Giffoni 2015: Martin Freeman in conferenza stampa

Dopo il Meet & Greet con i fan, che lo hanno accolto trepidanti questa mattina, Martin Freeman si è concesso alla stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti al Giffoni Film Festival. In conferenza stampa, l’attore si è presentato in tenuta casual, rispetto all’abbigliamento in completo grigio della mattinata, con maglietta nera e pantaloncini di cotone, decisamente più freschi in confronto al tempo afoso di questi giorni. Noi lo abbiamo incontrato in conferenza, ed ecco quanto è stato detto.

Divertito, la prima impressione di Martin Freeman sul Festival è stato il caldo. Dopo aver strappato la prima risata ai giornalisti, ha continuato dicendo: “E’ un posto bellissimo, uno dei miei preferiti qui in Italia. Il cibo è ottimo, come puoi dire di no?” Nel 2016 è atteso il suo film Funhouse, con Tina Fey, basato su un racconto delle dure giornate di una reporter in Afghanistan e Pakistan. Martin ha parlato della pellicola, non sapendo esattamente se inserirlo nel genere commedia, ma certamente non riguarderà la guerra, “Si tratta della vita quotidiana di persone che provengono dall’Europa e quindi si baserà sui loro diversi rapporti”.

Martin Freeman è una star del piccolo schermo, ha lavorato con il teatro, si sta realizzando anche il campo cinematografico, abbracciando il franchise Marvel, ma quando gli hanno chiesto se c’è qualcosa nella sua carriera che gli manca, l’attore è stato di poche parole e ha risposto a tono divertito: “No. Penso ci sia sempre qualcosa che abbia voglia di fare. Per quanto riguarda i franchise, io non guardo mai come se fosse un film per fare storie. Per me è una storia, sono un malato per le belle storie. Fare questo lavoro è bello e non potrei chiedere di meglio nella mia vita.

Domanda must della conferenza è stato il tema del Giffoni Experience, Carpe Diem. “Le persone devono fare ciò che si sentono di fare, e non perché gli viene chiesto”. Si è ritornati di nuovo su Captain America: Civil War e in particolare sul ruolo che Martin avrà nel terzo film sul supereroe Marvel, “Ho girato qualche giorno, ma in realtà è una piccola parte. Il mio personaggio è uno che lavora per il governo e il fatto che mi piace è che sia ambiguo, non sai se è buono o cattivo. Ci sarà uno sviluppo futuro del personaggio, sebbene non sia uno dei principali del film”.

L’attore ha smentito le voci che lo vedono tra il cast del film di Spielberg Il Gigante e la Bambina, dichiarando che gli piacerebbe comunque lavorare con lui. Altra domanda rivolta riguardava il personaggio di Lester Nygaard in Fargo: “Una delle cose più difficili è stato l’accento del Minnesota, dato che io sono inglese e lui è americano ovviamente. In genere, quando lavoro su un nuovo personaggio, mi concentro sull’accento. Con Lester mi trovo bene. Se reciti nelle vesti di un personaggio per cinque mesi, alla fine cerchi di perfezionarlo, come se io fossi lui, e lui fosse me. Anche se non ho ancora ucciso mia moglie a martellate”.

Martin Freeman è stato apprezzato principalmente per avere interpretato John Watson in Sherlock, cosa che è stata ripetuta in conferenza stampa. “Non ho avuto paura di interpretarlo perché mi piaceva lo script. Mark Gatiss e Steven Moffat hanno reso John come un co-star di Sherlock. Lui è il personaggio principale della serie tv, ma la complicità tra questi due ha fatto sì che, con tutto il rispetto per Arthur Conan Doyle, che ha scritto Sherlock Holmes, Gatiss e Moffat avessero messo qualcosa in più in modo da renderli entrambi della stessa importanza nello show”.

Quando sa Martin Freeman di cinema italiano contemporaneo? “Ad essere onesto non ne conosco molto”, ha ammesso l’attore, “sono rimasto al 1959 per lo stile e l’estetica del cinema. Se mi rifaccio a quel cinema, non posso commettere errori; era fatto bene; la Vespa era bellissima, e il vestito italiano funzionava benissimo”.