The Walking Dead 6×01: recensione

So Bene che sembra folle, ma questo mondo è folle!. È con questo incipit che diamo il via alla season premiere della stagione sei di The Walking Dead. Una delle serie più attese della stagione autunnale e che riparte in pompa magna con una puntata più lunga – ben 66 minuti – e con un’orda mai vista di walkers, tanto per ricordarci quanto ci era mancata. La puntata ci porta subito al centro della storia, una gigantesca cava piena di erranti bloccati da un paio di tir, è questo il problema che Rick e Morgan si trovano davanti mentre cercano di disfarsi del cadavere Pete (ucciso dallo stesso Grimes durante il finale della quinta stagione). Da qui la puntata alternerà flashback – rigorosamente in bianco e nero – con l’attuale situazione dei sopravvissuti della comunità di Alexandria, mentre cercano di attuare un piano per affrontare la pericolosa orda di zombie. Se fino ad ora avevano ignorato il pericolo, ora dovranno prendere di petto la situazione e mettersi completamente nelle mani del gruppo di Rick.

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Una scena della season premier di The Walking Dead

È il contrasto bianco e nero che risalta subito agli occhi, più che a dividere i flashback dalla narrazione attuale sembra quasi volere distinguere il passato dal presente, il nuovo con il vecchio in un alternarsi di confronti tra la  Alexandria del passato e quella di oggi; Non siete pronti ad affrontare quello che c’è fuori,  è questo che Rick urlava agli stupefatti abitanti della piccola comunità nel season finale, una frase che riecheggia in ogni momento della nuova puntata. Dopotutto, l’incapacità di sopravvivere della cittadina era stata mostrata in maniera cruda e diretta e allo stesso modo lo “sceriffo” sottopone tutti ad un corso di sopravvivenza che rasenta il suicidio, decisioni che confermano quello che dalla quinta stagione è sotto gli occhi di tutti: Rick Grimes non è più il tutore della legge serio ed equilibrato che abbiamo conosciuto nelle prime stagioni, la sua evidente schizofrenia è ormai un dato certo, tanto che i segni di una spaccatura imminente sono presenti in ogni scena. A sottolineare l’evoluzione di Rick arriva dal passato Morgan, un uomo che cerca disperatamente di vedere nel suo vecchio amico una persona che ormai non esiste più, distrutto, sia fisicamente che psicologicamente,  dalle tragedie che lo hanno colpito nel corso delle 5 stagioni precedenti.

The Walking Dead: Rick vs Morgan

E sarà proprio il confronto Morgan vs Rick il tema centrale di questa sesta stagione, i due personaggi sono dopotutto le due facce della stessa medaglia: due uomini catapultati in un mondo che ha nuove regole e in cui vige la legge del più forte ma mentre lo sceriffo sembra essere entrato nello schema delle cose, Morgan dal suo canto vive attaccato alla speranza di un domani migliore che forse non vedrà mai l’alba. Ed è proprio questo scontro che inizia ad emergere fin dalle prime battute. Una partenza più introspettiva e di riflessione rispetto alla fuga da Terminus ma che promette non pochi colpi di scena; dopotutto i pezzi schierati sulla scacchiera non sono poi così delineati come si pensa, la crisi del leader Rick Grimes è sotto gli occhi di tutti, gli stessi Daryl e Michonne iniziano a vederlo con occhi diversi, che sia la base per un nuovo assetto che vede Morgan prendere il controllo di una fazione opposta? Il personaggio reintrodotto in questa stagione è molto diverso dall’uomo conosciuto durante i primi episodi, molto più attento e riflessivo, tanto da accorgersi del vero ruolo di Carol (un personaggio fantastico nella sua evoluzione, forse la migliore di tutto TWD).

The Walking Dead sembra essere tornato e non delude i suoi fan che ritrovano forse un po’ meno action ma un interessante disporsi degli eventi che sicuramente porterà ad una bella stagione. D’altra parte l’abbiamo sempre detto, Walking Dead non è una serie sugli zombie ma sugli uomini che cercano di sopravvivere all’apocalisse, ed a volte sono proprio loro i nemici di se stessi.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5

Voto Finale

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