Monuments Men: la storia vera a cui è ispirato il film di George Clooney

Monuments Men (QUI la nostra recensione), film diretto e interpretato da George Clooney nel 2014, è ispirato liberamente a una storia vera, che risale all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Innanzitutto, alcuni personaggi presenti nella pellicola sono realmente esistiti, ed erano dei componenti del Monuments, Fine Arts, and Archives, una task force messa in atto dagli Alleati per proteggere il patrimonio culturale, storico e artistico dei paesi europei, vittime dei furti e saccheggi nazisti.

Monuments Men: la storia vera a cui è ispirato il film

Monuments Men

Monuments Men. Erano denominati così i componenti appartenenti al programma, partiti alla volta dell’Europa per difendere un inestimabile tesoro. Senza il lavoro e l’interesse di questi curatori e professionisti del settore, migliaia di opere d’arte sarebbero andate perdute per sempre.

La task force militare, che vantava la presenza di circa 400 persone, tra esperti d’arte, professori universitari, storici dell’arte, curatori e direttori di musei, ebbe modo di operare per circa un decennio: dal 1943 al 1951, formando dei veri e propri paladini dei beni culturali e del patrimonio storico e artistico. Le opere recuperate, e tolte dalle mani dei nazisti per restituirle ai legittimi proprietari, ammontano a circa 5 milioni. Tra di esse possiamo menzionare dipinti, sculture e oggetti d’arte d’inestimabile valore, come il Polittico dell’Agnello Mistico di Jan van Eyck, il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I di Gustav Klimt, e la Madonna di Bruges di Michelangelo.

Monuments Men: combattere per preservare un patrimonio inestimabile

Monuments Men

Per anni il lavoro di questi cittadini, volti alla tutela di un patrimonio d’interesse mondiale, è stato a lungo dimenticato, quasi non fosse mai esistito. È stato grazie all’esperta e ricercatrice dell’arte, Lynn H. Nicholas, se questa storia è tornata alla luce. Lynn Nicholas lesse, mentre lavorava a Bruxelles, un necrologio di una donna Francese che aveva spiato i saccheggi dei Nazisti, e che da sola aveva messo in salvo circa  60 mila opere d’arte. Questo ha spinto la studiosa a impegnarsi a capire e conoscere maggiormente questa parte della storia inedita, o comunque più nascosta rispetto ai soliti eventi, ampiamente narrati, che hanno caratterizzato gli anni del secondo conflitto mondiale.

Gli archivi d’arte americani, presenti nel celebre Smithsonian Institution a Washington, custodiscono documenti e registrazioni vocali delle testimonianze dei Monuments Men, così come fotografie e manoscritti del periodo che trascorsero in Europa.

Proprio riguardo al lavoro svolto dalla task force, Lynn H. Nicholas ha dichiarato:

Senza i Monuments Men molti dei più importanti tesori della cultura Europea sarebbero andati persi per sempre. Hanno svolto uno straordinario lavoro per proteggere e salvaguardare queste opere“.

Lo storico dell’arte interpretato da George Clooney, Frank Stokes, è nella realtà George Stout, colui che ha scoperto nuove tecniche per conservare e proteggere le opere d’arte. Stout, proprio all’inizio della guerra, cercò di creare invano una sorta di Monuments Men, che univa insieme le autorità inglesi e americane. Alla fine l’uomo fu trasferito in un piccolo gruppo di 17 Monuments Men, nel dicembre del 1944, riuscendo a recuperare molte opere attraversando Belgio, Francia e Germania.

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