10 cose che non sapete sui film di Paul Thomas Anderson

Di tutti i registi che al momento lavorano in America, Paul Thomas Anderson è tra quelli che più merita il posto tra i grandi. Così come Quentin Tarantino e Steven Soderbergh, si è fatto le ossa sul campo – non in una scuola di filmografia ma tramite la sua ossessione cinefila.

I primi lavori di Paul Thomas Anderson, in particolare Boogie Nights – L’altra faccia di Hollywood, sono stati da subito degni di nota, sia in termini di eleganza visiva che  in quelli di complessità narrativa, dove l’influenza di Robert Altman, tra i preferiti di Anderson, è evidente.

Recentemente l’eleganza visuale è leggermente diminuita rispetto alla narrativa e alla profondità del sotto-testo che invece si sono solo intensificati. Con Il Petroliere e The Master, Anderson ha rivolto la sua attenzione sempre di più verso lo studio dei personaggi, decidendo di esplorare la perversione psicologica dell’avidità e dell’illusione americana.

Dopo il suo ultimo film Vizio di Forma, il quale ha causato a tutti una grande perplessità e a cui ancora in molti non hanno saputo dare una spiegazione, è giunto il momento di dare uno sguardo più da vicino al dietro le quinte della filmografia di Paul Thomas Anderson.

Paul Thomas Anderson incontra Philip Baker Hall sul set di Quiz Kid Challenge

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Anderson non è sempre stato un grande regista – dopo una scarsa performance recitativa durante le scuole superiori, ha dato il via alla sua carriera nel settore dell’intrattenimento lavorando in diversi show televisivi come assistente produttore. Fu sul set di Quiz Kid Challenge che incontrò uno dei suoi più noti collaboratori,  Philip Baker Hall.

Sebbene questo aneddoto di per sé non sembri particolarmente fuori dall’ordinario, diventa molto interessante quando si pensa alla parte che Paul Thomas Anderson affidò a Philip Baker Hall nel suo terzo film, Magnolia. Dopo aver inserito nello script la sua propria esperienza avuta con lo show Quiz Kid Challenge, Anderson diede a Hall la parte del presentatore dello  spettacolo fittizio What Do Kids Know?

Tre film di Anderson che hanno visto la luce prima come corti

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Non tutti i registi sono fortunati abbastanza da ottenere il via libera per i loro film al primo tentativo – il più delle volte, in effetti, un giovane aspirante regista ha bisogno di provare le sue qualità producendo uno o più corti prima che i finanziatori inizino a considerare l’idea di elargire il denaro.

Qualche volta questi corti finiscono per essere trasformati in lungometraggi e, nel caso di Anderson, tre dei suoi film hanno visto la luce prima di tutto come corti. Il suo corto del 1993, Cigarettes and Coffee (da non confondere con Coffee and Cigarettes di Jim Jarmusch) si trasformò in Sidney (Hard Eight). Il suo omaggio alla pornostar John Holmes, The Dirk Diggler Story, divenne il suo film di successo Boogie Nights – L’altra faccia di Hollywood, mentre un altro suo corto chiamato Flagpole Special finì sugli schermi come Magnolia, dopo significanti rivisti stazioni ed espansioni.

Leonardo DiCaprio rifiutò il ruolo di Dirk Diggler e suggerì Mark Wahlberg

Boogie Nights è stato senza dubbio il film che veramente ha catapultato Anderson sotto le luci della ribalta, successo che gli diede la libertà di fare come più gli pareva quando arrivò il momento di scrivere e dirigere Magnolia. In più fu il trampolino di lancio della carriera di Mark Wahlberg, che da allora è diventato una delle star più pagate di Hollywood. Fu solo perché DiCaprio decise di prendere il ruolo principale in Titanic che la parte andò a Wahlberg dopo che lo suggerì ad Anderson.

La carriera di Wahlberg forse avrebbe avuto esiti diversi se non avesse interpretato un ruolo in Boogie Nights.

Con un budget maggiore per Magnolia avrebbe fatto piovere cani e gatti

Magnolia è senza dubbio uno dei più famosi film di Paul Thomas Anderson. Con il suo stile narrativo particolare e l’incredibile performance di tutto il cast, è un quasi perfetto omaggio ai film di Robert Altman degli anni ’70.

Una delle scene più memorabili di Magnolia – e probabilmente di ogni film- arriva con l’atto finale, quando all’improvviso il cielo si riempie di rane che cominciano a cadere al suolo come fossero pioggia. I film di rado raggiungono questo livello di bizzarria ma se Anderson avesse avuto la possibilità, sarebbe stato ancora più strano – se avesse avuto più soldi voleva che piovessero cani e gatti (così come dice un noto modo di dire inglese). Presumibilmente (ci auguriamo) le sue intenzioni erano di usare animali finti e non vivi.

Paul Thomas Anderson e Tom Cruise litigarono a proposito di The Master

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L’annuncio dell’uscita di The Master e il fatto che fosse basato sulle origine della religione Scientologista causò un’istantanea tempesta di polemiche in alcuni circoli di Hollywood – molti attori fanno in effetti parte di questo particolare culto, star che includono nomi noti quali, a esempio Tom Cruise e John Travolta.

Avendo lavorato con Tom Cruise in Magnolia e iniziato un’amicizia insieme, non è una sorpresa per nessuno che Anderson fosse ansioso di vedere la reazione di Cruise a The Master. Inutile a dirsi, il portavoce scientologista non era felice del risultato finito, mentre la gente al quartier generale dello Scientology erano infuriati oltre misura per la scena che suggeriva che il sistema del loro credo fosse un prodotto dell’immaginazione del loro leader.

