Outcast: recensione in anteprima della serie di Robert Kirkman

Dopo gli zombie di The Walking Dead sono i demoni ad invadere il piccolo schermo, dal 3 giugno sul canale americano Moviemax e dal 6 dello stesso mese in Italia su Fox arriverà Outcast nuovo nato in casa Fox Channel. La serie tratta da un fumetto di Robert Kirkman (già autore di Walking Dead) e Paul Azaceta si preannuncia essere il nuovo guilty pleasure dell’estate.

Outcast

Patrick Fugit nel pilot di Outcast

Rome – Virginia in una casa lontana dal resto del mondo “sopravviveKyle Barnes, uomo introverso e infelice che passa le sue giornate rintanato in casa tenendosi a distanza dalle persone, ha chiuso ogni rapporto con moglie e figlia e suo cognato lo odia. Alle spalle un’infanzia difficile segnata da una lunga storia di possessioni demoniache, ma come spesso accade non si scappa dal proprio destino. A pochi chilometri dalla casa di Kyle il Reverendo Anderson cerca di scacciare il demonio dal corpo del piccolo Joshua, un compito difficile e che non sembra capace di affrontare da solo. Sarà proprio Kyle a dover aiutare il reverendo nella sua impresa e questo lo porterà a fare i conti con il suo tormentato passato e nuove domande. Perché i demoni cercano proprio lui? E perché viene definito il Reietto?

Outcast: inizia col botto la nuova serie targata Robert Kirkman

Outcast si presenta come lo show di punta della Fox per la stagione estiva, una serie che sembra destinata al successo come la “sorella” The Walking Dead, e mentre gli zombie iniziano ad affievolire la loro carica narrativa i demoni sembrano ben più agguerriti e pronti a conquistare milioni di telespettatori in tutto il mondo. Una series che inizia in maniera esplosiva addentrandosi nel mondo cupo e grigio del protagonista, un personaggio che ricorda alla lontana un certo Rick Grimes ma che a differenza dello sceriffo ha dei demoni veri e propri a tormentarlo, un plot coinvolgente che non lascia scampo allo spettatore trascinandolo nell’oscuro mondo del paranormale, basta la scena iniziale a capire che ci troviamo di fronte ad un prodotto destinato al successo. Outcast riesce ad accontentare diverse fette di pubblico: da i fan del paranormale, agli amanti del pulp (la serie ne abbonda) passando per tutti coloro che amano sondare gli abissi dell’animo umano, se in The Walking Dead la sopravvivenza è il motivo principale che spinge Rick & Co. a fare i conti con se stessi nella nuova serie Fox sono la religione e la morale a farla da padrone portando sicuramente gli spettatori ad nuovo livello di “consapevolezza”.

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Ottima prova anche per il cast che vede brillare su tutti il protagonista Kyle Barnes interpretato da Patrick Fugit che riesce a portare sullo schermo il disagio di un personaggio tormentato e in grado di non capire appieno la natura del male che lo perseguita; buona intepretazione anche per Philip Glenister nel ruolo del reverendo Anderson in grado di sviluppare un personaggio sicuramente anticonformista.

La speranza è che Outcast riesca a bissare il successo di The Walking Dead portando in tv un nuovo modo di fare serie. Se TWD non è stato il solito show sugli zombie Outcast sarà sicuramente un non convenzionale modo di guardare alla spiritualità. Le premesse al momento ci sono e la speranza è che il resto della season mantenga alte le promesse fatto con il pilot.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Sonoro - 4
Recitazione - 4
Emozione - 4

4

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