Quando c’era Marnie: recensione

Si intitola Quando c’era Marnie l’ultimo capolavoro di Hiromasa Yonebayashi, regista di Arrietty-il mondo segreto sotto il pavimento. Il lungometraggio è un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo inglese di Joan G. Robinson, prodotto dallo Studio Ghibli e uscito nelle sale giapponesi lo scorso anno, prima dell’annuncio della chiusura temporanea dello studio cinematografico.

Presentato in Italia al Giffoni Film Festival, Quando c’era Marnie racconta la storia di Anna, una ragazza di 12 anni timida e introversa, che fatica a fare amicizia con i compagni di classe e vive in un mondo su misura, creato da lei stessa attraverso la passione per il disegno. Siamo di fronte a una ragazza che non riesce a condividere le sue emozioni per via di un grande peso che porta dentro di sé, legato alle sue origini e all’amore che non riesce a provare nei confronti della sua madre adottiva, nonché sua zia.

Anna prende il treno

Anna prende il treno

A seguito dell’ennesimo attacco d’asma, la “zietta” decide di allontanarla dallo smog cittadino e farle trascorrere delle settimane dai parenti in campagna per farle recuperare salute e sorriso.
La vita in compagnia della strana e affabile coppia, che si prende cura di Anna, sembra procedere per il meglio, soprattutto per la libertà lasciata alla ragazza di vivere nel modo in cui meglio crede. I pomeriggi trascorsi in esplorazione della tranquilla località campestre portano Anna ad avvicinarsi ad una villa situata dalla parte opposta del fiume, località che per qualche strana ragione le sembra familiare. Qui intravede un’altra ragazza di nome Marnie e tra le due nasce una sincera amicizia che le porta a trascorrere molte serate insieme e vivere il loro “piccolo segreto”.

Anna e Marnie

Anna e Marnie

Da questo momento inizia uno splendido viaggio tra le fantasie e le paure delle due ragazze protagoniste. Perché quando non si ha la forza di affrontare i problemi a volto scoperto, ci si rifugia nella magia e si combattono i propri demoni con lo scudo dell’immaginazione. In particolare Anna affronta il duro processo di crescita e scoperta delle proprie origini con un coraggio che nemmeno lei sapeva di avere, arrivando finalmente a capire chi è realmente Marnie e chi è realmente lei stessa. Le classiche domande del “chi siamo” e “da dove veniamo” sono affrontate con estrema delicatezza e accompagnate da una magia che non ha il solito ruolo di “deus ex machine” ma è un completamento di Anna.

Da non sottovalutare anche i personaggi secondari, come la pittrice che la ragazza incontra un pomeriggio sulle rive del fiume, o il vecchio burbero ma dal cuore tenero che accompagna Anna da una sponda all’altra del fiume durante l’alta marea. Sono loro i custodi della magia della villa e strumenti indispensabili per le scoperte di Anna.

La pittrice

La pittrice

In questo mondo c’è un cerchio magico invisibile, recita lo slogan del film; non resta che farsi trasportare dall’incanto di Quando c’era Marnie il 24-25-26 agosto, quando finalmente il cartoon giapponese sbarcherà nelle sale italiane, distribuito da Lucky Red.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.7
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.7

3.7