Taxi Teheran: recensione

L’inaugurazione della 25esima edizione del Festival del cinema africano, d’Asia e America latina si apre con un’anteprima nazionale: Taxi Teheran, film interamente girato all’interno di un taxi, che ci propone uno spaccato sociale della capitale iraniana: seguiamo il taxista, nonché lo stesso regista Jafar Panahi, e i suoi incontri con cittadini che non esitano ad esprimere la propria opinione sulla società in cui vivono.

I personaggi che sfilano all’interno del piccolo microcosmo a quattro ruote hanno tutti una storia da raccontare che ci fa entrare in un mondo pieno di contraddizioni: si passa da chi vorrebbe che fossero usate pene capitali esemplari come deterrente al furto, chi difende le donne colpevoli di essersi fatte trovare vicino ad uno stadio, luogo a loro proibito; da chi contrabbanda film che non entrerebbero in altro modo nel paese a chi entra nel taxi in compagnia di due pesci rossi da portare assolutamente nel luogo stabilito entro un orario preciso per una “questione di vita o di morte”, dalla nipote del taxista alle prese con un nuovo cortometraggio da girare ad un uomo che, temendo di morire da un momento all’altro in seguito di un incidente stradale, chiede un telefonino per filmare le sue ultime volontà. Ed è proprio qui che si cela l’intero messaggio del film: come il video può sistemare la situazione di eredità grazie alla testimonianza del marito, la cinepresa diventa la testimonianza di un cinema che nonostante le estreme difficoltà non smette di raccontare la realtà e di trasmetterla, senza sottostare alle regole che è proprio la bambina a rileggere allo zio taxista-regista.

il regista Jafar Panahi

il regista Jafar Panahi

Un film clandestino quello di Jafar Panahi che arriva diretto alla sessantacinquesima edizione della Berlinale e conquista l’Orso d’oro, ritirato dalla nipote in lacrime. Un film che trasmette amore per il cinema con umorismo, serietà, poesia e realtà. Da non sottovalutare anche l’assenza dei titoli di coda che vengono sostituiti da un profondo ringraziamento del regista a tutte le persone che hanno collaborato nel film, a cominciare dagli attori, che hanno messo la propria faccia per raccontare una realtà proibita dell’Iran.

Mentre il Festival continua fino a domenica 10 maggio a Milano, Taxi Teheran uscirà nelle sale italiane il prossimo agosto.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.7
Sceneggiatura - 3.7
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.7
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6