Marseille – Uno sguardo alla prima produzione francese Netflix

Inizialmente abbiamo pensato ad una House of Cards alla francese, poi però ci siamo trovati davanti ad un prodotto televisivo decisamente diverso. Marseille è la prima produzione francese, nonché europea, commissionata dal colosso Netflix ed è arrivata sulla piattaforma online il cinque maggio con i primi otto episodi che compongono la prima stagione. Ciò che immediatamente ci porta a scoprire questa nuova serie è anzitutto il tema: giochi di potere ed intrighi sullo sfondo della città di Marsiglia, crogiolo urbano che nasconde, sotto la sua velata armonia architettonica, quartieri periferici pregni di microcriminalità e disagi sociali. Secondo punto a favore di una prima visione è il cast composto da sue colossi francesi: Gérard Depardieu (Il conte di Montecristo, Danton, Cyrano de Bergerac, La Maschera di Ferro) che veste i panni del sindaco uscente di Marsiglia, Robert Taro e Benoît Magimel (Il Pianista, Piccole bugie tra amici) i quali interpreta il suo protetto, il vicesindaco Lucas Barres.
Creata da Dan Franck, Marseille, si propone di raccontare i sotterfugi di una politica spietata e corrotta e le relazioni che si intrecciano tra i protagonisti, spostandosi dagli Stati Uniti ad una realtà completamente diversa come l’Europa ed in questo particolare caso la Francia.

Con Marseille, il thriller politico seriale sbarca in Europa

Marseille

Il primo episodio di Marseille, da questo punto di vista, convince ben poco e, dopo i 43 minuti che compongono la prima puntata intitolata 20 Ans, risulta come una scarna parodia dello show a cui Marseille sembra essersi ispirato. Una scrittura troppo debole e poco approfondita non è in grado di fondare su una base stabile una storia che pare già inquadrata. Robert Taro è il sindaco uscente di Marsiglia. In prossimità delle elezioni, nomina come suo successore il suo protetto Lucas Barres, fidato delfino che da circa vent’anni ha affiancato lealmente Taro. Quest’ultimo, sposato con Rachel e padre di Julia, sembra nascondere un passato sconcertante che potrebbe andare a minare una carriera politica lunga anni e mettere in dubbio la sicurezza del futuro. Barres, d’altra parte, mostra sin da subito le sue reali intenzioni: sovvertire il suo protettore e iniziare un’accesa scalata al potere senza esclusione di colpi.
Le ottime interpretazioni dei due attori protagonisti vengono messe in ombra da una sceneggiatura fragile e che gioca su dialoghi sterili e fin troppo banali. Anche quelle scene erotiche che dovrebbero servire ad alzare il ritmo e la tensione narrativa, appaiono il più delle volte forzate e fuori luogo distogliendo lo spettatore da un fulcro che viene esplorato solo in superficie. I personaggi di contorno sono poi abbozzati e senza alcuno spessore degno di nota.

Gérard Depardieu non regge una scrittura fin troppo priva di coraggio

Marseille, quindi, non convince ai nastri di partenza. Le buone intenzioni verso la realizzazione di un thriller politico di stampo europeo non si accende del tutto e resta fin troppo sfumato in superficie. Magari non un’occasione persa del tutto, eppure un prodotto televisivo che avrebbe meritato maggiore audacia e particolare originalità.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.3

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