Reinas: recensione del film di Klaudia Reynicke

Reinas di Klaudia Reinicke è un film profondo, toccante, che esplora i legami familiari e l'esperienza migratoria sullo sfondo di un contesto politico caotico.

Vuoi restare?“, chiede la madre Lucìa alla figlia Aurora in una sequenza del film, ed è il quesito centrale di Reinas, il film di Klaudia Reynicke, al cinema dal 15 maggio 2025 con Exit Media, dopo essere stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival e premiato con il Grand Prix della Giuria Internazionale Generation Kplus al 74º Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Reinas è un racconto di formazione filtrato dalla lente personale di una famiglia che si trova costretta a meditare una fuga dal Perù, scosso da un periodo di grandi tensioni politiche.
Cosa bisogna fare quando il tuo Paese non ha di meglio di offrirti che una vita precaria e insicura? È meglio andare via o restare e lottare? Reinas prova a rispondere a queste domande incrociando la Storia del Perù con i desideri di crescita di due sorelle, Aurora ed Elena, le quali si trovano nella difficile situazione di partire con la madre e così abbandonare il padre, con cui hanno da poco ricucito il rapporto.

In Reinas la storia del Perù diventa il motore per raccontare i legami profondi di una famiglia complessa ma unita a suo modo

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La bellezza di Reinas sta tutta qui, nei rapporti personali che esplodono in un contesto di povertà e insicurezza, è la forza dell’amore che risplende in un’esistenza precaria, in una quotidianità scandita a suon di bombe e di coprifuochi. Nell’estate del 1992, a Lima, gli eventi precipitano velocemente. Il Paese è in crisi, il prezzo della vita sempre più alto: esplosioni, attentati, esercito spianato per le vie della città, e poi fame, povertà e, soprattutto, la violenza scatenata dai gruppi guerriglieri; in particolare, dal leader Sendero Luminoso e dal Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA). Il Paese si spacca in due: da una parte, il presidente Alberto Fujimori, che scioglie il Parlamento e sospende la Costituzione, accentrando tutto il potere nelle sue mani; all’altra i gruppi ribelli sedati da repressioni continue, limitazioni delle libertà democratiche e dei diritti civili.

In tutto questo, i drammi e i problemi di due giovani che vorrebbero solo vivere la loro età con spensieratezza e gioia. C’è Aurora (Luana Vega) che desidera fortemente rimanere a Lima con i suoi amici e i suoi primi amori adolescenziali; mentre Elena (Jimena Lindo), la più piccola, riflessiva e sensibile, percepisce le difficoltà della madre Lucìa (Abril Gjurinovic) nel mediare tra le esigenze delle figlie e la voglia di offrirle un futuro migliore. Solo che per andare via hanno bisogno dell’approvazione del padre Carlos (Gonzalo Molina), carismatico e affabile, quanto inaffidabile e assente. Tuttavia, l’unico modo per non separarsi dalle figlie è non firmare i documenti.

Reinas: valutazione e conclusione

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La Reynicke non abbandona mai i fatti storici, intrecciandoli sempre con le biografie personali dei suoi personaggi. Tant’è che abbandonare il Perù diventa non solo un’esigenza legata alle vicende politiche turbolenti, ma significa affrancarsi anche da un luogo intriso di ricordi, di radici, di memorie e affetti personali. In questo senso, Reinas è un film estremamente attuale. La sua capacità di descrivere la condizione dell’emigrazione come l’unica soluzione possibile è una scelta dolorosa ma necessaria. Molte famiglie peruviane all’epoca non poterono lasciare il Paese, solo chi poteva permetterselo cercava rifugio all’estero. Oppure, come succedeva spesso, le famiglie si smembravano, lasciando brandelli di sé nel passato in cerca di un avvenire migliore.

La regia della Reynicke è ordinata, lucida, coadiuvata dalla fotografia di Diego Romero Suarez Llanos e dalle scenografie di Tonino Di Giovanno. Reinas è capace di stimolare una riflessione profonda sul valore delle radici di una persona, il suo legame con il posto in cui vive e sul dramma di fuggire via quando l’esistenza diventa un peso insormontabile. Come Roma di Alfonso Cuarón e Io sono ancora qui di Walter Salles, anche la Reynicke scava nel suo passato facendo emergere tutte le contraddizioni di un Paese segnato dal caos politico. Ma ci sono anche i legami genitoriali di Aftersun di Charlotte Wells, al passaggio delicato dall’adolescenza alla vita adulta e la dinamiche familiari complesse e di come la scoperta di sé passi necessariamente attraverso dei conflitti o delle perdite.

Reinas è un film che affronta tanti temi, da quelli sociali e politici, alla costruzione della propria identità e dal desiderio di crescita ed emancipazione. Il tutto, sullo sfondo di una guerra civile sanguinosa, ma grazie alla mano delicata della Reynicke il film è una perla di sensibilità e coraggio. L’insegnamento più grande del film risiede nella capacità di accettare un destino sfortunato ma non per questo segnato a priori, nel calibrare le proprie scelte di vita accettando un duro compromesso tra dolore e speranza. L’intero percorso di trasformazione dei personaggi – specie delle ragazze – matura con profonda consapevolezza di sé e del circostante. Lasciando allo spettatore sensazioni molteplici, tra stupore, compassione e ammirazione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.6