Tiramisù: recensione del film di e con Fabio De Luigi

Prendete una classica commedia, aggiungete un pizzico di drammatico e infine mescolate per bene con del romanticismo ed ecco per voi Tiramisù, ma non un Tiramisù qualunque, ma quello di Fabio De Luigi. Questo film, che segna il debutto alla regia dell’attore originario di Santarcangelo di Romagna, accompagnato da un cast composto da Vittoria Puccini, Angelo Duro, Alberto Farina, Giulia Bevilacqua, Nicola Pistoia e Giovanni Esposito, narra la storia di un uomo (Antonio Moscati) che lavora come rappresentate di materiale sanitario che cerca di piazzare con scarso successo. Un giorno, la vita di Antonio cambierà radicalmente a causa di un Tiramisù fatto dalla moglie e lasciato accidentalmente sulla scrivania di uno studio medico. Quel dolce diventa il primo gradino di una scalata professionale e sociale che diventerà ingestibile per il protagonista. Infatti, tra mille imprevisti e situazioni comiche, Antonio si trasformerà in una persona disposta a tutto pur di manterene intatto il nuovo status. A salvarlo da se stesso interverrà la moglie Aurora, una persona senza dubbio migliore di lui.

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Una scena del film con Fabio De Luigi e Angelo Duro

Già dalle prima battute e dalle prime scene si riesce ad assaporare una certa originalità all’interno della vicenda raccontata da De Luigi, che tende a non accostarsi troppo alle più recenti commedie italiane dove spesso e volentieri si fa uso del volgare e del doppio senso per risaltare la comicità. In questo caso si potrebbe dire che l’umorismo che traspare dalla pellicola è incentrato più sul ruolo delle parti quasi fosse un teatro, dove abbiamo un protagonista lassista, una moglie dolce e tutta d’un pezzo, un cognato divorziato e completamente strano ecc. Oltre a questo impianto comico di stampo quasi teatrale, Tiramisù presenta anche degli elementi di carattere romanzesco, con la sua trama intessuta di momenti alti e bassi che poi convergono verso un emozionante lieto fine. Un altro aspetto interessante che il regista inserisce nella pellicola e funge da contorno all’intera vicenda, è la rappresentazione dell’ambiente sanitario, visto come un luogo dove dilaga inefficenza e raccomandazioni. Anche se il regista ha negato qualsiasi inteto critico o moralistico riguardo l’argomento, non significa che la realtà che si riesce ad inquadrare all’interno di Tiramisù non corrisponda per buona parte alla verità dei fatti. Quindi il moralismo e il giudizio negativo che traspare non si lega al mondo della sanità nel film di Fabio De Luigi ma alla dinamica del rapporto di coppia e a ciò che un uomo è disposto a fare pur di ottenere potere e successo.

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la scena del ristorante con Fabio De Luigi

Tiramisù: una commedia dolce e per certi versi amara

In quest’ottica, si potrebbe definire Tiramisù come un film che riesce ad interessare il pubblico, nonostante vi siano dei punti che potevano essere migliorati come una quasi totale assenza di musica di sottofondo che non alleggerisce il peso della trama e comporta una certa fatica nel seguire l’intera vicenda. In più si potrebbe aggiungere che la trama stenta a decollare, nonostante l’interpretazione e la caratterizzazione siano abbastanza buone, ed è un vero peccato perchè, a livello narrativo, la storia è molto attraente ma a livello strutturale si poteva fare qualcosa di più. Per concludere, possiamo dire che Tiramisù è un film d’esordio abbastanza interessante, che riesce a divertire e a far riflettere lo spettatore, nonostante il suo ritmo lento e poco coinvolgente.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.3

Voto Finale