La ragazza con la valigia: recensione del film con Claudia Cardinale

La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini rappresenta per una serie di ragioni “il film della vita” di Claudia Cardinale, la splendida attrice italiana simbolo degli anni ’60 che oggi compie meravigliosamente 78 anni.
Il film fu presentato in concorso al 14° Festival di Cannes ed è tra i 100 film italiani da salvare.

La ragazza con la valigia interseca in maniera tragicamente reale la biografia dell’attrice, la quale in questo ruolo ha dimostrato tutta la forza interpretativa che nei film precedenti non aveva ancora potuto raffinare.

Claudia Cardinale, prima di essere Claudia in 8½ di Federico Fellini e soprattutto Angelica ne Il Gattopardo di Luchino Visconti, è stata Aida, una giovane ragazza che si diletta nel canto e nella danza in una piccola orchestra e subisce la classica delusione degli anni giovanili, viene sedotta e abbandonata da un latin lover di bell’aspetto, Marcello.
La donna – che è un personaggio finemente strutturato – non demorde e una volta messosi sulle tracce dell’uomo che l’aveva folgorata, viene a trovarsi – per una serie di fortuite circostanze a condividere momenti con il fratello minore di Marcello (Corrado Pani): il sedicenne Lorenzo (Jacques Perrin) che si innamora di lei. Parallelamente alle pene d’amore di Aida per Marcello e di Lorenzo per Aida, intervengono circostanze complesse, tipiche della vita della classi sociali più umili, che porteranno la vicenda a rimanere sospesa e allo stesso tempo segnata.

la ragazza con la valigia

La storia si sviluppa tra i silenzi di Aida – quello sulla maternità per esempio – e le omissioni di Lorenzo poiché non le dice di essere il fratello di Marcello. In mezzo, a rendere tutto fortemente emozionale ed evocativo, ci sono: sguardi profondi, dialoghi semplici nella loro drammaticità e lunghi piani sequenza.

La ragazza con la valigia è un’opera neorealista, ma il cui impianto sociologico è decisamente colto, umanista. Lo spettatore affronta le situazioni tramite Aida, disperata, insoluta e bellissima.

Il film, nonostante alcuni plausibili limiti temporali, vanta una grazia nella recitazione – tipica di tutto il cinema italiano anni ’60 – che oggi spesso non auspichiamo nemmeno e registicamente è scevro da pretese, basandosi su di una scrittura fortemente riuscita e funzionale. Un punto a favore dell’elemento emozionale è la musica che accompagna tutta la durata della pellicola. La musica contribuisce fortemente alla connotazione del film con canzoni cantate da Mina, Adriano Celentano e Peppino Di Capri. Un intreccio ben studiato è quello che richiama all’opera Aida di Giuseppe Verdi, l’aria Celeste Aida, infatti, interpretata da Beniamino Gigli ben si sposa con il personaggio interpretato magistralmente da Claudia Cardinale. La grandezza del film è da attribuire anche alla sua profondità di interprete, al suo sdoppiamento in un personaggio così frammentato, non perché sia perso nelle sua vicende, ma perché resta distrutto e incompleto a causa di esse.

la ragazza con la valigia

La ragazza con la valigia narra una storia vissuta e sentita, un dramma dipinto su quella tela immensa che è l’Italia degli anni’60. Un film sulla condizione femminile che non si sporca con inutile retorica ma che, anzi, funge da light eye ox su una vicenda qualunque, resa forte dalla propria autenticità.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 4

3.7