La Cura Dal Benessere: la recensione del film di Gore Verbinski

Gore Verbinski, regista di The Ring, dirige Dan DeHaan ne La Cura Dal Benessere, un nuovo thriller dal fascino indiscutibile e dal manto dark che contraddistingue le sue pellicole. Già dai primissimi trailer avevamo intuito quanto fosse perlomeno poco usuale l’argomentazione e lo svolgimento degli eventi. La rappresentazione catartica dell’intera opera di Verbinski si insinua sotto la pelle dello spettatore che viene lentamente e gradevolmente accompagnato per mano nel mondo in cui tutto sembra essere dominato dall’equilibrio.

Dei colori dapprima cupi, che poi esplodono in nuance di tiepido candore, si assecondano nelle scene montate con una certosina cura dei dettagli, dalla gelida caraffa degli uffici grondante di umidità alle lente gocce d’acqua dei bicchieri della clinica che scendono inesorabili verso il basso, lasciando un’apparente status di soddisfazione dopo averla assaporata.

La Cura Dal Benessere è uno dei migliori film del 2017

Difficile trovare un’idea originale in questo mondo imprescindibilmente retto dalle logiche commerciali, Gore Verbinski ci riesce, confezionando quello che finirà di diritto tra i 10 migliori film del 2017. Logiche commerciali e prettamente ciniche sono le stesse che governano il mondo dell’alta finanza americano, visto e scrutato dai grigi grattacieli newyorkesi da una regia denudata di tecnicismi e adornata da un semplicità e avvolgenza incredibili. A dar manforte a un incipit poetico e quasi teatrale una colonna sonora composta da un tenero quanto sinistro ritornello da carillon che ci fa ampiamente capire che il mondo è completamente l’opposto di quanto questa innocente melodia racconta.

“C’è un male oscuro dentro di noi, che sale, come la bile, e ci lascia l’amaro in fondo alla gola”

Sono queste le parole dure e lapidarie con le quali debutta La Cura Dal Benessere agli occhi attoniti dello spettatore. Un messaggio, un commiato quello del signor Pembroke, membro di una grande gruppo finanziario che, visti i tempi poco prosperosi, necessita di un accordo per future evoluzioni del mercato. Il giovane Lockhart viene mandato dai membri del consiglio direttivo a cercare il signor Pembroke, apparentemente in cura presso un centro termale svizzero. Lockhart parte per un viaggio che diventerà lentamente un vero e proprio incubo.

La Cura Dal Benessere è un fragoroso incubo a occhi aperti

Arrivato presso il centro viene accolto con freddezza e distacco dal vice direttore, che gli consiglia di lasciar decidere allo stesso signor Pembroke se tornare o meno d’urgenza negli USA. Poco dopo la dipartita dal centro l’auto di Lockhart subisce un grave incidente e il ragazzo rimane “ospite” del centro per sottoporsi, spesso contro la sua volontà, alle cure della clinica.

Lockhart scoprirà ben presto che dietro l’apparente calma e serenità con la quale si svolgono le attività riabilitative giornaliere si nasconde un male oscuro. Ben presto farà la conoscenza del direttore sanitario, il dott. Heinreich Volmer, interpretato da un sontuoso Jason Isaacs. Il dottore mostra come i pazienti del centro rigenerino il loro status mentale e fisico grazie alle cure della struttura e lo stesso signor Pembroke sembra essere compiaciuto di cotanta ospitalità e attenzione.

Lockhart si troverà di fronte a verità sconvolgenti, segreti incredibili e situazioni ai limiti del paradosso.

Siamo sicuri che per raggiungere l’equilibrio non si debba scendere a compromessi con la morte stessa?

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Intorno a questo quesito si dirama la struttura portante dell’opera di Gore Verbinski che riesce a costruire un sontuoso quadro adornato da una regia zelante di perfezione. La continua ricerca della simmetria, la passione con la quale ogni scena è adornata di profondo significato, fanno del film un vero e proprio gioiello. La cura dell’immagine combacia e collima in maniera pregevole con la ricerca della perfetta iconografia.

In La Cura Dal Benessere i due serpenti attorcigliati sull’ingresso del cancello e sulla bolla della lettera del signor Pembroke ricordano il simbolo del caduceo legato alla divinità del dio greco Hermes. Questo simbolo infatti rappresenta l’equilibrio cosmico tra le forze opposte rette dalla bacchetta della divinità. Nel film diretto da Gore Verbinski manca la bacchetta della divinità, quasi a voler indicare l’essere terreno dello scontro tra bene e male. Non c’è esoterismo, non ci sono richiami all’occulto, ma solo un dualismo che finisce per coincidere con l’equilibrio donato dal centro.

Gore Verbinski nella sua miglior regia della carriera con La Cura Dal Benessere

La cura dal benessere

Il mondo esterno è freddo e squadrato, la macchina si muove tra i grattacieli grigi di New York in maniera simmetrica e ampia. Diversamente nel centro a farla da padrone sono i dettagli, la ricerca petulante della perfezione, del bianco, del candore del quale il centro è totalmente ricoperto. Un luogo incontaminato e quasi appartenente a un mondo diverso. La stessa visione dell’esteriorità e del corpo è rappresentata da una ricerca sopraffina della nudità: in questo caso non della perfezione grecheggiante dei corpi, ma il loro lento e definitivo declino verso il lassismo delle carni, stanche e sfilacciate dall’età.

Nel film di Gore Verbinski non esistono personaggi, ma vi sono maschere, caricature quasi, appartenenti ognuna a un mondo a sé stante: il direttore, il vice direttore, Lockhart, Pembroke, l’alta finanza, i pazienti del centro, sono tutti burattini, maschere atellane che sono completamente distanti le une dalle altre. Emblematica è la scena dell’incendio; mentre alcuni degli inservienti del centro scappano i pazienti vanno in giardino e danzano, giocano, scherzano e assistono quasi estasiati alla potenza distruttrice del fuoco, elemento naturale che viene elementarmente contrapposto all’acqua nel film e che chiude la scena quasi compiendo un’operazione ciclica e a tutto tondo.

Se l’inizio è bagnato dal fragore dell’acqua e dalla freddezza della finanza, il finale è un tripudio di fiamme purificatrici. La Cura Dal Benessere è uno dei migliori film del 2017, un incessante e lento districarsi di immagini, suoni e colori che vi faranno sentire decisamente meglio.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.3