Valeria Bruni Tedeschi: 7 ruoli memorabili che raccontano l’attrice
7 titoli di spessore per ripercorrere la carriera dell'attrice italiana.
Nata a Torino nel 1964 in una famiglia agiata di origine italiana e trasferitasi in Francia durante l’infanzia per sfuggire alle tensioni politiche degli anni di piombo, Valeria Bruni Tedeschi ha saputo coltivare una sensibilità artistica che trascende confini geografici e culturali. Cresciuta in un ambiente ricco di stimoli intellettuali – è sorella della cantante Carla Bruni e figlia di un compositore e di una pianista – Bruni Tedeschi si è formata tra l’Italia e la Francia, due Paesi che sono diventati i poli magnetici della sua carriera. Attrice, regista e sceneggiatrice, ha saputo passare con disinvoltura dal dramma intimista alla commedia surreale, senza mai perdere l’equilibrio tra naturalezza e introspezione. È capace di interpretare figure femminili complesse, attraversate da tensioni emotive profonde, spesso sospese tra la fragilità e la forza. La sua recitazione si distingue per una finezza psicologica rara: anche nei ruoli più eccentrici, riesce a rendere i suoi personaggi credibili e toccanti, mostrando una padronanza del mestiere maturata in decenni di collaborazioni con grandi autori del cinema d’autore. In questo articolo, ci concentriamo su sette film in cui Valeria Bruni Tedeschi ha dimostrato gran parte del suo talento.
1. Cinqueperdue (2004), di François Ozon

In questo raffinato dramma di François Ozon, Bruni Tedeschi interpreta Marion, una donna la cui storia matrimoniale viene raccontata in cinque episodi presentati in ordine cronologicamente inverso. Partendo dal divorzio e risalendo fino al primo incontro con il marito, il film esplora le fasi del deterioramento di una relazione, evidenziando come le speranze iniziali possano lentamente dissolversi in incomprensioni e distacco. Bruni Tedeschi è semplicemente straordinaria nel ritrarre Marion in tutte le sue sfumature temporali: vulnerabile, disillusa, ma anche capace di tenerezza e desiderio. La sua interpretazione è tanto più potente in quanto misurata: mai sopra le righe, sempre trattenuta, capace di suggerire il tumulto interiore del personaggio con un solo sguardo o una pausa nel dialogo. In un film che riflette sulla memoria affettiva e sulla trasformazione delle dinamiche amorose, la sua prova attoriale è uno degli elementi più intensi e memorabili.
2. La seconda volta (1995), di Mimmo Calopresti
Opera prima di Mimmo Calopresti, La seconda volta è un film asciutto e carico di tensione emotiva, che affronta le ferite lasciate dal terrorismo italiano degli anni Settanta. Valeria Bruni Tedeschi veste i panni di Lisa Venturi, ex militante di un gruppo armato, che scontata la pena incontra casualmente Alberto Sajevo (Nanni Moretti), la sua vittima sopravvissuta. La sua performance è costruita tutta su ambiguità e silenzi. Lisa è un personaggio murato nella propria colpa e nel proprio dolore, che Bruni Tedeschi rende con una recitazione introspettiva e controllata, evitando ogni retorica o giudizio. L’interazione con il personaggio di Moretti dà luogo a un confronto drammatico sottile e disturbante, in cui ogni gesto e ogni parola hanno un peso specifico. È una delle sue interpretazioni più mature, in cui il tormento morale e la memoria diventano materia viva.
3. Saint Laurent (2014), di Bertrand Bonello