Anderson lasciò tutte le scene “controverse” nel final cut, insistendo che tutto fosse a posto tra lui e Cruise. Se lavoreranno ancora insieme oppure no rimane ancora da vedere.

Un test pirotecnico per Il Petroliere interruppe le riprese di Non è un Paese per Vecchi

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Il primo film di Paul Thomas Anderson in cui dimostra un’effettiva transizione dalle scene visive complesse a quelle esteticamente più frenate per concentrarsi sullo studio di un singolo personaggio è stato Il Petroliere, un capolavoro che si concentra su di un uomo ossessionato dall’avidità e dal potere.

Daniel Day Lewis regala una perfomance magistrale nei panni di Daniel Plainview, ma da acclamare è anche il crudo realismo che il film riesce a trasmettere. La scena dell’impianto di petrolio in fiamme è un esempio di questo realismo. Sfortunatamente, testare questo effetto pirotecnico ha avuto un impatto negativo sulla produzione dei fratelli Coen Non è un Paese per Vecchi. Con entrambi i film girati a Marfa, in Texas, una enorme nuvola di polvere arrivò dritta sul set del film dei Coen mentre stavano girando.

Le riprese ricominciarono solo il giorno seguente, quando la nuvola su diradò. E anni dopo loro si unirono ad Anderson per la corsa agli Oscar.

Robert Downey Jr. originariamente doveva interpretare il ruolo principale di Vizio di Forma

Non è strano per un regista scegliere un attore e poi lavorare con lui per una serie di film consecutivi. Martin Scorsese ha notoriamente collaborato con Robert De Niro su un certo numero di film classici prima di, per così dire, scambiarlo con un modello più giovane, più di recente lavorando con DiCaprio.

DiCaprio avrebbe benissimo potuto diventare l’attore ricorrente di Anderson se non avesse optato per Titanic invece che per Boogie Night – invece sembra che Anderson possa aver trovato una sorata di “musa” in Joaquin Phoenix. Le performance di Phoenix in entrambi The Master Vizio di Forma hanno dimostrato quanto sia il suo vero talento, ma l’ultimo film sarebbe potuto essere considerevolmente diverso se l’attore scelto inizialmente per il ruolo, Robert Downey Jr, avesse accettato la parte.

Downey sarebbe stato un Doc Sportello del tutto diverso e sarebbe stato fantastico vedergli interpretare un ruolo diverso da quelli di tendenza a cui ci ha abituato di recente.

 

Burt Reynolds licenziò il suo agente dopo aver visto Boogie Nights – dopodiché vinse dei premi per la sua performance

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Boogie Nights non fu soltanto la svolta per la carriera di Mark Wahlberg, ma riuscì da solo a riportare in luce la barcollante carriera del l’altro attore principale del film, Burt Reynolds. Reynolds interpretava il magnate del porno Jack Honer, inquadrando la parte perfettamente dall’inizio alla fine.

Penserete che Reynolds sia stato felicissimo della nuova esposizione data dal film che lo spinse fuori dall’oscurità, ma quando lo vide a quanto si dice lui lo odiò, arrivando perfino a licenziare l’agente che aveva al tempo. Dopodiché vinse un Golden Globe come Miglior Attore Non Protagonista e ricevette una nomination agli Academy Awards nella stessa categoria per il ruolo interpretato.

Non gli rivitalizzò comunque la carriera, e gli unici riconoscimenti degni di nota negli anni successivi al film sono stati niente di meno che 5 nomination come Peggior Attore Non Protagonista al Razzie Awards. Avrebbe dovuto tenersi l’agente.

Nessuno credette a Paul Thomas Anderson quando annunciò il suo Progetto Adam Sandler

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Dopo Sidney, Boogie Nights  e Magnolia era evidente praticamente a tutti che Anderson non fosse minimamente interessato a dirigere film di genere popolare,, così non risulta particolarmente sorprendete che in pochi gli credettero quando, dopo Magnolia, annunciò il suo prossimo progetto.

L’idea che Anderson potesse lavorare con Sandler sembrava completamente fuori questione per la maggior parte delle persone – dopo tutto, Anderson era il regista di film di gran classe laddove Sandler per lo più si dedica alle commedie poco colte che fanno leva sui denominatori comuni più bassi. Così quando Ubriaco d’Amore finalmente uscì in molti rimasero senza dubbio colpiti che Anderson stesse dicendo la verità.

Ubriaco d’Amore è verosimilmente il miglior film in cui Adam Sandler abbia recitato.

Samuel L. Jackson, Gwyneth Paltrow, Bill Murray e Harvey Keitel hanno tutti rifiutato dei ruoli in Boogie Nights

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Una volta che il cast finale di un film è stato deciso, questo inizia a prendere una vera forma – i personaggi vengono delineati dall’aspetto e dalle sfumature degli attori e puoi iniziare a identificare gli uni con gli altri. Fino a quel momento, però, il film ha il potenziale di andare in un numero differenti di direzioni a seconda della scelta del cast, e Boogie Nights non fa eccezione.

Boogie Nights ha raggiunto il suo status di film cult attraverso il magnifico lavoro del intero cast, ma poteva essere un film completamente diverso. Immaginate se Gwyneth Paltrow avesse accettato il ruolo di Rollergirl, o se Bill Murray non avesse rifiutato la parte di Jack Horner, un film decisamente diverso inizia a emergere. Allo stesso modo, Samuel L. Jackson sarebbe stato un Buck Swope completamente differente comparato a Don Cheadle, mentre Joaquin Phoenix avrebbe cominciato la sua scia di film con Anderson anni prima se non fosse stato per il fatto che non gli piaceva l’idea di interpretare una porno star.