollando nei cinema. Abbiamo registrato il tutto esaurito a Boston e Detroit”.

Secondo il regista, proprio come Apocalypse Now – che venne inizialmente bollato come un fallimento dalla critica e dai media – anche Megalopolis potrebbe godere di una rivalutazione nel tempo. Un paragone, però, che risulta quantomeno azzardato. Infatti, Apocalypse Now (1979) non fu affatto un fallimento commerciale: incassò 78 milioni di dollari negli Stati Uniti a fronte di un budget di 31,5, vinse la Palma d’Oro a Cannes, ottenne otto nomination agli Oscar e vinse due statuette. Al contrario, Megalopolis, pur concorrente sulla Croisette, è tornato a casa a mani vuote e ha collezionato sei nomination ai Razzie Awards, i famigerati premi per i peggiori film dell’anno.

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La strategia di Coppola appare chiara: Megalopolis diventerà un “evento esclusivo”, accessibile solo in sala, in selezionate proiezioni, alimentando un’aura di culto e riscoperta. È una scommessa rischiosa in un’epoca dominata dallo streaming e dalla fruizione immediata, ma perfettamente coerente con la visione radicale di un autore che ha sempre anteposto l’arte alla logica degli incassi. Resta da vedere se il pubblico, come per Apocalypse Now, tornerà davvero a vedere Megalopolis. Ma una cosa è certa: Francis Ford Coppola continua a essere un regista che non segue il mercato. Lo sfida.