Valeria Golino: 7 film con l’attrice da vedere assolutamente
7 titoli che non puoi perderti se ami l'attrice italiana.
Valeria Golino è una figura indubbiamente versatile. Attrice, regista, produttrice e intellettuale dallo spirito inquieto, ha costruito una carriera che spazia tra cinema d’autore e mainstream, tra Italia, Francia e Stati Uniti, e affermandosi anche dietro la macchina da presa. Nata a Napoli nel 1965 da padre italiano e madre greca, ha vissuto la sua infanzia tra Sorrento, Atene e Chicago. Proprio negli Stati Uniti, durante una lunga degenza ospedaliera, ha imparato l’inglese e il francese. Scoperta da Lina Wertmüller, debutta nel 1983 in Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada. Ma è solo l’inizio di un percorso che la porterà a diventare una delle interpreti più intense e premiate del cinema europeo. Di seguito, ti proponiamo sette film imprescindibili che raccontano il talento, la sensibilità e la trasformazione continua di Valeria Golino.
1. Storia d’amore (1986), di Francesco Maselli

È il film che consacra Valeria Golino a soli 21 anni, regalandole la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia. La sua interpretazione di Bruna, una giovane proletaria milanese coinvolta in una relazione con un ragazzo di ceto più alto, è intensa, realistica, priva di manierismi. Golino costruisce il personaggio con una profondità psicologica rara, trasmettendo un senso di smarrimento e desiderio di emancipazione. Maselli, maestro del cinema politico e sociale, crea attorno a lei un affresco lucido della condizione femminile, e Golino diventa il cuore pulsante del film, incarnando con potenza il conflitto tra aspirazioni personali e imposizioni sociali. La macchina da presa sembra innamorata del suo volto, ma è l’interiorità tormentata che l’attrice riesce a restituire a colpire nel segno.
2. Rain Man – L’uomo della pioggia (1988), di Barry Levinson
Film vincitore di quattro Premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Attore per Dustin Hoffman, Rain Man rappresenta il debutto ufficiale di Golino nel grande cinema hollywoodiano. Interpreta Susanna, la fidanzata di Charlie Babbitt (Tom Cruise), personaggio che funge da elemento morale e umano in una storia dominata dal rapporto complicato tra due fratelli, uno dei quali affetto da autismo. Pur in un ruolo secondario, Golino riesce a lasciare un segno grazie alla sua naturalezza e alla delicatezza con cui costruisce il suo personaggio: una donna sensibile, compassionevole, ma anche capace di prendere decisioni forti. In una scena iconica, Susanna canta in italiano e danza con Raymond (Hoffman) in un momento di tenerezza che spezza la tensione emotiva del film, offrendo un punto di vista femminile e affettivo in una narrazione altrimenti dominata da dinamiche maschili.
3. Respiro (2002), di Emanuele Crialese

Ambientato nella Lampedusa assolata, chiusa e arcaica, Respiro è un film poetico e potente, che mescola realismo sociale e suggestioni mitiche. Valeria Golino è Grazia, una madre anticonformista, appassionata, affettuosa ma anche disturbata, che sfida le rigide regole della comunità isolana. Il film, ispirato a una leggenda popolare siciliana, diventa un’allegoria della libertà e della follia, e Golino vi si cala con una naturalezza impressionante. La sua Grazia è vitale, enigmatica, a tratti selvaggia, ma sempre animata da un amore istintivo per i suoi figli e per la vita. Golino riesce a rendere credibile il personaggio senza mai indulgere nel melodramma, e il suo sguardo malinconico e ribelle è la chiave dell’intera narrazione. Il film vinse il Gran Premio della Settimana Internazionale della Critica a Cannes, e la sua interpretazione fu accolta con entusiasmo dalla critica internazionale.
4. La guerra di Mario (2005), di Antonio Capuano
In questo dramma psicologico intenso e commovente, Golino interpreta Giulia, una donna borghese napoletana che decide di adottare Mario, un bambino problematico con un passato difficile. Il film affronta il tema dell’adozione con rara profondità, mostrando lo scontro tra desiderio di maternità, senso di colpa e incapacità di adattarsi alla realtà dell’altro. Golino offre una performance toccante e stratificata, restituendo tutte le contraddizioni di una donna che vuole amare ma è travolta dalla complessità del suo ruolo. Il film è girato con uno stile realistico e partecipato, e l’interpretazione di Golino — premiata con il David di Donatello come miglior attrice protagonista — si distingue per intensità emotiva e autenticità. Il suo volto attraversa l’intero arco del film, specchio di una trasformazione interiore profondamente umana.
5. Il capitale umano (2013), di Paolo Virzì

Adattamento del romanzo di Stephen Amidon, Il capitale umano è un dramma corale che intreccia le vite di diverse famiglie coinvolte in un misterioso incidente. Golino interpreta Roberta Morelli, psichiatra e moglie di un ambizioso immobiliarista (Fabrizio Bentivoglio), ed è uno dei personaggi più complessi del film. Apparentemente marginale nella vicenda principale, Roberta è invece il cuore silenzioso del dramma: donna etica, sensibile, osservatrice, messa a margine da un mondo dominato da ambizione e cinismo. Golino costruisce il personaggio con misura e profondità, donandogli un’umanità dolorosa ma mai vittimistica. Il film è un ritratto impietoso della società contemporanea, e la sua interpretazione le è valsa un David di Donatello come miglior attrice non protagonista.
6. Per amor vostro (2015), di Giuseppe M. Gaudino
Con questo film visionario e sperimentale, Golino vince la sua seconda Coppa Volpi al Festival di Venezia. Interpreta Anna, una donna napoletana che lavora come suggeritrice televisiva e che vive sospesa tra sogno e realtà, stretta tra una famiglia oppressiva e un passato che ritorna. Il film alterna bianco e nero e colore per riflettere lo stato psichico della protagonista, e Golino si immerge completamente nel ruolo, offrendo forse la performance più intensa e coraggiosa della sua carriera. La sua Anna è fragile ma capace di una forza inattesa, spezzata ma non sconfitta, e il suo volto, segnato dalla fatica e dalla dignità, è al centro di una narrazione che diventa anche un atto d’accusa contro una certa violenza quotidiana e invisibile. La recitazione è tanto fisica quanto spirituale, con momenti che sfiorano la trance teatrale.
7. Il colore nascosto delle cose (2017), di Silvio Soldini

In questo film delicato e intimo, Golino interpreta Emma, una donna non vedente che incontra Teo, un pubblicitario cinico e in crisi esistenziale. Il film ruota attorno al tema della percezione — non solo visiva, ma emotiva — e Golino riesce a restituire con grazia e credibilità la condizione di cecità senza mai cadere nel patetico. Emma è un personaggio complesso: indipendente, ironica, affettuosa ma anche capace di affermare i propri limiti. Golino lavora sul corpo, sui gesti, sulla voce, costruendo una donna che ha imparato a conoscere il mondo attraverso altri sensi. Il suo rapporto con Teo diventa un confronto tra superficialità e profondità, tra distrazione e consapevolezza, e la chimica tra i due attori funziona. Il film è un viaggio nel mondo “invisibile” delle emozioni, e Golino ne è la guida silenziosa.