Star Wars: A Musical Journey – il concerto dell’orchestra laVerdi di Milano

Sono state due giornate incredibili per l’orchestra laVerdi di Milano, che il 3 e il 6 settembre scorsi ha eseguito Star Wars: A Musical Journey, un concerto interamente dedicato alla colonna sonora della saga, diretto da Simone Pedroni. Entrambi gli spettacoli hanno registrato il tutto esaurito e hanno richiamato un pubblico vario e variopinto: in sala erano presenti persone di tutte età, molte delle quali con t-shirt a tema, fino ad arrivare a bambini con spade laser giocattolo. Ma non solo: allo spettacolo hanno preso parte anche la Legione 501st Italica Garrison e la Rebel Legion Italian Base, i due gruppi italiani ufficializzati da LucasFilm, che hanno posato agli ingressi dell’Auditorium vestiti come i personaggi più amati di Star Wars.

L’orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, insieme al suo Coro diretto da Erina Gambarini, hanno regalato al pubblico, con Star Wars: A Musical Journey, due ore di pura musica, emozione e divertimento, ripercorrendo alcuni dei momenti musicali principali delle colonne sonore della saga, dal I al VI episodio, in un vero e proprio viaggio che, anche senza il supporto delle immagini, ha saputo trasmettere la forza (o, ancora meglio, la Forza) di Star Wars, fin dal Main Title che ha aperto il concerto con la sua fanfara assolutamente riconoscibile. Anakin’s Theme si muove in maniera innocente e calda, mascherando però l’instabilità armonica e i semi della Marcia Imperiale, mentre The Flag Parade scalda l’atmosfera in sala. Yoda’s Theme è maestoso, The Adventures of Jar Jar dà una forte tensione, ricca anche di divertimento. Il coro viene presentato con Duel of the Fates, tema che espone la lotta tra il Lato Chiaro e il Lato Oscuro della Forza. Across the Stars crea l’atmosfera srotolando il tema dell’amore proibito e sfortunato tra Anakin Skywalker e Padmé Amidala, dolce ma malinconico, mentre Anakin’s Betrayal si presenta con la sua minaccia sospesa e l’accenno del coro all’inizio e alla fine del pezzo. Le percussioni ci introducono il tema di Darth Vader, ovvero la celebre e iconica Marcia Imperiale, dai toni oscuri e dal sapore assolutamente marziale: basta guardarsi attorno per vedere spettatori che si dimenano silenziosamente trasformandosi loro stessi in direttori d’orchestra, o che si lanciano in un timido headbanging. Il boato finale con applausi fragorosi e qualche urlo è certamente lapalissiano. Torna il coro, nell’ultimo brano prima dell’intervallo, con Battle of the Heroes, che accompagna il duello tra Darth Vader e Obi-Wan nel III episodio di Star Wars: l’azione è concitata e il coro dà un senso di epicità e tragicità insieme.

Verso la fine dell’intervallo, un gruppo di percussionisti e fiati rientra per eseguire il tema swingante della Cantina Band, restituendo il clima della Cantina di Tatooine: chi era fuori corre in sala, mentre parte del pubblico inizia a battere le mani (con disastrose interpretazioni del ritmo e andando pericolosamente fuori tempo – alzo gli occhi al cielo e invoco Faso, bassista di Elio e Le Storie Tese, che ha caricato un video su YouTube in cui vi insegna a battere bene le mani ad un concerto). Insomma, un attimo di simpatico scompiglio prima di riaccogliere l’orchestra nella sua interezza e il Maestro Pedroni, che riattaccano con la suite The Desert – The Little People che si apre con archi ondeggianti e presenta via via gli strumenti a piccoli balzi, per poi passare alla delicatezza e al romanticismo di Princess Leia’s Theme. Una successiva suite ci presenta i temi principali in The Battle of Yavin (che accompagna la distruzione della prima Morte Nera), seguita dal tema d’amore Han Solo and the Princess. Spettacolare la reinterpretazione di Here They Come e The Asteroid Field (che nei film fanno da sfondo alla morte di Ben Kenobi e all’attacco dei caccia stellari), mentre la tuba è protagonista di Jabba The Hubb, un pezzo che incanta letteralmente gli spettatori. Continuiamo con l’incalzante Parade of the Ewoks, per poi tornare a toni più tenui con Luke and Leia, tema di una certa maturità che sentiamo nel corso del VI episodio. Ritorna il tema degli Ewok con la suite The Forest Battle, mentre il maestoso pezzo The Throne Room and End Titles chiude questo sensazionale Star Wars: A Musical Journey, riprendendo i temi principali e, in particolare, quello di Luke Skywalker legato alla Forza. Per diversi minuti il pubblico restituisce all’orchestra laVerdi applausi scroscianti, finché il direttore Simone Pedroni concede un bis, ovviamente della Marcia Imperiale: i figuranti della Legione 501st Italica Garrison e della Rebel Legion Italian Base sfilano in sala raggiungendo il palco e disponendosi lì davanti (guardate il video qui sotto). Un cavaliere Jedi consegna una spada laser al direttore che la usa come bacchetta (dopo aver condotto senza l’ausilio di queste), e Darth Vader si sporge per stringergli la mano. I figuranti gridano “Che la forza sia con voi” (non proprio sincronizzati, ma va bene lo stesso) e, ancora per diversi minuti, l’intera sala applaude, davanti ad un’orchestra visibilmente contenta ed emozionata per averci fatto viaggiare in una galassia lontana lontana con Star Wars: A Musical Journey. Di certo, un’esperienza che andrebbe vissuta più spesso.

