Insidious 3 – L’inizio: recensione

Insidious 3 è il terzo capitolo della saga ideata e gestita da due dei migliori produttori di horror dell’ultimo decennio: parlo di James Wan e Leigh Whannell. Anche se va specificato, a onor di cronoca, che Wan si è tirato fuori dal progetto e ha lasciato campo all’esordio dietro la macchina da presa di Whannell, abbandonando così l’ennesima sua opera che lo vedeva fautore di successo e fama per la stessa. Ma andiamo per gradi. Il film si presenta come un sequel ma in realtà si tratta solamente di un numero fuorviante, visto che la pellicola andrà ad analizzare la nascita e le origini del famigerato altrove, luogo a metà tra paradiso e inferno, dove le anime dei morti cercano di aggrapparsi a quelle dei pochi vivi a cui è concesso il dono di vederle. Numerosi gli addii eccellenti nel cast a partire da Patrick Wilson, vera colonna portante nei film di Wan, e di Rose Byrne, la Renai dei due episodi precedenti. L’unica conferma è quella di Lin Shaye, la sensitiva Elise che a ogni film della saga riesce a sbrogliare le situazioni più complesse, affrontando demoni e mostri dell’altrove.  La prova alla regia di Whannell è tutt’altro che positiva vista la ridondanza di temi e la promiscuità autoriale che il giovane regista riesce sfortunatamente a incastonare nella pellicola.

INSIDIOUS 3

Quinn e il padre durante l’attacco del demone.

La trama segue le vicende antecedenti i primi due episodi, raccontando alcuni eventi precedenti il caso Dalton Lambert (Ty Simpkins, non presente nel cast). La giovane Quinn Brenner (Stefanie Scott) è una ragazza dolce e sensibile, figlia di una padre distaccato e ancora traumatizzato dalla perdita prematura della moglie, morta a causa di un tumore. Quinn amava sua madre e nel tentativo di mettersi in contatto con lei, evoca un demonio dell’altrove, conosciuto come l’uomo che non respira, che si finge sua madre solamente per possederla e divorarle l’anima innocente. Dopo alcuni eventi sconvolgenti, la giovane ragazza si rivolge a Elise Reiner (Lin Shaye), sensitiva e anche lei colta da una tragedia personale notevole: la morte del marito. La donna ha già affrontato le entità dell’altrove in passato e cerca di aiutare Quinn che lentamente perde sempre di più i contatti con il mondo dei vivi. Riuscirà Elise a sconfiggere il demone dell’altrove ancora una volta?

INSIDIOUS 3

La situazione è disperata, servono degli esperti sui fantasmi.

Pochi davvero risultano i pregi di questa pellicola (su tutti la straordinara colona sonora di Joseph Bishara), innumerevoli invece sono i difetti che rendono il tutto davvero di basso livello. La narrazione è scandita solamente da jump scare piazzati praticamente ogni 45 secondi, rendendo così l’effetto scontato e a lunghi tratti prevedibile. Ma ciò che sconvolge di più di questa pellicola è l’ovvietà e le risate, tristemente non volute dal regista. Quando Elise va nell’altrove e sconfigge la donna velata dei primi due episodi al grido di Vieni avanti puttana, fa pensare davvero che il film sia un triste incrocio tra Scary Movie e Mortal Kombat; le risate che scaturiscono durante la visione sono davvero inversamente proporzionali al grado di terrore che riesce a instaurare nel pubblico. Il finale cerca disperatamente di alzare il livello della sitazione inserendo qualche scena strappa-lacrime e qualche vecchia conoscenza dell’altrove, ma il risultato rimane tristemente lo stesso. Insidious 3 è un film davvero deludente, una indegna conclusione di una saga iniziata nel 2010 che aveva di fatto rivoluzionato il genere brillando di luce propria e inserendo elementi innovativi e originali, un vero peccato.

Giudizio Horror House

Regia - 1
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.8

Voto Finale