Frida: recensione del film con Salma Hayek sulla pittrice messicana Frida Kahlo

Con il film Frida, del 2002, la regista americana Julie Taymor porta sullo schermo per la Miramax Films la vita della pittrice messicana Frida Kahlo. La pellicola, presentata nel corso della 59ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, costituisce l’adattamento cinematografico della biografia Frida: A Biography of Frida Kahlo di Hayden Herrera.

Frida

Con Frida la regista Julie Taymor ripercorre la vita tumultuosa della pittrice messicana Frida Kahlo 

La Taymor ripercorre la vita dell’artista – interpretata da Salma Hayek – in modo lineare, seguendola dagli anni della giovinezza fino alla morte, illustrando allo spettatore gli eventi fondamentali che hanno forgiato lo spirito e l’arte di Frida Kahlo: l’incidente stradale che per mesi l’ha costretta a letto – insegnandole fin dall’adolescenza a convivere quotidianamente con il dolore; l’amore burrascoso e appassionato con l’affermato pittore Diego Rivera (Alfred Molina); gli aborti spontanei; il periodo trascorso a New York, dove Diego era stato incaricato di affrescare una parete del Rockfeller Center; l’amicizia con la fotografa italiana Tina Modotti e la relazione  con Leon Trotsky (Geoffrey Rush).

Frida

“Come mi sento? Non ricordo nemmeno più che sensazione avevo prima del dolore!” dice Salma Hayek alias Frida nel film

Frida Kahlo è la donna che, dopo aver subito un incidente devastante che le causò infiniti dolori, dopo aver perso più di un bambino nel proprio grembo, dopo che le venne amputata una gamba, pochi giorni prima di morire dipinse una natura morta di coloratissimi cocomeri e scelse di intitolarla Viva la vida.

È proprio questo il ritratto dell’artista che il film Frida restituisce: quello di una donna forte e determinata, selvaggiamente attaccata alla vita e desiderosa di trovare un proprio posto nella società, prescindendo dagli schemi e dai limiti imposti dalla tradizione.

Frida mette al centro le vicende personali e sentimentali dei protagonisti, collocando l’arte in secondo piano

Frida

La fotografia dai colori caldi e accesi del film gioca con i quadri della Kahlo e con l’immaginario folkloristico messicano, riportandoli alla memoria dello spettatore.

Nonostante questo, però, Frida finisce per collocare l’arte di Frida e di Diego Rivera un po’ troppo in secondo piano: al centro ci sono sempre le vicende personali e sentimentali dei protagonisti, mentre le loro opere finiscono per fare meramente da cornice. È per questa ragione che la pellicola di Julie Taymor, pur potendo vantare un cast assolutamente azzeccato e una sceneggiatura dal ritmo ben equilibrato, finisce per rivelarsi un film godibile ma incapace di dire qualcosa in più rispetto ai biopic più tradizionali.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 2
Emozione - 3

3.1