L’uomo d’acciaio: recensione

Superman, il cui nome kryptoniano è Kal-El, mentre il suo nome terrestre è Clark Kent, è un personaggio dei fumetti creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933, ma pubblicato dalla DC Comics soltanto nel1938. È soprannominato anche L’Uomo d’Acciaio (in originale: Man of Steel) oppure L’Uomo del Domani (The Man Of Tomorrow), un uomo in grado di sollevare un’auto, con un costume blu addosso ed un mantello rosso sulle spalle, contornato da un gruppo di passanti impauriti: è questa la prima immagine di Superman, quella con cui fa il suo esordio nelle edicole statunitensi.
L’uomo d’acciaio, nel corso della sua lunga vita cinematografica e televisiva, ha avuto diverse rappresentazioni e incarnazioni: da Adventures of Superman, serie televisiva molto popolare degli anni cinquanta con George Reeves, a Lois e Clark – Le nuove avventure di Superman (In questa versione l’identità segreta è il supereroe, mentre la vera identità è Clark Kent. Come suggerisce il titolo, l’attenzione è maggiormente incentrata sulla relazione tra Lois Lane e Clark, piuttosto che sulle imprese eroiche del personaggio) passando per Smallville, serie dove non vengono narrate le storie di Superman, ma del giovane Clark Kent, alle prese con i suoi nascenti poteri, con la scoperta del suo retaggio kryptoniano e con i problemi creati dal suo rapporto con Lana Lang; senza tralasciare la celebre serie a cartoni animati Superman The Animated Series creata da Bruce Timm (Qui trovate la nostra recensione legata alla serie del lungometraggio animato sulla morte di Superman), i film degli anni ’70/80 con protagonista Christopher Reeve e il sequel/omaggio che si colloca subito dopo gli eventi di Superman e Superman II (cancellando totalmente Superman III e IV) Superman Returns con Brandon Routh.
Ma un personaggio che ha avuto così tanto da dire sul grande schermo e che fa parte di un determinato pensiero politico- culturale come si può svecchiare e rendere appetibile per le nuove generazioni?

L’uomo d’acciaio

l'uomo d'acciaio

Krypton sta collassando, Jor-El invia il suo unico figlio Kal sulla Terra prima della distruzione del pianeta nativo inserendo all’interno del DNA del figlio il codice per la sopravvivenza dei Kryptoniani. Trovato dai coniugi Kent, Clark (questo il nome dato dai terrestri) crescerà consapevole di non essere come tutti gli altri ragazzi della sua età e intraprenderà un viaggio alla ricerca del suo popolo nativo e della sua vera natura; ma un fantasma proveniente dal passato di Kal è in agguato e, raggiungendo la consapevolezza finale, dovrà diventare l’eroe di cui il mondo ha bisogno…

Già dal titolo il regista Zack Snyder getta le basi per creare qualcosa di diverso e per non rifarsi a tutto ciò che è stato fatto in passato, sì perchè L’uomo d’acciaio è totalmente diverso da tutto ciò che fino ad ora abbiamo visto sul grande o piccolo schermo legato all’uomo in blu con il mantello rosso. Finalmente vediamo qualcosa di vero e non contornato da un’idea politica basata su anni bui e che fungeva da speranza per un popolo colpito al cuore, vediamo realmente l’alieno che è Superman con i pro e i contro della faccenda e tutto ciò che ne consegue (Kryptoniani e mitologia inclusi).
La regia è molto particolare e va di pari passo con una fotografia molto ispirata: se per alcuni versi sul versante registico si strizza l’occhio al mokumentary, dal punto di vista fotografico l’utilizzo di lens flare e di colori morbidi e ben delineati completano un prodotto visivamente impeccabile e dal sicuro impatto.

L'uomo d'acciaio Zod

Henry Cavill è un Superman convincente, molto meno alieno delle incarnazioni precedenti e molto più umano e profondo, tanto da essere costretto a compiere scelte drastiche che nessuno aveva mai compiuto sia sul versante fumettistico che cine-televisivo.
Utilizzare il Generale Zod come primo antagonista in questa nuova veste de L’uomo d’acciaio è sicuramente una scelta più che azzeccata per introdurre e (semi)chiudere un ciclo narrativo votato alle origini del supereroe piuttosto che agli anni vissuti al Daily Planet, come nei precedenti capitoli della serie (anche se non facenti parte del nuovo storyline).

l'uomo d'acciaio Jor ElIl primo capitolo di questo Dc Cinematic Universe ci ha convinti più per la profondità narrativa che per gli effetti speciali, risultando a livello di sceneggiatura una scelta più che azzeccata per introdurre qualcosa di nuovo non solo da poter espandere (i vari easter egg presenti nella pellicola legati agli altri personaggi DC sono bellissimi), ma anche da poter apprezzare in modo singolo come film autoconclusivo legato ad uno dei personaggi più famosi del panorama mondiale.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4.1