Narcos: recensione

La stagione estiva è ormai alle sue ultime battute eppure dalla Netflix ecco che arriva Narcos. La piattaforma streaming più famosa al mondo che dal prossimo ottobre sarà visibile anche qui in Italia, dedica ai veri addicted di serie tv una produzione dal grande respiro, un vero gioiello di ultima generazione. Con l’arrivo di Narcos infatti, la Netflix che già si era distinta per una caterva di serie tv assolutamente imperdibili, ora ha toccato il tuo apice, il punto di non ritorno di un universo inesplorato ma dal grande fermento creativo.

Narcos più che una serie tv è una docu-fiction, un racconto crudo, violento su una piaga della nostra modernità che da più di venti anni è diventata una triste realtà. Senza falsi moralismi e senza santificare nessuno, la serie della Netflix, racconta l’ascesa al potere di Pablo Escobar. Lui è stato uno dei più grandi trafficanti di droga più tristemente conosciuti, tanto da estendere il suo dominio su quasi tutto il mondo civilizzato. Dalla fine degli anni ’70 fino all’inizio dei lungimiranti anni ’80 fra la Colombia e Miami, Escobar ha creato una fitta rete di scambi e di agganci per diffondere un cancro che echeggia ancora oggi è presente all’interno della nostra società. Dall’altra parte della barricata la DEA, senza un mezzo fondamentale per debellare questo male, grazie alla caparbietà dei suoi agenti cerca di tenere a freno tutto ciò. Sulla via di Pablo Escobar infatti si troverà un integerrimo agente speciale che anche lui grazie ad una fitta rete di conoscenze, cercherà di estirpare il male alla radice. Il mitico Escobar è interpretato da Wagner Moura mentre il detective Murphy è interpretato da un promettente Boyd Holbrook, ma nel cast figura anche Pedro Pascal che torna a recitare in una serie tv dopo al sua dipartita in Game of Thornes.

Narcos: foto promozionale

Narcos: foto promozionale

Fra realtà e storytelling televisivo, Narcos tratteggia con cura e senza peli sulla lingua, il degrado di una società non tanto distante da quella in cui viviamo oggi senza dimenticare i suoi eccessi, vizi e virtù. Non ci sono vinti né vincitori in questa scoppiettante e dissacrante serie tv perchè se da una parte siamo coinvolti sentimentalmente nella crociata di Murphy, dall’altra siamo sedotti dal fascino e dall’acume di Pablo Escobar. Due infatti sono gli universi che convivono in Narcos ed anche se molto spesso collidono fra di loro, il narratore onnisciente riesce sempre e comunque a mantenere le distanze. In un viaggio che va dalla Colombia all’assolata Miami, l’agente Murphy, racconta per filo e per segno la storia di Escobar, del suo impatto sull’opinione pubblica e su un mondo che già di per sé era al collasso emotivo. Qui sta la brillantezza e la grande innovazione di Narcos perché grazie ad un grande bagaglio culturale, la serie ha potuto costruite un impianto narrativo unico nel suo genere che mixa realtà e finzione senza mai cadere in assurdi clichè. I 10 episodi di Narcos  colpiscono il cuore, lo strattonano e lo coinvolgono in un viaggio nei meandri del crimine organizzato, quello più oscuro, malvagio e calcolatore.

Pollici in alto quindi per la nuova produzione di Netflix che nuovamente ha saputo cogliere il meglio della moderna realtà televisiva; non dimentica una narrazione fulminea ma arricchisce il tutto con un pizzico di sana retorica che rende il tutto assolutamente invitante. Ed a distanza di 48 ore dal suo debutto, lo show viene anche rinnovato per una seconda stagione. Un caso unico e raro per una produzione della Netflix ma, vista la qualità di Narcos, era più che dovuta una mossa del genere.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.7
Sonoro - 4.2
Emozione - 4.5

4.1

Voto Finale

Tags: Netflix