The Aviator: recensione

Il 28 gennaio 2005 uscì, nelle sale italiane, The Aviator, film biografico di Martin Scorsese che porta sugli schermi la vita del miliardario Howard Hughes, magnate dell’aviazione, produttore cinematografico di pellicole che hanno fatto la storia, come Scarface (1932) e regista di Gli angeli dell’inferno (1930). Candidato a undici premi Oscar, il film ne vinse cinque: miglior fotografia, miglior montaggio, migliori costumi, miglior scenografia e miglior attrice non protagonista, Cate Blanchett.

Il personaggio principale del biopic di Scorsese, interpretato da Leonardo Di Caprio, è un uomo pronto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Avido di potere e fama, Hughes sperpera l’immensa eredità della sua famiglia per fondare la Hughes Tool Company, progettare aerei sempre più all’avanguardia e produrre il muto Gli angeli dell’inferno. Quando esce il primo sonoro della storia del cinema, Il cantante di Jazz, il protagonista decide, con l’intendo di rendere ancora più realistica la sua pellicola, di convertirla in un film sonoro. Ma Hughes, dopo anni di lavoro e ingenti somme di denaro spese al progetto, non è soddisfatto del risultato ed ordina un riadattamento del film.

The Aviator

Sul set di The Aviator

Intanto, sempre circondato da belle donne, inizia una relazione sentimentale con Katharine Hepburn (Cate Blanchett). Per l’attrice la convivenza con il folle miliardario diventa, col passare del tempo, sempre più insostenibile fino al momento…

una scena di The Aviator

Una scena del film

Mi è piaciuto molto come Howard Hughes seduce Katherine Hepburn. La porta al Coconut Groove, la fa incontrare con Errol Flynn e scoppia la lite tra i due. Poi la porta sull’aereo e la seduce in quel modo, la riporta a casa e si baciano dopo la corsa in aeroplano. In fondo, lui è l’uomo più veloce della terra e questo è attraente e sensuale per lei. E poi ho trovato interessante l’aereo come strumento di seduzione: la sessualità dell’aereo. (Intervista di Silvia Bizio a Martin Scorsese)

Mentre cresce la fama di Hughes, si manifesta in lui, sempre più evidentemente, un grave disturbo ossessivo-compulsivo.

La prima immagine del film, in cui vediamo Hughes all’età di nove anni e la mamma intenta a fargli il bagno,mentre mette in guardia il bambino dal tifo, ha un ruolo fondamentale e, forse, funge da chiave di lettura della personalità del protagonista.

La mamma( a Hughes): Non sei al sicuro mai…

E’ il fantasma di questa frase e della mamma che sembra ricorrere nella testa del protagonista e influenzarne le scelte.

Di Caprio in The Aviator

Una scena del film

Leonardo di Caprio, nei panni di Howard Hughes, potrebbe farci tornare in mente un grande protagonista del cinema passato, Charles Foster Kane, interpretato da Orson Welles in Citizen Kane. Nell’economia mentale di entrambi i personaggi è fondamentale l’infanzia e la figura/fantasma della madre. O.Welles, nella sua carriera cinematografica, rinuncia a realizzare un film intessuto di riferimenti espliciti alla vita di Hughes, anche perché, all’epoca, la minore età di Hughes avrebbe potuto causare problemi, ma non rinuncia a costruire un personaggio come Kane, ricco di sfaccettature e, per tratti della sua personalità, più vicino al soggetto storico di Hughes che ai tanti altri possibili riferimenti individuati.

Gli effetti di colore costituiscono la particolarità stilistica del film. Inizialmente l’intendo di Scorsese è quello di riprodurre l’aspetto dei bipack film a colori dei tempi di Hughes. Successivamente, le scene che descrivono fatti avvenuti dopo il 1935, riportano l’aspetto saturo delle pellicole realizzate con i procedimenti di colorazione del Technicolor.

Nel cast, oltre a Leonardo Di Caprio e Cate Blanchett, figurano Kate Beckinsale, Adam Scott, Alec Baldwin, Gwen Stefani, Edward Herrmann

Per la parte di Hughes, inizialmente, fu preso in considerazione anche Jim Carrey.

Roger Ebert ,sul film e sul personaggio di Hughes, scrisse:

Che triste uomo. Che breve gloria. Che film coinvolgente, 166 minuti, ma corrono via. C’è una partita tra Scorsese e il suo soggetto, forse perché la vita di Scorsese gli ha permesso di vedere Howard Hughes con comprensione, compassione – e, ad un certo punto, con ammirazione. Questo è uno dei migliori film dell’anno.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 3.2
Fotografia - 5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.7

4

Voto Finale