Bif&st 2016 – Zona d’ombra: recensione

Prima delle otto anteprime internazionali in programma alla settima edizione del Bif&est, Concussion – Zona d’Ombra apre le danze raccontando un’incredibile storia vera. Il protagonista, interpretato da Will Smith, è il dr. Bennet Omalu, un brillante neuropatologo forense nigeriano immigrato negli Stati Uniti i quali, studiando il corpo di una leggenda del Football locale, Mike Webster, deceduto per cause ancora sconosciute, compie un’importante scoperta nel campo della medicina. Diretto da Peter Landesman, Zona d’Ombra è un film dall’alto tasso drammatico tanto da sembrare, in alcuni punti, un thriller vero e proprio, trascinato anche dall’incalzante colonna sonora composta da James Newton Howard. Mascherato da dramma prettamente sportivo, il film muove le sue fila spostando i riflettori sul protagonista: un uomo che combatte un gigante, un Davide contro Golia che cerca in tutti i modi di mostrare a tutti la verità. Il personaggio interpretato da Will Smith è un medico immigrato, un uomo solo che, con intelligenza ed umiltà, ha cercato negli anni di farsi strada nella Terra Promessa. L’importante scoperta medica (la CTE, encefalopatia cronica traumatica) lo porta a scontrarsi con un muro massiccio ed impenetrabile come la grande organizzazione NFL (la National Football League): un Dio, che ha monopolizzato le vite di milioni di americani, contro un piccolo uomo. Come potrebbe mai vincere?

Zona d'ombra

Il dr. Bennet Omalu però non è solo, e trova manforte in pochi ma buoni sostenitori: il Dott. Cyril Wecht interpretato da Albert Brooks e il Dott. Julian Bailes interpretato da Alec Baldwin. Zona d’ombra non esplode mai del tutto, eppure vanta una grande semplicità nel raccontare la storia. Pur focalizzandosi sul protagonista principale, riesce in qualche modo ad espandere la propria tela aprendosi anche verso i personaggi secondari che, direttamente o indirettamente, si collegano a Bennet Omalu. Da questo punto di vista, un grande plauso va al protagonista in persona, Will Smith, che dà grande prova interpretativa raccontando un uomo che molte volte si è trovato con le spalle al muro, ma che con altrettanta convinzione, fede e grande forza d’animo, ha continuato imperterrito nella sua missione: la verità.
Col senno di poi, ci si chiede se, a questo punto, la candidatura di Smith ai recenti Premi Oscar sia stata veramente rubata. Certamente la sua interpretazione in Zona d’ombra merita la visione del film in quanto precisa, pacata, studiata.

Zona d'ombra

Con Smith, anche Alec Baldwin è meritevole di riconoscimento. Il suo personaggio portato in scena è un medico sportivo ormai fuori dai giochi che si schiera con Omalu per la giusta causa. I due attori funzionano molto bene assieme e l’alchimia pare quasi tangibile.
A completare il quadro degli attori, va nominata anche Gugu Mbatha-Raw i quali interpreta Prema Mutiso, coinquilina poi compagna di Bennet, è una donna che entra in punta di piedi nella vita del Dottore ma che, pian piano, è fonte di una più completa fioritura del personaggio di Smith. Zona d’Ombra, nelle sue due ore di durata, scorre fluido e senza particolari ostacoli, alternando cinematografia a immagini di repertorio senza risultare ridondante. Non eccelle, eppure acchiappa l’attenzione con naturalezza e un pizzico di audacia.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5
Fotografia - 2.5

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Tags: Will Smith