The Lazarus Effect: alla scoperta dell’effetto Lazzaro

The Lazarus Effect è il prossimo film horror della Notorious Pictures in uscita il 21 maggio che tratta di un argomentazione molto particolare, parliamo ovviamente della Sindrome di Lazzaro o effetto Lazzaro. Oltre all’inserimento di caratteri sovrannaturali, il film analizza una delle tematiche più discusse e controverse di tutta la medicina moderna e non. La sindrome prende il nome dall’episodio biblico di Lazzaro di Betania, l’uomo che apparentemente morto, ritornò in vita dopo quattro giorni di sepoltura, grazie al miracolo di Gesù Cristo, ma se per un attimo ci allontaniamo dalla tradizione cristiana ci accorgiamo di come il fenomeno della piena ripresa del ritmo vitale non è solamente legato ad un episodio biblico ma è un fattore X che accomuna molte tradizioni e culture. In ambito medico oggi prima di procedere al prelievo di un organo si attende la morte cerebrale dell’individuo che ha subito un incidente. Solo in questo caso, infatti, i medici possono constatare con certezza il decesso.

In alternativa ci si potrebbe affidare alla cosiddetta morte cardiaca, ma non lo si fa perché il rischio di intervenire su una persona ancora in vita, sebbene molto remoto, è verosimile: in queste circostanze si parla dell’effetto Lazzaro e ci si riferisce specificatamente a una persona che torna a vivere anche dopo vari minuti che il suo cuore ha smesso di battere; (in certi casi anche dopo più di sette minuti di inattività). L’argomento è stato affrontato da vari studiosi riunitesi all’accademia di Boston, in occasione del congresso mondiale sui trapianti, il World Transplant Congress. Ma qual è la differenza tra la morte cerebrale e quella cardiaca? Un paziente cerebralmente morto presenta un elettroencefalogramma sostanzialmente piatto, privo di qualunque attività elettrica, e a un esame neurologico non dà alcun segno di funzioni cerebrali e dunque vitali. La morte cardiaca è invece la totale assenza di battito e funzionalità del cuore. Ma può quindi un individuo tornare dall’aldilà dopo alcuni istanti di morte apparente? A quanto pare la risposta è si.

A partire dal 1982 sono stati riscontrati ben 25 casi di morte apparente con il paziente che è letteralmente tornato in vita. Le cause del fenomeno sono tutt’ora sconosciute e un’ipotesi che si fa avanti è l’accumulo di pressione all’interno del torace per le ripetute attività di rianimazione; Si pensa che la normalizzazione della pressione al termine della rianimazione cardiopolmonare (RPC) possa permettere l’espansione del cuore, cui consegue la riattivazione del nodo senoatriale e l’instaurarsi di nuovo del battito cardiaco. Uno di questi pochissimi casi è avvenuto quattro anni fa: gli addetti delle pompe funebri della città colombiana di Cali hanno avuto un vero e proprio shock, quando una donna di 45 anni, dichiarata clinicamente morta dai medici dell’ospedale, ha improvvisamente iniziato a respirare e a muoversi, mentre veniva preparata per la sepoltura.

Altro caso incredibile è avvenuto nel Regno Unito. Due medici inglesi, Vedamurthy Adhiyaman, geriatra al Glan Clwyd Hospital e Radha Sundaram, specialista in anestesia e terapia intensiva al John Radcliffe Hospital parlarono alcuni anni fa dell’effetto Lazzaro inerente ad un caso di un loro paziente di 70 anni che aveva subito un’arresto cardiaco in ospedale. Le tecniche di rianimazione non avevano dato i risultati sperati, ma dopo quaranta minuti in cui era a tutti gli effetti morto, iniziò improvvisamente a respirare, mentre la sua circolazione sanguigna si riattivava in maniera spontanea. Medicina o scienza del paranormale? Chi può dirlo, a noi non resta che consigliarvi caldamente la visione di The Lazarus Effect in uscita in tutti i cinema a partire dal 21 maggio.