Renato Pozzetto e l’amore infinito per la moglie Brunella: “penso a lei in continuazione”
Renato Pozzetto, uno dei volti più amati della comicità, si racconta a cuore aperto nella sua nuova autobiografia, Ne uccide più la gola che la sciarpa. In un viaggio tra carriera e vita privata, l’attore svela diversi retroscena dall’infanzia, trascorsa a Gemonio, una piccola località nel Varesotto, alla fama. Già quand’era piccolo provava un forte interesse verso il teatro e l’umorismo.
Quindi, all’età di soli 16 anni, fondò un gruppo teatrale con alcuni amici, insieme ai quali tenne esibizioni nei locali. Quando correva il 1965 incontrò Aurelio Ponzoni, in arte Cochi. I due capirono all’istante di avere una sintonia speciale e, così, nacque il famosissimo duo, garanzia di risate sia in TV che in teatro.
Renato Pozzetto: l’amore infinito per la moglie Brunella

Cochi e Renato parteciparono a numerosi programmi televisivi di successo, tra cui Il buono, il brutto e il cattivo, Canzonissima e Milleluci. Nel corso della prolifica collaborazione scrissero e interpretarono anche canzoni memorabili, tra cui E la vita, la vita e La canzone intelligente.
Nel 1974, Renato Pozzetto debuttò sul grande schermo con Per amare Ofelia. Il film si rivelò uno straordinario successo, consacrandolo definitivamente. Negli anni successivi, proseguì l’attività cinematografica, scritturato in opere quali Il ragazzo di campagna, Il bisbetico domato, Il signor Robinson e A spasso nel tempo.

Intanto, nel 1975, sposò Brunella, la sua storica compagna. Una cosa sola per oltre quattro decenni, hanno avuto due figli, Giacomo e Francesca, il risultato di un amore smisurato. Nelle pagine dell’autobiografia, Renato Pozzetto parla con grande affetto della sua moglie, definita “la persona più importante della mia vita”.
Brunella ha rappresentato il punto di riferimento assoluto, la figura chiave sulla quale contare anche nelle difficoltà. Ha allevato i ragazzi, sacrificandosi, dedicando pazienza e speranza pure a lui. Dotata di senso dello humour, Pozzetto pensa a lei in continuazione. E crede che avrebbe potuto fare di meglio, darle di più.