Ecco il video della Marcia Imperiale nel finale del concerto Star Wars: A Musical Journey

(Purtroppo manca il primo minuto, perché ero ancora indecisa se filmare o no – ma quando tutti hanno iniziato a farlo, allora non mi sono sentita in colpa.)

L’atteso VII episodio della saga, Star Wars: Il Risveglio della Forza sarà nelle sale italiane dal 16 dicembre 2015, mentre la colonna sonora, composta ancora una volta dal Maestro John Williams, sarà disponibile a partire dal 18 dicembre.

Di seguito vi riportiamo, in conclusione, le Ragioni di un programma di Simone Pedroni:

“Nel 900 il cinema ha assunto lo stesso grado di popolarità che nell’800 aveva il melodramma e noi, compositori di musica per film, abbiamo un’enorme opportunità e responsabilità, sapendo che la nostra musica raggiungerà milioni di persone”. Così si esprimeva pìù di 30 anni fa John Williams, ed è questa la frase che ha generato in me il desiderio di proporre un programma incentrato sull’integrale degli arrangiamenti concertistici scritti da Williams per la saga cinematografica di Star Wars.
Nessuna orchestra sinfonica ha mai inserito in stagione tutti questi brani in un unico evento, ma solo qualche estratto: sono quindi particolarmente fiero che laVerdi abbia con entusiasmo accettato questa proposta per il mio debutto come direttore d’orchestra.
La serietà, la complessità, l’efficacia e la bellezza delle musiche di Williams stanno sempre più interrogando la critica, specialmente quella più avversa alla musica per film tout-court: basti ricordare il caso del cinematografaro Nino Rota, le cui musiche, come quelle di Williams, hanno una assoluta coerenza musicale intrinseca che le rende autonome anche slegate dalle immagini per cui sono state pensate.
Williams possiede inoltre il dono, proprio solo dei grandi compositori, di saper raccontare con il suono l’indicibile, ciò che né recitazione né sceneggiatura, né regia né montaggio potranno mai esprimere.
Non si può non trascurare che ci sono due generazioni di giovani e anche di non più giovani che hanno conosciuto il suono di un’orchestra sinfonica per l’esclusivo tramite delle musiche scritte da Williams per i più svariati generi di film, da Schindler’s List a E.T., da Indiana Jones a Incontri ravvicinati del terzo tipo, da Nato il 4 Luglio a JFK, da Lo squalo ai recentissimi Lincoln e Storia di una ladra di libri.
Io stesso, all’età di 14 anni, dopo aver intrapreso già da alcuni anni lo studio della musica, ricordo, come fosse oggi, lo stupore provato nell’accorgermi che ciò che rendeva esilaranti le immagini di Return of the Jedi era una orchestra sinfonica che eseguiva una difficilissima partitura di due ore: tale fu la sorpresa che lo vidi tre volte di seguito.
Ignaro del successo che la sua musica per Star Wars avrebbe avuto (l’unico album di musica sinfonica che abbia venduto più di 4 milioni di copie), Williams si è anche reso protagonista preminente del ritorno della grande orchestra sinfonica per l’incisione delle colonne sonore per film, ridonando legittimità e onore a un genere per cui si era strenuamente battuto un compositore della generazione precedente, Bernard Herrmann.
Avvalendosi Williams della tecnica wagneriana del leitmotiv, che in Star Wars lega un personaggio, una situazione, un momento scenico ad un proprio tema musicale, ho deciso di strutturare il programma come “Opera senza canto”, ispirandomi al titolo del bellissimo libro di Emilio Sala: solo così si potrà capire come il tema musicale del piccolo Anakin si trasformerà nella malvagia Imperial March che accompagna Darth Vader. I venti brani del programma sono quindi disposti in ordine cronologico in una sorta di fantastico “Musical Journey” che ci farà ritornare bambini, trasportandoci, anche se solo per un istante, in una galassia lontana lontana.

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