The Truman Show: recensione

Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte! è una frase memorabile tratta da The Truman Show film del 1998 diretto da Peter Weir che vede come protagonista Jim Carrey, in un ruolo ben lontano dai film comici in cui il pubblico era abituato a vederlo.
Candidato a 3 premi Oscar, vincitore di 3 BAFTA e 3 Golden Globe, siamo di fronte ad un film che ha saputo anticipare di un anno l’era televisiva dei reality show che tutt’oggi viviamo.
Truman è un trentenne che conduce una vita apparentemente perfetta, è sposato con una bionda e sorridente infermiera, lavora in una società di assicurazioni e ogni mattina si dirige al lavoro sorridente e affabile con tutte le persone che regolarmente incontra.
Sembra felice e tutto intorno a lui appare perfetto, fino a quando comincia ad accorgersi che c’è qualcosa di strano nella vita che conduce, di ripetitivo e di artificioso. Inizia a riprendere in mano vecchie fotografie di quando era più giovane per cercare di capire qualcosa di più sul suo passato, ma non riesce a venirne a capo.

Non c’è copione, non esistono gobbi. Non sarà sempre Shakespeare, ma è autentico. È la sua vita (Christof)

Infatti è difficile arrivare a capire cosa è stata la sua vita fino a quel momento: una grande finzione. Truman è il protagonista di uno show televisivo iniziato proprio dalla sua nascita, dopo che è stato abbandonato e adottato dagli studi di produzione. Tutto attorno a lui è finzione: vive su una grande isola che in realtà è uno studio televisivo dove tutte le persone che Truman vede sono attori, il cielo è disegnato, la notte e il giorno sono date dalle luci degli studi di produzione e così anche le condizioni atmosferiche.

The Truman Show: lo show televisivo metafora della vita nella società contemporanea

 
Gli spettatori amano il Truman Show e da trent’anni non riescono a farne a meno, seguono Truman fin dalla nascita, verso i suoi primi passi, la perdita (finta) del padre in mare, la sua adolescenza e il suo primo vero amore, una ragazza contraria allo show che ha cercato fin dall’inizio di avvisarlo della vita che gli stavano facendo vivere e proprio per questo allontanata da Truman.

The Truman show

Truman in una scena del film

Il regista dello show Christof (Ed Harris) mostra un delirio di omnipotenza nei confronti di Truman: decide tutto della sua vita, come la deve vivere, con chi la deve vivere e decide quanto e come metterlo alla prova. L’attore, per questo ruolo, si è aggiudicato un Golden Globe come miglior attore non protagonista e una candidatura al premio Oscar nella stessa categoria. Una grande interpretazione di un personaggio che fa le veci di Dio in questo film: guarda la vita di Truman dall’alto dei suoi studi (che si trovano all’interno di una luna artificiale), muove le fila della sua vita e di quelle degli attori che gli ruotano intorno. In un’intervista per un network televisivo dove gli chiedono dello Show, non si sente minimanente in colpa per aver orchestrato per trent’anni la vita di un uomo, vive la sua decisione come una missione, nei confronti dello show e degli spettatori. Christof è un’istituzione per lo show e per il pubblico, le sue scelte di regia nella vita di Truman sono indiscutibili e il pubblico non può più farne a meno, a casa, sul lavoro o nella vasca da bagno con la tv accesa.

The Truman show

Christof in una scena del film

Dopo 30 anni in cui si è tenuto un uomo sotto i riflettori decidendo tutto per lui, il regista e il pubblico hanno perso totalmente il senso della realtà. Sono tutti così concentrati sullo show, sul fatto che funzioni, sul business che gli ruota intorno a causa degli sponsor coinvolti, che nessuno si rende più conto che c’è in gioco la vita di una persona che ha vissuto nella finzione più totale. Assistiamo ad un confronto tra Truman e Christof nel film, che sembra il  confronto finale tra l’uomo piccolo e indifeso sulla terra e un Dio che parla come una voce fuori campo da chissà quale luogo. In questo dialogo emergono tutte le capacità persuasive del regista, ma anche la personalità e il carisma di Truman che ormai sembra deciso a percorrere la sua strada verso una vita vera, senza finzioni. Sembra che Christof non possa più fare nulla di fronte al desiderio di libertà del suo protagonista e quindi deve arrendersi alla sua missione e lasciarlo andare.
The Truman show è stato prodotto un anno prima dell’affermarsi del primo reality show americano, la versione statunitense de Il grande fratello, e quindi anticipa ampiamente la tendenza della società contemporanea di mettere la vita degli altri sotto i riflettori, di manipolarla e renderla meno vera.
Con una magistrale interpretazione di Jim Carrey e degli altri attori co protagonisti, questo film è ancora oggi, a distanza di 27 anni, tremendamente attuale. Lo spettatore si riconosce facilmente nella trama, perchè tutti almeno una volta ci siamo sentiti protagonisti del nostro Truman Show: carichi di aspettative, di richieste, indirizzati verso una vita che non ci appartiene.
Il film non solo anticipa una tendenza pressante dei media della società contemporanea, ma parla direttamente allo spettatore che spesso si sente vivere in un mondo finto e qualche volta vorrebbe come Truman, prendere una barca, scappare tra le acque e cercare una via d’uscita dal mondo finto che gli è stato costruito attorno.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.2
Fotografia - 3.6
Recitazione - 4.3
Sonoro - 4.3
Emozione - 4

4.1