Silence: la fotografia di Rodrigo Prieto nel film di Martin Scorsese

Silence di Martin Scorsese ha stupito per la straordinaria forza narrativa ma la fotografia di Rodrigo Prieto si è dimostrata sapiente e lucidissima. L’incredibile impatto visivo di molte immagini si è dimostrato un vera arma in più per il film di Martin Scorsese.

Va ovviamente sottolineato il duro lavoro di Rodrigo Prieto, storico direttore della fotografia nei film di Scorsese, soprattutto viste le condizioni climatiche locali particolarmente instabili. In una intervista in post-produzione il direttore della fotografia, candidato agli Oscar con The Wolf of Wall Street, ha espresso tutte le sue difficoltà durate la fase di produzione del film:

“Abbiamo dovuto affrontare sfide logistiche enormi dal punto di vista organizzativo”, dice il direttore della fotografia Rodrigo Prieto. “Per la fotografia i due problemi più importanti erano la continuità e l’oscurità. La continuità era sempre a rischio per gli improvvisi cambiamenti del tempo e quindi della luce nel corso della giornata, nel giro di qualche ora si poteva passare da una bella luce alla pioggia, alla nebbia o a un cielo coperto. “Nella sceneggiatura ci sono lunghe scene che richiedono intere giornate per essere completate e che devono apparire come se si svolgessero in pochi minuti. Tenere sotto controllo le condizioni di luce naturale ha richiesto uno sforzo enorme. In un attimo ci ritrovavamo a dover rifare nella nebbia una scena che avevamo quasi completato alla luce del sole”.

Rodrigo Prieto alle prese con le mille difficoltà

Nel film i fotogrammi hanno infatti una brillantezza dovuta alla rapidità di acquisizione del frame impressionanti. Le scene più difficoltose sono state quelle vicino al mare, dove i cambi repentini di clima hanno destato diversi grattacapi alla produzione. La nebbia è sempre in agguato nel film, a dominare la scena sono colori freddi, invernali contrapposti alla meravigliosa scenografia imbastita da Dante Ferretti. I colori caldi non sono quasi mai presenti, domina una solennità e un tiepido colore che rievocano i toni diretti e perentori del romanzo di Shusaku Endo:

“La continuità della luce è stata complicata anche per le scene che richiedevano la luce del tramonto per parecchi minuti”, dice Prieto. “Quindi ho deciso di girare quelle scene di notte e di illuminarle artificialmente per avere quella luce per tutto il tempo che ci serviva. Questo ha significato usare tutta una serie di attrezzature per simulare la luce del giorno in esterni mentre giravamo di notte.”

Silence

La fotografia di Prieto brilla per lucidità e armonia di colori freddi

La scena della decapitazione da un tocco di rosso e di calore sulla soffice e distesa sabbia del tempio, dimora dello shogun. L’intensità della scena è incredibile, un linea rossa squarcia la sabbia e le urla dei cristiani attoniti fanno da contrappeso al tremendo atto di crudeltà, feroce, inaspettato. La stessa regia, che ha coadiuvato la fotografia di Prieto ha trovato diverse difficoltà, non va sottovalutato che questi posti spesso sono difficilmente raggiungibili con i mezzi e per il trasporto delle attrezzature, come luci e effetti, il cast tecnico si è servito delle gru:

“In alcuni casi non c’era modo di far arrivare le attrezzature più pesanti, come le gru per le luci”, dice Prieto. “Per molte delle nostre location è stato necessario trasportare a spalla tutto l’equipaggiamento, su terreni che diventavano scivolosi e instabili quando aumentava l’umidità, una situazione che ha reso molto pericolose le riprese. Altre volte era  il  fango che  creava problemi e  usare dolly o  Steadicam non  era  davvero una passeggiata!”

Silence di Martin Scorsese è il trionfo della tecnicità e dello zelo artistico di Rodrigo Prieto

Le avversità climatiche e locali hanno fatto si che il lavoro di Prieto e del resto del cast si svolgesse nella maniera più accurata e zelante possibile. Le grandi escursioni termiche hanno creato notevoli problemi anche alle ottiche delle camere usate sul set, l’umidità non ha aiutato senza dubbio. Nonostante questo percorso così difficile, la produzione è sempre avanzata in maniera costante, superando le avversità degli esterni e spostandosi con le macchine da prese verso gli interni del teatro (in particolare per la casupola di Ichizo, l’anziano del villagio):

“Abbiamo fatto molte ricerche su quel periodo storico”, dice Prieto. “Marty è sempre stato molto chiaro, voleva che tutto apparisse il più autentico possibile. Avevamo una squadra di consulenti con cui siamo stati sempre in contatto, guidata da Marianne Bower. Francesca Lo Schiavo, la nostra arredatrice, e io abbiamo scelto con grande cura le fonti di luce per le scene in interni, dovevamo essere sicuri che le lampade e le torce che usavamo fossero adeguate a quell’epoca”

Lo straordinario lavoro di Rodrigo Prieto per Silence di Martin Scorsese è solo uno dei numerosi tasselli che rendono questo film un monumento al cinema.