In questo biopic sensuale e visionario dedicato allo stilista Yves Saint Laurent, Bruni Tedeschi interpreta Mme Duzer, un personaggio secondario ma emblematico dell’alta società parigina degli anni ’70. Bonello costruisce un affresco visivo denso e lussuoso, in cui ogni figura riflette una parte del mondo del protagonista: glamour, eccesso, fragilità. Bruni Tedeschi appare come una presenza raffinata, elegante, ma non priva di ombre. La sua Mme Duzer è una donna mondana ma segnata da un certo disincanto, incarnazione di un’élite decadente che vive al confine tra l’estetica e la vacuità. Con pochi tratti, l’attrice restituisce lo spirito di un’epoca, dimostrando ancora una volta la sua capacità di abitare ruoli anche brevi con autenticità e carisma.
4. Ma Loute (2016), di Bruno Dumont
Con Ma Loute, Bruno Dumont propone una commedia nera surreale, un’opera grottesca ambientata in una località costiera del Nord della Francia agli inizi del Novecento. Valeria Bruni Tedeschi interpreta Isabelle Van Peteghem, capofamiglia di una ricca e bizzarra dinastia borghese coinvolta in una serie di sparizioni e misteri. La sua performance è volutamente eccessiva, caricaturale, in linea con lo stile del film, che gioca con l’assurdo e il ridicolo. Bruni Tedeschi si muove tra espressioni esagerate, smorfie e posture innaturali, ma riesce comunque a conferire una certa umanità al personaggio. La sua Isabelle è una donna spaesata, in preda a nevrosi e isterismi, ma anche tragicamente comica nella sua inadeguatezza. È un’interpretazione coraggiosa e brillante, che conferma la sua abilità nel destreggiarsi tra registri opposti.
5. Only the Animals (2019), di Dominik Moll

In questo thriller corale e psicologico, ambientato tra la Francia rurale e l’Africa, Bruni Tedeschi interpreta Evelyne Ducat, una donna dell’alta borghesia che scompare misteriosamente. La narrazione frammentata del film svela gradualmente i legami tra i diversi personaggi coinvolti nella vicenda, costruendo un puzzle narrativo teso e intrigante. La sua Evelyne è un personaggio sfuggente, di cui si scoprono via via nuove dimensioni. Bruni Tedeschi riesce a incarnare con grande finezza la duplicità del personaggio: all’apparenza fredda e distaccata, ma interiormente animata da passioni e contraddizioni. La sua recitazione aggiunge profondità al mistero, mantenendo costante l’interesse dello spettatore. È un esempio perfetto di come anche in un’opera corale, Bruni Tedeschi riesca a lasciare un’impronta forte e personale.
6. Let the Sunshine In (2017), di Claire Denis
Nel delicato e malinconico Let the Sunshine In (Un beau soleil intérieur), Valeria Bruni Tedeschi compare in un cameo che, pur nella brevità, lascia un segno profondo. Il film, diretto da Claire Denis e interpretato da Juliette Binoche, è un ritratto dell’amore maturo, fatto di attese, delusioni e desideri irrealizzati. Nel suo ruolo, Bruni Tedeschi rappresenta una delle molte donne con cui la protagonista si confronta, specchi emotivi che riflettono paure e speranze comuni. Con pochi dialoghi, riesce a comunicare una vasta gamma di emozioni: vulnerabilità, ironia, insoddisfazione. La sua presenza arricchisce la coralità dell’opera, offrendo una finestra ulteriore sul mondo affettivo delle donne adulte in cerca di senso.
7. La balia (1999), di Marco Bellocchio

In questo dramma ambientato nella Roma fascista degli anni ’30, Valeria Bruni Tedeschi interpreta Vittoria Mori, moglie di un intellettuale borghese che affida il proprio neonato a una giovane balia del Sud. Il film, tratto da una novella di Pirandello, indaga le tensioni di classe, i conflitti culturali e i disagi psicologici legati alla maternità. Bruni Tedeschi offre una delle sue interpretazioni più intense e disturbanti. La sua Vittoria è una donna colta e fragile, tormentata dal senso di inadeguatezza e da una maternità vissuta come estraneità. Il contrasto tra lei e la balia diventa il fulcro drammatico del film, incarnando due mondi inconciliabili. L’attrice lavora sulle sfumature del volto, sull’inquietudine interna, sullo sguardo assente: è una prova straordinaria di recitazione psicologica.
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