Torno da mia madre: recensione del film di Éric Lavaine

Stèphanie è la protagonista di Torno da mia madre (Retour chez ma mère), film francese diretto da Éric Lavaine. La donna sulla Quarantina sta attraversando un periodo difficile della sua vita: è divorziata, ha un figlio con cui non trascorre tanto tempo quanto vorrebbe e ha appena perso il lavoro. Stèphanie (Alexandra Lamy), sempre stata abituata ad una vita di agi, si ritrova senza casa e senza soldi per un investimento sbagliato. Così è costretta a tornare a casa della madre e vivere la quotidianità della donna: termosifoni sempre caldi, sveglia alle sei del mattino e gli occhi della madre sempre puntati su di lei (che deve dire la sua anche quando la figlia utilizza un normale coltello e non quello adatto per spalmare la marmellata durante la colazione).

Torno da mia madre (Retour chez ma mère), film francese diretto da Éric Lavaine

A complicare la situazione ci pensano il fratelli di Stèphanie, interpretati da Mathilde Seigner e Philippe Lefebvre, e una cena che la madre organizza per riunire la famiglia e per dar loro una bella notizia. Ma il momento di ritrovo tanto atteso si trasforma in un campo di battaglia, dove tutti accusano gli avversari arrivando molte volte a conclusioni affrettate e prive di senso critico. In tutto ciò la madre, vedova ormai da un anno, non riesce a rendere partecipi i figli della novità che ha a cuore e conclude la serata in apparente solitudine.

Torno da mia madre: una commedia priva di originalità  e tenuta a galla dall’attice Josaine Balasko

Come tutte le commedie che si rispettano, l’happy ending non tarda ad arrivare e il film si conclude senza grandi colpi di scena, lasciando lo spettatore con qualche spunto su cui riflettere, come il mondo lavorativo sempre più precario, ma con la sensazione di aver visto un film privo di originalità e con ben poco da dire. L’asticella comica viene alzata dall’unico personaggio degno di nota, ovvero Jacqueline, una donna avanti con l’età, che non rinuncia all’amore e di nascosto prende l’ascensore per passare del tempo con il suo nuovo amore. Il merito va senza dubbio all’attrice Josiane Balasko che, aiutata da un personaggio comico ben scritto e da buoni tempi recitativi, riesce a far sorridere il pubblico. A questo proposito, queste le parole del regista sul personaggio:

Nella nostra società, a causa delle convenzioni, tendiamo a rifiutare il fatto che i nostri genitori possano avere una vita amorosa e intima. I figli di Jacqueline dovrebbero gioire del fatto che la loro madre sia felice. Alla fine del film è la madre, malgrado l’età, il personaggio più aperto: lei ha certamente compreso la vita meglio degli altri. Penso che abbia qualcosa di molto moderno: ha una doppia vita da molto tempo, senza che il marito e i figli se ne siano mai accorti”.

torno da mia madre

Torno da mia madre: una scena del film con Alexandra Lamy, Mathilde Seigner, Philippe Lefebvre e Jérome Commandeur

Torno da mia madre vi aspetta nelle sale italiane dal 25 agosto distribuito da Officine UBU

Un film che potrebbe essere un piece teatrale, ambientato all’interno della casa della madre, e in particolar modo nel salotto, luogo di riunione di tutta la famiglia; peccato che tutto ciò che si presenta sul grande schermo è una storia già vista. Le musiche accompagnano bene la sceneggiatura e forniscono al film una struttura ad anello, con Any Story di Hindi Zahra ad aprire e chiudere la storia. Torno da mia madre vi aspetta nelle sale italiane dal 25 agosto distribuito da Officine UBU.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.5