L’Eternauta: recensione della serie TV Netflix

L'Eternauta è un adattamento attualizzato che sa parlare a pubblico contemporaneo e non tradisce l'anima e l'ingegno del fumetto originale.

Già The Sandman sembrava un’impresa troppo imponente da far arrivare sul piccolo schermo, eppure non ci ha delusi. Anche adesso al colosso dello streaming gli sarà riuscito di riportare in vita un capolavoro? Lo show diretto da Bruno Stagnaro, con una produzione argentina, si compone di sei episodi e parte dalle premesse di rinnovare l’eredità di una delle opere più prestigiose della letteratura grafica mondiale. L’Eternauta è infatti un adattamento live-action dell’omonimo fumetto di Héctor Germán Oesterheld e Francisco Solano López. Disponibile su Netflix dal 30 aprile 2025, la serie tv è stata prodotta da K&S Films, con la collaborazione di Netflix. Le sue riprese si sono svolte a Buenos Aires tra maggio e dicembre 2023, utilizzando oltre 35 location reali e 25 set creati con tecnologie di virtual production proprio per ricreare alla perfezione l’atmosfera apocalittica del fumetto originale!

L’Eternauta racconta la lotta disperata per la sopravvivenza contro una minaccia aliena invisibile

L’incipit da cui parte lo spettacolo Netflix è lo stesso dell’originale: una misteriosa invasione aliena arriva in Argentina, e contemporaneamente in tutto il mondo, attraverso una sostanza simile alla neve che precipita dal cielo – o come polvere – uccidendo chiunque entri in contatto con essa. Un gruppo di vecchi amici, durante una canonica partita a carte a casa di uno di loro, assiste a un evento più unico che raro. Nondimeno i suoi membri potrebbero essere destinati a qualcosa di magnifico, di molto più grande di loro. Prende avvio una storia di una disperata lotta per la sopravvivenza contro una minaccia extraterrestre invisibile, che è anche una ricerca “sentimentale” straziante e lancinante che ci fa giungere a una conclusione inaspettata.

Un adattamento attualizzato che intrattiene e sa parlare al pubblico contemporaneo

Ciò che distingue la versione seriale dall’originale è l’epoca in cui è ambientata la storia, in questo caso ai giorni nostri; la stessa cosa non si può dire dei suoi personaggi che restano maturi e adulti proprio come nel fumetto d’origine. Nello spettacolo in cui si intromette anche l’avanzamento tecnologico, si velocizzano alcune scene e il ritmo, probabilmente per renderle più appetibili e con più appeal per un pubblico di giovanissimi astuti. Un altro elemento che caratterizzava l’opera di base era sicuramente l’aspetto meta-narrativo del plot: a fronte del protagonista che fa visita ad un fumettista per raccontargli una storia che funzioni da avvertimento su ciò che accadrà – l’invasione terrestre – affinché questo possa aiutarlo a cambiare le sorti del mondo. Anche qui si crea una lontananza con la serie tv, e nonostante ciò, se si riesce a superare lo smarrimento iniziale, L’Eternauta potrebbe essere il titolo giusto da cui lasciarvi trasportare.

L’Eternauta: valutazione e conclusione

La serie TV colpisce soprattutto per la sua messa in scena, ma anche per la regia, la fotografia e la rappresentazione dei “villain” in questione, così come per tutto il mondo narrato. L’Eternauta era un fumetto difficilissimo da adattare per il suo rilievo artistico e storico-politico. Netflix ha deciso di attualizzare la storia portandola ai giorni nostri, e la serie opta anche per un ritmo rapido creando molta suspense. Oltre ad essere capace di coinvolgere il pubblico, genera la curiosità verso i protagonisti. Sicuramente i soli sei episodi di questa prima stagione, che non brillano per originalità narrativa, mantengono un forte impatto visivo. Di questo spettacolo cupo e politico abbiamo apprezzato l’identità, il buon uso della suspense e come detto soprattutto l’estetica. La cosa più importante è che L’Eternauta supera questa grande prova e non tradisce l’ingegno e l’anima del fumetto.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

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